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I migliori prospetti Nba dopo la March Madness

Davion Mitchell Baylor March Madness prospetti NBA
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 8 Apr, 2021

Fra le tante cose, la March Madness è per i giocatori un’ottima vetrina per far salire le proprie quotazioni agli occhi di dirigenti e scout. In questo marzo, giocatori come Davion Mitchell e Johnny Juzang hanno migliorato di molto la loro candidatura al Draft. Noi di BN abbiamo messo in fila i prospetti NBA più interessanti in quest’ultimo Torneo Ncaa, da chi ha giocato meglio fino a chi ha lasciato a desiderare.

Attenzione, questo non è un mock draft, ma solo un ranking delle loro prestazioni.

1. DAVION MITCHELL, PG, Baylor, R-Jr.

Il MOP sarà andato anche a Jared Butler, ma è stato lui a suonare la carica e a impostare il tono in ogni singola partita di Baylor alla March Madness. Difesa asfissiante sulla palla, intelligente in aiuto, una sentenza da tre e un playmaker per niente male. Una chiamata al primo giro ormai non gliela può togliere nessuno e anche la zona lottery dovrebbe essere cosa sua, al netto di perplessità – per noi poco convincenti, sia chiaro – sollevate da qualcuno sulla sua età avanzata come prospetto.

 

2. JALEN SUGGS, PG, Gonzaga, Fr.

Suo l’highlight del Torneo: un tiro per scrivere il finale di una delle più belle partite di sempre e per dimostrare all’Nba di avere anche l’animo clutch. Dopo un regional nella norma a causa di una Gonzaga con il pilota automatico, alle Final Four ci ha ricordato che è un candidato alla scelta numero 1. L’unico a salvarsi, infine, nella disastrosa finale contro i Bears.

 

3. JOHNNY JUZANG, SG, UCLA, So.

Il vero arrampicatore di marzo. Lui, nei mock, neanche c’era prima dell’inizio del Torneo, poi è arrivata l’esplosione: 22.8 punti al torneo di pura eleganza al tiro, canestri contestati e una sentenza dal mid range. Non si è ancora dichiarato, ma forse un marzo così non va sprecato.

 

4. EVAN MOBLEY, PF/C, USC, Fr.

Ha alzato il livello del suo gioco quando la posta in palio si è fatta più grossa. Un gigante in entrambi i lati del campo, nonostante il suo fisico da stecchino. Si è fatto fregare dall’astuzia di Timme contro Gonzaga ma ci ha dimostrato di essere il talento più brillante di questa classe di Draft.

5. JARED BUTLER, SG, Baylor, Jr.

Una prestazione così in una finale non si vedeva dai tempi di Carmelo Anthony. Paga un inizio di Torneo impreciso, ma la Final Four ci ha ricordato la sua capacità di leggere sempre quando e come attaccare la partita, anche in quelle più importanti. Classico giocatore vincente al college che va a fine primo giro.

 

6. JOËL AYAYI, PG, Gonzaga, R-Jr.

Non granché celebrato fra i protagonisti in maglia Zags, ma il francese ha dimostrato di essere un glue guy d’eccezione fra le due metà campo, on e off the ball in attacco, capace anche di punire le difese che gli lasciano spazio (vedi la semifinale contro UCLA). Un apporto silenzioso che potrebbe fargli scalare posizioni tra inizio secondo giro e fine primo.

7. CAM THOMAS, SG, LSU, Fr.

Se Michigan ha rischiato di non arrivare al secondo weekend, il merito è principalmente suo. Spara tutto quello che gli passa tra le mani e segna pure. Il trentello ai Wolverines è lì a dimostrarlo. È il realizzatore più puro fra i prospetti NBA di questa Draft class.

8. FRANZ WAGNER, SF, Michigan, So.

Un torneo difensivamente perfetto in cui ha mostrato tutta la sua versatilità e la capacità di essere un lockdown defender di primissimo livello. Male, però, per quanto riguarda la produzione offensiva. Il suo 1/10 con due triple fattibili sbagliate negli ultimi minuti contro UCLA potrebbe pesare nel marasma dalla 20 in poi.

9. COREY KISPERT, SF, Gonzaga, Sr.

Uno degli assenti ingiustificati della finale contro Baylor. Non un Torneo di altissimo livello per lui, con tanta fatica da tre punti (7/25 nelle ultime tre partite), ma nel primo weekend è stato praticamente inarrestabile (6/11 da tre punti). Tiratore di altissimo livello con le letture giuste. Plug-and-play se ce n’è uno.

10. CADE CUNNINGHAM, PG, Oklahoma State, Fr.

Il grande favorito alla numero 1 ha tirato malissimo nelle due partite di Madness che ha giocato (9/34 dal campo) e non è riuscito a portare i Cowboys ad una Sweet 16 alla loro portata. Sarà arrivato scarico emotivamente o stanco, ma ci aspettavamo molto di più. La prima scelta non sembra essere comunque in pericolo.

11. KAI JONES, C, Texas, So.

Nell’upset di Abilene Christian molto è passato dalla quantità di rimbalzi offensivi che Texas ha lasciato ai Wildcats. Kai Jones è stato uno dei responsabili principali, come lo è stato in attacco quando non è riuscito a sfruttare il suo atletismo fuori scala. Nonostante tutto, resta un talento da lottery.

12. SCOTTIE BARNES, PF, Florida State, Fr.

Tanti flash e poca ciccia per Barnes, che non ha mai toccato la doppia cifra nelle tre partite al torneo. Annichilito dalla difesa perfetta di Michigan proprio nella gara in cui serviva la sua grande prestazione per fare il colpaccio. Rimane il talento migliore dopo quelli da Top 5. 

13. JAMES BOUKNIGHT, PG, UConn, So.

Nei panni di Kemba Walker e Shabazz Napier non si è trovato bene. Bouknight non ha trovato una soluzione contro Maryland per uscire dalla morsa della difesa fisica di Morsell e Wiggins, neanche con il suo debordante atletismo. Dato in Top 10 per tutto l’anno, potrebbe aver perso qualche posizione.

14. JADEN SPRINGER e KEON JOHNSON, PG/SG, Tennessee, Fr

Non sono riusciti a raddrizzare una stagione nata storta in partenza per Tennessee. Springer e Johnson sono stati l’unico faro dei Vols e questo si è fatto sentire nell’unica partita della Madness in cui ci hanno capito poco della difesa asfissiante di Oregon State. Rimangono due candidati credibili per la Top Ten.

15. AYO DOSUNMU, PG, Illinois, Jr.

Batman ha trovato il suo punto debole in una difesa capeggiata da un losco figuro con i baffi. Dosunmu doveva trascinare Illinois alle Final Four, invece si è schiantato contro il muro eretto da Loyola-Chicago. Non una prestazione da mettere nel curriculum per il draft per il miglior playmaker della stagione.

16. MOSES MOODY, SG, Arkansas, Fr.

Il fatto che i Razorbacks siano arrivati fino alle Elite Eight senza l’apporto del loro miglior giocatore (16/49 dal campo, 6/20 nelle ultime due) rende l’idea della bontà del lavoro fatto da Eric Musselman, ma azzoppa anche le velleità da Top Ten di Moody che potrebbe scivolare verso la fine della lottery.

Fuori classifica: GREG BROWN, PF, Texas, Fr.

Non pervenuto, non si sa perché, nella disfatta contro Abilene. O meglio, sappiamo che Shaka Smart non ha mai amato le sue frequenti amnesie difensive, ma forse per scardinare la difesa dei Wildcats poteva essere utile. Prospetto in picchiata, potrebbe uscire dalla Top 20.

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