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Marcus Sasser e Jelly Walker già sugli scudi

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 8 Nov, 2022

Niente incontri di cartello stavolta alla prima giornata della stagione, ma i temi e i protagonisti non mancano mai. A partire da due certified bucket getter come Marcus Sasser e Jelly Walker.

 

Houston a valanga

La prima giornata non è stata delle più probanti per le squadre di vertice: tutte impegnate in buy games, perlopiù con avversarie deboli che potevano fare giusto da sparring partner. Poco da analizzare, dunque, in partite come il +64 di Baylor su Mississippi Valley State (terzultima del ranking di KenPom). Non tutte le goleade sono uguali però e quella di Houston appare piuttosto significativa: +47 contro Northern Colorado, più che onesta mid con legittime ambizioni di vertice nella Big Sky.

Gara e risultato appunto significativi perché sono il riflesso della solidità delle fondamenta gettate da coach Kelvin Sampson. Non importa la caratura dell’avversario, né il fatto che siamo solo a inizio stagione: Houston è costruita per dare sempre il massimo per tutti e quaranta i minuti di gioco, partendo sempre dalla propria difesa. Avversari tenuti a 36 punti segnati col 25.6% al tiro, mentre Daylen Kountz – uno dei migliori scorer al di fuori delle Power 6 – ha prodotto la miseria di 3 punti senza canestri dal campo (0/9 al tiro).

I Cougars sono stati produttivi ed efficienti in attacco (cosa che non accade sempre) e il suo gioiello Marcus Sasser si è regalato una buona serata da 21 punti, 3 assist e 4 recuperi in 28 minuti dopo oltre dieci mesi senza gare ufficiali. La guardia è secondo noi la migliore di quest’anno in tutta la Division I: la sua capacità d’impattare le due metà campo e di creare da sé in attacco sono inestimabili per Houston.

 

TCU la scampa

Non tutti i buy games vanno secondo i piani e TCU per poco non si faceva fare lo scalpo da Arkansas-Pine Bluff, squadra che quasi sempre occupa le posizioni più basse della conference più debole della D1, ovvero la SWAC (la preseason poll ufficiale di quest’anno li dà appunto alla #11). 73-72 per gli Horned Frogs che incredibilmente si erano ritrovati sul -20 a metà primo tempo. Tanto di cappello agli ospiti, assolutamente letali dalla distanza: 13/29 da tre a fine serata contro il tremendo 4/21 degli avversari. Insomma TCU tirava già molto male l’anno scorso (#321 in D1 per percentuali dall’arco) e quest’anno dovrebbe essere la stessa solfa. Ci può stare soffrire contro un avversario inaspettatamente on fire: preoccupa di più, però, la gestione della volata finale, con tanti errori dei padroni di casa e un tiro della vittoria lasciato agli avversari. Dai #14 della poll ci si aspetta di meglio.

 

North Carolina, lavori in corso

Non è ai livelli di rischio e campanelli d’allarme di TCU, certo, ma anche North Carolina è una che salta all’occhio oggi per non aver passeggiato. 69-56 contro i vicini di UNC Wilmington per la numero 1 della AP Top 25. Bene – anzi molto bene – la difesa, capace di tenere sotto il 30% al tiro una formazione che offensivamente non dovrebbe balbettare spesso in quest’annata. La produzione al di fuori del super trio di confermati – Caleb Love, RJ Davis, Armando Bacot – ha lasciato a desiderare. Pete Nance, rimpiazzo di lusso per Brady Manek nello spot di 4, è stato abbastanza anonimo: 6 punti e tre sole conclusioni dal campo in 34 minuti. Stessi punti segnati dall’intera panchina di UNC, vero punto interrogativo della serata. Insomma, i Tar Heels potrebbero aver bisogno di un po’ di tempo prima di giocare da veri numero 1.

 

Auburn mostra i muscoli

A coach Bruce Pearl piace andare in direzione ostinata e contraria, quindi non sorprende che la sua Auburn sia stata l’unica in Top 25 che ha deciso di misurarsi con una squadra tutt’altro che materasso – George Mason, formazione a ridosso della Top 100 di KenPom che si è comportata in maniera più che dignitosa in questa sfida nonostante lo scarto netto finale. Il 70-52 può soddisfare i Tigers, semplicemente troppo grossi in area e inarrestabili sul piano atletico, capaci dunque di catturare una valanga di rimbalzi offensivi (22). Per ora bene così, ma in futuro contro avversari di maggior impatto fisico servirà qualcosa di più sul piano realizzativo (33.8% dal campo, solo 4 su 19 da tre).

 

Jelly Walker domina

Per noi – e parecchi altri – UAB è la mid-major più intrigante, escluse quelle già in Top 25. I Blazers sono partiti col piede a tavoletta rifilando un eloquente 111-70 alla modesta Alabama State. E la stella Jelly Walker già dà spettacolo: 38 punti in appena 27 minuti (miglior score individuale alla prima stagionale nella storia del programma), completamente inaffrontabile per gli avversari in tutte le mattonelle del campo (6/10 da due, 5/9 da tre, 11/11 ai liberi), fra triple contestate e zingarate in area col pallone che sembra uno yo-yo in mano sua. Scorer di rara efficiacia, il playmakerino di UAB può sfracelli, anche perché il contorno è di quelli davvero buoni e capace di togliere punti di riferimento agli avversari.

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