Michigan e Alabama accelerano nel secondo tempo per avere la meglio rispettivamente di LSU e Maryland, rendendo l’East regional l’unica parte di tabellone ad avere in corsa i primi due seed e tre dei primi quattro. UCLA ferma il cammino da Cinderella di Abilene Christian con una partita ineccepibile, mentre Florida State ingabbia McKinley Wright e blocca così l’attacco di Colorado, arrivando alle Sweet Sixteen per la terza volta consecutiva.
#1 Michigan – #8 LSU 86 – 78
#2 Alabama – #10 Maryland 96 – 77
#4 Florida State – #5 Colorado 71 – 53
#11 UCLA – #14 Abilene Christian 67 – 47
Michigan salvata dalle triple
Per costruire un upset, si parte solitamente dalle percentuali da tre punti: la squadra favorita tira male, l’underdog vede una piscina. Se i ruoli si invertono, la situazione diventa complicata ed è stato quello che è successo in LSU-Michigan. I Wolverines hanno allungato in doppia cifra nel secondo tempo grazie alle triple di Eli Brooks e Chaundee Brown (per entrambi 21 punti e massimo in stagione. 10/25 di tutta la squadra), dopo un primo tempo in cui Cameron Thomas è stato capace di segnare tutto ciò che lanciava per aria (19 punti già all’intervallo, 30 alla fine). Anche in Maryland-Alabama è successo, con i Terrapins che in due minuti sono passati dal -9 al -23 solo perchè John Petty ha deciso di entrare in partita.
La partita di Michigan è stata abbastanza diesel: hanno preso pian piano le misure alla retroguardia dei Tigers nel primo tempo e, dopo esser stati anche sotto di nove, hanno trovato in Hunter Dickinson (12+11) il faro per rientrare in partita e in Franz Wagner l’uomo per chiuderla. Il tedesco nel giro di qualche azione ha segnato da 3, ha messo il bavaglio a Thomas costringendolo ad uno dei tanti errori del secondo tempo, e infine ha messo il punto esclamativo con questa giocata
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— NCAA March Madness (@marchmadness) March 23, 2021
I Crimson Tide, invece, hanno giocato una partita da squadra esperta e consapevole della sua forza. Hanno lasciato sfogare Maryland all’inizio, che ha messo dentro canestri difficilissimi e ha tenuto un’alta percentuale di triple con lo stretch 5 Donta Scott e Aaron Wiggins (27 per lui alla fine), e poi l’hanno travolta con il 16/33 finale da tre punti. Coach Nate Oats ha preferito il freshmen Juwan Gary all’esperto Bruner perchè gli garantiva un’altra mobilità difensiva e così è stato, annullando Scott dopo le battute iniziali.
In attacco a dare la scintilla è stato di nuovo Alex Reese, il trascinatore contro Iona: una combo tripla+rubata+tripla ha dato il primo strappo alla partita, poi chiusa quando Petty, molto intelligente a capire i momenti della partita, ha deciso di vincerla. Occhio a Jahvon Quinerly: 16+11 assist per lui e sta diventando sempre più una risorsa aggiuntiva all’attacco di Alabama.
Abilene spiace, ma abbiamo già una Cinderella
Ci dispiace per i ragazzi di Abilene Christian, ma la March Madness 2021 ha già la sua Cinderella in Oral Roberts. UCLA ha vinto l’unica gara del second round in cui si sfidavano due squadre dal seed col doppio numero, diventando la quarta dell’ultimo decennio ad arrivare alla Sweet 16 partendo dalla First Four. I Bruins hanno eseguito alla perfezione un piano partita semplice quanto efficace (ci siamo chiesti: perché non l’abbia fatto anche Texas?). Il parziale di 18-0 che ha indirizzato la partita è arrivato attaccando il cuore dell’area, da un lato con la fisicità di Cody Riley (12+12) che ha caricato di falli i suoi marcatori, e dall’altro i centimetri in più degli esterni che hanno potuto tirare in testa agli avversari. E nel parziale che ha deciso la gara il protagonista è stato Jake Kyman, che entrato dalla panchina ha firmato 8 punti con due triple.
Abilene Christian non è riuscita mai a cambiare marcia. In particolare i texani, che hanno avuto solo 3 punti dall’uomo simbolo dell’upset su Texas Joe Pleasant, hanno fatto vedere solo a sprazzi il loro gioco fatto di difesa alla morte e circolazione della palla ripiegando spesso su azioni individuali che non gli appartengono. L’unico Wildcats ad arrivare in doppia cifra è stato Mahki Morris (14 punti, tutti nel secondo tempo). UCLA ha avuto un Johnny Juzang dalle polveri bagnate (dopo due partite stellari) e che ha aggiustato le sue cifre solo nella ripresa (top scorer con 17 punti). Lo scontro contro Alabama sarà interessantissimo.
Florida State intrappola Wright
Partita più tirata di quanto dice il punteggio finale. Florida State solo nel finale ha trovato il largo margine con cui ha chiuso la partita, anche se in realtà è sempre rimasta davanti. Dopo la straordinaria prova offensiva contro Georgetown, McKinley Wright è rimasto intrappolato nella difesa dei Seminoles e, senza il suo creatore principale, l’attacco di Colorado non ha mai trovato soluzioni facili. Coach Ted Boyle ci ha provato nel secondo tempo, inserendo un secondo playmaker (il freshmen Keeshawn Barthelemy) ma l’atletismo e la fisicità dei Seminoles ha tolto l’aria a qualsiasi giocatore dei Buffaloes. A dare la sterzata nel secondo tempo è stato Sardaar Calhoun con questo alley oop.
Se contro UNCG il tiro da tre non aveva brillato, stavolta la squadra di coach Leonard Hamilton ha scelto sapientemente i momenti per usarlo (6/17 alla fine): ad inizio partita con Malik Osborne e Anthony Polite, che, a sei minuti dalla fine, ha dato lo strappo decisivo alla partita. Una partita gestita da grande squadra, alternando la difesa press a tutto campo ad una marcatura a uomo pronta a circondare Wright ogni qualvolta batteva il primo marcatore. Dai 14 assist e zero palle perse dell’esordio, siamo passati ad un solo e striminzito assist (arrivato a partita praticamente finita) e cinque palle perse. Praticamente un altro giocatore.
Per battere Michigan, però, i Noles dovranno avere tutt’altra continuità offensiva: Scottie Barnes spesso è stata luce in attacco e, forse, per un grande palcoscenico come le Sweet Sixteen il freshmen dovrebbe giocare di più.