Dall’upset di New Mexico ai secondi tempi d’autorità di Kentucky e Illinois, passando per i balbettii di Alabama. Tutto quel che è successo durante la seconda giornata della March Madness 2025.
South Region
Tutti in carrozza – Quella di Keshon Gilbert sarà un’assenza che peserà per Iowa State, ma nel caso se ne parlerà dal prossimo turno. La malcapitata Lipscomb ha retto sì e no 10 minuti contro la squadra della Big 12 che ha messo in mostra un Joshua Jefferson da 10 punti, 8 rimbalzi, 8 assist e 2 stoppate. La ciliegina di Milan Momcilovic (4/8 da tre) ha coronato l’82-55 finale.
Anche il freshman di Michigan State Gehrig Normand (23 minuti totali nelle precedenti 33 partite) ha giocato 2 minuti di March Madness e questo dovrebbe dare l’idea di come sia andato lo scontro tra gli Spartans e Bryant. In realtà il primo tempo è stato anche godibile (Bulldogs sotto di 5 all’intervallo), ma Michigan State non ha mai dato l’impressione di poter perdere il match (87-62 finale).
Un fuoco fatuo e l’unico vero upset di giornata – Vuoi vedere che North Carolina fa lo scherzetto e… no, nessuno scherzetto. I Tar Heels sono passati dal tirare il 58.3% da tre contro San Diego State al 20.8% contro Mississippi. E ora sono fuori dalla March Madness. Il riassunto del match lo ha fatto coach Chris Beard nella prima intervista a partita in corso: “È facile essere in vantaggio quando ti entra tutto”. I Rebels sono partiti con uno scintillante 8/10 dall’arco e con la solita attenzione in difesa. North Carolina ha anche provato a riprenderla nel secondo tempo (quando le % di Ole Miss son tornate normali), ma era troppo tardi.
Avete letto la guida e i pronostici di BasketballNcaa? Allora sapevate che vi avevamo segnalato New Mexico per un possibile upset contro Marquette (finale 75-66). L’unica partita che secondo KenPom doveva andare diversamente (capito Memphis?). Statistiche a parte, Donovan Dent è un super floor general e i Lobos sono una squadra compatta e attenta in difesa. Hanno arginato Kam Jones e gestito bene il finale di partita. Marquette invece ha chiuso la stagione con un calo di forma quasi inspiegabile, perdendo 4 delle ultime 5 partite.
West Region
Quando tutto gira – Per confezionare l’upset basta, a volte, un exploit improvviso: se Colorado State è tornata a vincere una partita alla March Madness dopo dodici anni è grazie alla serata al tiro da tre punti di Kyan Evans. Solida opzione dall’arco per tutta la stagione, il sophomore ha chiuso la partita con 23 punti (6/9 da tre) raddoppiando la media di dieci punti a partita. Dopo una prima frazione molto combattuta dove Memphis aveva mostrato qualche sprazzo di talento in più, i Rams hanno invertito la marcia all’inizio della seconda frazione. La ricetta per ribaltarla è la classifica difesa e transizione con Colorado State a chiudere le opzioni a PJ Haggerty, libero di forzare tiri a ripetizione (7/23 dal campo). In questo senso è pesata molto l’assenza di un play come Tyrese Hunter sia nella gestione della palla (16 perse a fine partita) sia nella distribuzione dei tiri.
Vittorie larghe dal significato differente – Florida e Maryland riservano lo stesso trattamento a Norfolk State e Grand Canyon. Ma se in uno scontro 1-vs-16 il +36 finale è piuttosto scontato, nella sfida tra Maryland e una delle migliori mid-major dell’anno il +32 finale (vittoria più larga della storia di Maryland al Torneo) è stato abbastanza sorprendente. È bastato un parziale di 18-1 a metà primo tempo per spaccare la partita. Dopo i pochi minuti intorpiditi, i Terrapins hanno sommerso Grand Canyon. Troppa potenza di fuoco, troppa esperienza da parte di elementi chiave come Ja’Kobi Gillespie (16 punti) e Julian Reese (18 punti) in un attacco dei Terrapins che ha volato per tutta la partita contro una Grand Canyon che si è arresa in fretta.
Una battaglia vinta per gli Huskies – Non sarà la corazzata degli ultimi due anni, ma UConn sa come si vince e lo sa Alex Karaban che nel finale mette a segno cinque punti fondamentali. Brutta, sporca, fisica senza grossi strappi: la difesa degli Huskies ha fisicamente messo sotto Oklahoma che non ha mai trovato la giusta verve in attacco, andando solo a conquistare viaggi in lunetta. Positivo per Dan Hurley il fatto che la vittoria sia arrivata nonostante una prestazione da 6/25 da tre e con un Liam McNeeley piuttosto spento (2/13 dal campo). Se dovessero battere domenica Florida, avrebbero la striscia di partite vinte consecutivamente alla March Madness più lunga degli ultimi trent’anni. Ma serve ben altro.
