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Meeks dominatore, Brooks grande assente

Autore: Raffaele Fante
Data: 2 Apr, 2017

Un protagonista tutto sommato inaspettato per Roy Williams è stato il giocatore che ha segnato la partita tra North Carolina e Oregon: Kennedy Meeks ha portato i Tar Heels in finale ma i Ducks se la sono giocata fino alla fine, nonostante la brutta serata al tiro dei suoi leader, a partire da Dillon Brooks.

Vediamo uno per uno tutti i giocatori scesi in campo.

North Carolina Tar Heels

Joel Berry: primo tiro e sono tre punti, poi una serata veramente difficile con un unico sprazzo da leader quando North Carolina finisce a -8 nel primo tempo e lui la riporta sotto. Sorprendente il 2/14 al tiro e soprattutto i due liberi sbagliati alla fine per uno junior che ha l’80% in carriera.

Justin Jackson: bravissimo in difesa su Tyler Dorsey nel primo tempo, e quando non succede nulla in attacco, palla a lui che crea sempre qualcosa, che sia un tiro da tre o una penetrazione.

 

Theo Pinson: semplicemente fondamentale, in difesa su Dillon Brooks, in attacco con 8 punti e 5 assist, a rimbalzo con 8 presi compreso il tap out finale.

 

Kennedy Meeks: padrone assoluto della partita, una delle prestazioni più dominanti messe insieme da un centro in questa stagione. Career high di 25 punti, l’ultimo dei suoi 14 rimbalzi è la foto della partita, oltre che la giocata che la decide.

 

Isaiah Hicks: i disastri in positivo che fa Meeks nell’area di Oregon, lui li fa in negativo. Prende subito una stoppata da Bell e non si rialza più: 1/12 e la miseria di 3 rimbalzi. Disastroso.

Luke Maye: finita la settimana di gloria e lontanissimo il ricordo del buzzer contro Kentucky. Non un punto e non una cosa giusta in 13’ passati in campo.

Nate Britt: anche lui fondamentale nel ricucire lo svantaggio nel primo tempo, si vede poco ma si sente tanto nel gioco di Roy Williams.

Tony Bradley: un altro dei corpi grossi che servono per chiudere l’area, incide poco ma fa comunque meglio di Hicks. Non che ci volesse molto, in effetti.

Roy Williams: vince di un solo punto e con mille brividi una partita che la sua squadra gestisce male nel finale. Una sofferenza l’attacco alla zona di Oregon, può davvero ringraziare la serata di grazia di Meeks per aver raggiunto l’ennesima finale.

Oregon Ducks

Payton Pritchard: i primi 5 punti di Oregon sono suoi, e ci sono modi peggiori per iniziare da freshman una Final Four davanti a 77mila persone. Poi però il suo contributo in attacco finisce lì e tira tutto il resto sul ferro, anche se in difesa è molesto come i suoi compagni.

Tyler Dorsey: un disastro il primo tempo, segna il primo canestro dal campo dopo 23 minuti ma anche se non tira bene (3/11) come aveva fatto finora nel torneo, Oregon rimane in partita soprattutto grazie a lui: 17 nel secondo tempo, 21 in tutto con 12/12 dalla linea e la tripla del -3 che entra a 40 secondi dalla fine e dà ancora speranza alla sua squadra.

 

Dylan Ennis: l’unico altro giocatore dei Ducks che segna con continuità anche se rimane (anche lui) vittima del tiro (da 3) tutto quello che mi passa per le mani e chiude con 2/9 dall’arco. Però lotta, si sbatte ed è un altro che incarna perfettamente lo spirito con cui Oregon ha giocato il Torneo.

Dillon Brooks: brutto inizio con 4 perse e 0 punti in 10 minuti, appena si accende Oregon va avanti ma dura poco. E’ lui il grande assente della serata in maglia Ducks, 2/11 al tiro e tantissima fatica a rimbalzo. Questa volta non è stato lui a dominare fisicamente, ma è stato lui a essere dominato.

Jordan Bell: due canestri di tocco nel primo tempo a decretarne la definitiva trasformazione in centro completo, poi viene scomposto fisicamente pezzo per pezzo da Meeks e, dopo averne catturati 16, si lascia prendere in testa i due rimbalzi decisivi, quando ormai non sa più neanche come si chiama dalla stanchezza.

 

Casey Benson: perde i primi due palloni che tocca, la partita è di un livello che semplicemente non gli compete.

Kavell Bigby-Williams: troppo poco dall’unico altro lungo a disposizione dei Ducks, ma il grezzo centro di Londra non poteva diventare fenomeno all’improvviso e infatti Altman lo tiene in campo giusto dieci minuti.

Keith Smith: segna il canestro del -1, trovandosi un po’ per caso libero sotto il canestro di North Carolina, gioca comunque senza paura i pochi minuti che resta in campo.

Dana Altman: uno spettacolo la sua difesa, che riesce a rallentare il ritmo dei Tar Heels e tenere incollata fino alla fine una squadra semplicemente più debole in tutto rispetto agli avversari e che in più tira con il 27% da 3. L’assenza di Chris Boucher questa volta l’ha pagata tutta, ma è andato davvero a un rimbalzo da una finale assolutamente inaspettata. Solo complimenti quindi per la partita e per la stagione.

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