È sempre una stagione caotica e strapiena di upset, come si è visto bene sabato scorso. Tre squadre in Top 5 sono uscite sconfitte – Duke, Auburn, Butler – mentre un’altra (Baylor) ha faticato un po’ per avere la meglio su un’avversaria ancora a secco di vittorie in conference. In mezzo a tanto scompiglio, qualche gerarchia sembra però pian piano delinearsi e – cosa più importante – le partite di qualità cominciano finalmente a essere meno rare.
The madness at the top of the rankings continues.
With Florida beating No. 4 Auburn and DePaul beating No. 5 Butler today, 14 top-five teams have lost to unranked teams already this season.
That only happened six times all of last year. pic.twitter.com/ZdybK8Z2Ef
— ESPN Stats & Info (@ESPNStatsInfo) January 18, 2020
Nella Big Ten, Michigan State (6-1) mantiene il primato in classifica mentre alle sue spalle, quatta quatta, si affaccia una Illinois (5-2) attesa a un bel doppio esame di maturità (trasferte a Purdue e Michigan in settimana). Ohio State (2-5) ha ripreso fiato vincendo con Nebraska (2-5) ma solo per un attimo, perché la brutta sconfitta sul campo di Penn State (3-4) ha poi mostrato una squadra in confusione, lontana dall’abbandonare il tunnel nel quale si è ficcata. Wisconsin (4-3) invece conferma il suo status di mina vagante dopo il bel successo strappato contro Maryland (4-3) grazie a due giocate magistrali di Brad Davison.
Baylor (5-0) è sempre in vetta nella Big 12 ma il testacoda con Oklahoma State (0-5) non è stato semplice: 75-68 per i Bears che ringraziano le triple di Devonte Bandoo e il poco sangue freddo dei Cowboys (più bravi di quanto il record suggerisca, ma anche così acerbi). Kansas (4-1) si mette in tasca due vittorie esterne (Oklahoma, Texas) che, in una conference del genere, proprio schifo non fanno. Poi è il caos. Mentre West Virginia (3-2) rimedia sberle da una moribonda – o almeno così pareva – Kansas State (1-4), c’è Texas Tech (3-2) che mette in archivio due successi netti (K-State in trasferta, Iowa State in casa), con un Davide Moretti che si segnala per dei livelli di efficienza offensiva in graduale risalita.
Nella Pac-12, Stanford ha sprecato una bella occasione contro USC (82-78 dopo un OT) e le due squadre ora guidano la classifica con record 4-1. Non per molto, presumibilmente, perché a tallonarle c’è Oregon (4-2). I Ducks sono passati da una prova deludente con Washington State a una vittoria esaltante nella tana di UW: 64-61 grazie a un Payton Pritchard invasato che ha deciso la gara con un canestro da fenomeno nel supplementare. Intanto Arizona (3-2) batte e aggancia Colorado (3-2). Un risultato che sa di ossigeno. E la notizia migliore, forse, è che Nico Mannion non deve fare gli straordinari, visto che tutta la squadra ha cominciato a ingranare – o almeno sembra sul punto di farlo.
Nella SEC è il doppio tonfo di Auburn (3-2) a fare rumore (ne parliamo dopo). Intanto LSU (5-0) guida la classifica, seguita da Florida e Kentucky (4-1). Per UK, la settimana è stata a dir poco movimentata. Prima ha perso sulla sirena con South Carolina e poi è uscita dalla bolgia di Arkansas con una vittoria che in pochi avrebbero pronosticato a metà ripresa, quando John Calipari si è fatto cacciare dagli arbitri. Mossa psicologica per spronare i suoi? Chissà. Sta di fatto che i Wildcats di lì a poco hanno piazzato un bel 17-2 e infine vinto per 73-66.
Paradiso
Dayton – Guida l’Atlantic 10 a braccetto con Duquesne ma la cosa non era affatto scontata, visto il calendario settimanale. Prima ha respinto VCU con un autorevole +14 e poi è andata a vincere in casa di Saint Louis grazie a un canestro di Jalen Crutcher a 0.1 secondi dalla fine. Quant’è buono l’attacco dei Flyers? Beh, quella coi Billikens è stata la loro peggior gara per ORtg, ma parliamo comunque di un onesto 101.6. E questa è una squadra che finora ha perso solo all’OT, con Kansas e Colorado. Tostissima.
Seton Hall – Una settimana da girone infernale tramutata in un trionfo. Le vittorie esterne con Butler (campo mai facile) e St. John’s (al Garden) certificano la bontà di questo gruppo, sempre più coeso e capace di fare aggiustamenti sia sul piano tattico che mentale. E poi c’è Myles Powell: coi Johnnies l’ha decisa lui in volata e, mettendo a segno 29 punti in entrambe le gare, ha superato quota 2000 in carriera. I Pirates guidano la Big East con record 6-0 e già fanno paura adesso, figurarsi quando potranno riabbracciare Sandro Mamukelashvili.