East Region
Cooper Flagg vive e gioca insieme a noi – Dopo un minuto e mezzo di partita, è arrivata la conferma: Cooper Flagg sta bene e sarà la star principale della March Madness. Dopo una palla recuperata di Tyrese Proctor, Flagg ha infatti segnato subendo fallo e scendendo sulla caviglia sinistra infortunata 10 giorni fa. Ma dopo un secondo per terra si è rialzato per la gioia dei tifosi di Duke e di tutti gli appassionati di college basket. Meno felici gli avversari perché battere i Blue Devils con Flagg in campo non sarà cosa semplice, anche perché Proctor continua a essere una macchina da tre (6/8) e la difesa funziona: 93-49 il punteggio finale contro Mount Saint Mary’s nel classico primo turno 1-vs-16 senza storia. A parte il capitolo Flagg che tutti si aspettavano di leggere: 14 punti, 7 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate in 22 minuti per iniziare.
Alabama fatica, Arizona e Oregon passeggiano – Scesi in campo con l’intensità di un gatto che ha solo voglia di dormire, i ragazzi di Nate Oats hanno davvero rischiato di farsi male e possono davvero ringraziare la brutta serata di Kam Woods, leader di Robert Morris che ha sparacchiato senza pietà (3/18) per tutta la partita, se alla fine sono arrivati al secondo turno. Non basta lanciare la palla in area quando si attacca se si è più grossi, bisogna anche almeno far finta di difendere e i Colonials hanno preso la bellezza di 16 rimbalzi sotto il tabellone di Alabama, con il sophomore spagnolo Alvaro Folgueiras grande protagonista con 15+10. Alla fine Mark Sears (22 e 10 assist) e compagni l’hanno portata a casa, ma dovranno metterci altra testa per andare avanti. Nessun rischio invece per Arizona e Oregon che rifilano rispettivamente 28 punti ad Akron e 29 a Liberty in due gare senza storia.
VJ Edgecombe aspetta Flagg – Saranno Baylor e Saint Mary’s le prossime avversarie di Duke e Alabama, dopo aver vinto due partite di pura March Madness contro Vanderbilt e Mississippi State. Brutta, sporca e faticosissima la gara dei Gaels a lungo sotto contro i Commodores che hanno avuto per due volte la tripla del pareggio e si sono arresi 59-56 contro avversari ben più grossi che se la vedranno ora contro Alabama. Baylor ha lottato e battuto una tignosissima Mississippi State con il solito Josh Hubbard da 26 punti che con i suoi 175 cm è stato come sempre imprendibile. Ci sarà quindi nel prossimo turno solo da divertirsi nel vedere VJ Edgcombe contro Cooper Flagg: il freshman dei Bears ha iniziato lentamente ma è stato poi tra i protagonisti del secondo tempo e ora ci sarà uno scontro tra giovani talenti da non perdere
Midwest Region
Due partite decise da un secondo tempo d’autorità – Quando al talento individuale si aggiunge compostezza sul campo, hai la chiave per vincere: Illinois ha avuto la meglio su Xavier (86-73) dopo un primo tempo equilibrato perché ha mantenuto bene in mente il piano partita sulle due metà campo dopo l’intervallo lungo, dando l’impressione di avere sempre una risposta pronta. Xavier ha goduto di un Dailyn Swain in gran forma, ma i suoi 27 punti non potevano bastare se nel mentre hai sia Zach Freemantle che Ryan Conwell con la museruola addosso (5 punti per il primo, 12 per il secondo e 5/19 al tiro in totale fra i due) e vieni schiacciato senza pietà nella lotta a rimbalzo (45-25 Illini), vanificando così l’ottimo lavoro compiuto nel non sprecare palloni (solo 5 perse contro le 14 degli arancioni). Per Illinois, super produttivo e cruciale il contributo dei lunghi Tomislav Ivisic e Will Riley (42 punti in coppia) così come l’impatto two-way e l’esperienza di Kylan Boswell e infine un Kasparas Jakucionis a un passo dalla tripla doppia.
Anche Kentucky a un certo punto ha messo la freccia e non si è più guardata indietro, anche se leggermente prima dell’intervallo lungo e con più facilità rispetto agli Illini contro i Musketeers. 76-57 il risultato finale (e +25 di massimo vantaggio toccato) per i Wildcats contro la tutto sommato modesta Troy, capace sì di tenere testa a rimbalzo ma anche schiantata difensivamente da UK (34.9% al tiro con pure pochi liberi tentati e messi a segno, 5/9). Lamont Butler non pervenuto (0 punti, può letteralmente solo fare di meglio) ma Otega Oweh ha brillato anche per lui (20 punti, 8 rimbalzi, 6 assist). Prova di forza con alcune riserve: al secondo turno contro Illinois servirà qualcosa di meglio.