Purgatorio
Michigan – Cinque trasferte e cinque sconfitte quest’anno. E quella sul parquet di Iowa la fa scivolare nella metà bassa della Big Ten (2-4). Situazione poco confortevole, non proprio quella che si poteva immaginare a fine novembre. Qualche attenuante c’è (le trasferte in questione erano tutte toste) e si può guardare ancora il bicchiere mezzo pieno. L’attacco dei Wolverines non tradisce e l’indisciplina vista in difesa può sempre essere limata in corso d’opera. Perché dal punto di vista della volontà, UM c’è.
Inferno
Auburn – Ma come? Eri tanto bella, tanto pimpante, tanto… imbattuta. La squadra di Bruce Pearl lascia a San Diego State l’onore di ultima compagine senza sconfitte in stagione dopo una settimana on the road da mani nei capelli: -19 con Alabama e -22 con Florida. Davvero brutti, i Tigers visti nell’ultima uscita. Potevano e dovevano riscattarsi e invece sono rimasti a guardare i Gators che, nella ripresa, hanno trotterellato nella loro metà campo. A peggiorare il tutto, un attacco di qualità infima: 75.0 di ORtg dopo il 76.3 registrato coi Crimson.
Duke – Due sconfitte di fila e la testa della ACC va a Louisville e Florida State (6-1). Prima ha regalato una gioia a Clemson (tanto per emulare i cugini di North Carolina) e poi ha ceduto sul proprio parquet nel big match coi Cards. La fisicità di Louisville è risultata indigesta, il che non è proprio una gran notizia, visto che a questo livello bisogna saper vincere partite così, specie quando sei tu a giocare in casa. Difesa e controllo del pallone hanno lasciato un po’ a desiderare. Magari si vede di peggio in giro, ma questa non è roba da squadra di élite.
Tre prestazioni individuali
Iowa si passa la palla che è un piacere, crea spazi da attaccare e segna da fuori con efficienza discreta. Già è difficile contenerla così, figurarsi quando schiera il giocatore di post basso più immarcabile in circolazione, Luka Garza, il quale ha sculacciato Michigan con 33 bei punti dopo i 44 messi a segno all’andata in un losing effort. Una roccia nel tenere i contatti, veloce di piedi abbastanza da beffare avversari di tipo diverso in post basso. Il che gli garantisce una caterva di viaggi in lunetta. E poi può anche metterti un paio di jumper in faccia. Totale.
Benvenuti a un’altra puntata di “Markus Howard infrange record”. Dopo aver guidato i suoi alla vittoria su Xavier con 35 punti, la guardia di Marquette ha concesso il bis in settimana in casa di Georgetown: 42 punti, esattamente la metà della squadra nell’84-80 sugli Hoyas. Per lui si tratta della terza partita chiusa con almeno 40 punti quest’anno, la settima in carriera. Roba mai vista neanche lontanamente nella storia della Big East.
Nessuno è decisivo come Myles Powell ma Seton Hall sta facendo il salto di qualità grazie al contorno, con Quincy McKnight in testa. Ormai vice-leader dei Pirates, ci sentiamo di dire che è lui il vero MVP della vittoria su Butler con una prova di grandissima sostanza nelle due metà campo. La point guard sta mettendo a tacere gli scetticismi (anche il nostro, a dirla tutta) con un polso in cabina di regia che offre poco il fianco agli errori. La gara con St. John’s (dove ha messo i suoi bei 20 punti) ha sporcato un po’ un assist/turnover ratio che comunque rimane notevole: 3.7/1 nelle sei gare di conference e 2.7/1 in stagione. L’anno scorso? 1.6/1.
Benvenuti al circo
“Dog does none of the work, got all of the applause”
Il college basketball è sempre il regno dell’imprevisto. Lo sa bene Utah State, che era sopra di 18 con 3:36 da giocare in casa di Boise State. Poi è successo di tutto.
Davide Moretti li mette anche a occhi chiusi. Letteralmente.
Johnny McCants e CJ Bobbitt col photobomb della settimana
Memphis e Cincinnati, trenta secondi spumeggianti all’insegna del bel gioco
Quando un buzzer beater tira l’altro: Niagara ne ha messo uno per tempo contro Rider
Tre partite da non perdere
Martedì 21: Butler @ Villanova (ore 1:00, CBS SN)
Giovedì 23: Michigan State @ Indiana (ore 2:30, FS1)
Sabato 25: Kentucky @ Texas Tech (ore 0:00, ESPN)