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Kingston Flemings, il leader a sorpresa di Houston

Kingston Flemings
Autore: Manuel Follis
Data: 2 Dic, 2025

C’è una stella che brilla a Houston. Si chiama Kingston Flemings e prima ancora di iniziare a parlare del giocatore, vi aiutiamo a capire il contesto, la squadra dei Cougars. Giovedì 20 novembre Houston batte Rider 91-45. Migliore in campo? Ancora una volta Flemings, che chiude con 18 punti, 6/8 da 2, 2/2 dall’arco, 5 assist, una sola palla persa, 1 stoppata e due recuperate. Il suo compagno, altra star da primo giro NBA, Chris Cenac, mette a referto 12 punti con 3/3 e 2/2.

Bene, ecco a voi il commento dell’allenatore, Kelvin Sampson: “Non so cosa gli è preso, Kingston ha giocato la peggiore partita difensiva da quando veste la nostra maglia. Lui e Chris hanno fatto punti ma anche concesso tanti canestri. Mi aspetto di meglio da loro”.

Flemings però sapeva bene dove sarebbe finito a giocare. Talento della Virginia, che però è sbocciato a San Antonio in Texas, ha scelto orgoglioso di vestire la maglia di Houston proprio per essere spronato da coach Sampson, un allenatore che dopo una partita praticamente perfetta in diretta tv dice che sei uno scarsissimo difensore. Il che, per inciso, non è vero. Se c’è una dote che Flemings ha sempre avuto è quella del difensore. Il punto è proprio questo: pochi si aspettavano che fosse anche molto di più.

La vittoria nel 3×3

Un anno indietro. Siamo nel 2024 e gli Stati Uniti selezionano i giocatori per la nazionale U18 che deve disputare i Mondiali FIBA di 3×3. Sono due anni che gli USA non vincono. Prima la Francia e poi la Germania si sono portate a casa le medaglie d’oro nel 2022 e 2023, con gli statunitensi nemmeno sul podio.

Per riportare lo scettro a casa gli Stati Uniti puntano su Amir Jenkins (West Virginia), su Nikolas Khamenia (Duke), su Bo Ogden (ala piccola che il prossimo anno giocherà a Texas) e su Flemings. La semifinale è con la Francia e la chiude proprio il giovane Kingston con una giocata offensiva, seguita da una magia difensiva e da una tripla. In finale con la Spagna poi il miglior marcatore è, rullo di tamburi, Flemings. E la medaglia d’oro va agli USA.

Il terzo incomodo

Doveva essere il terzo, quello che “se va bene si farà”. La vera stella della squadra era (ed è) Cenac, seguito da Isiah Harwell, e solo dopo doveva venire Flemings, che invece fin da subito si è preso in mano le redini dei Cougars. Le statistiche fanno sorridere. In una formazione a trazione quasi esclusivamente difensiva come Houston, il freshman è secondo per punti a 15.3 e primo per assist con 5 per gara. Il tutto considerando che prima delle tre partite del Players Era stava tirando con percentuali irreali: il 78% da 2 e il 50% da tre.

Per essere chiari: è evidente che queste percentuali fossero destinate a scendere, se no la corsa per la prima scelta assoluta al draft si sarebbe potuta considerare chiusa. Nessuno può finire una stagione con simili statistiche in una squadra che peraltro fa dell’attacco una specie di passatempo (esecuzioni lente, tanti giochi rotti, tiri complessi, 1vs5, forzature).

Kingston peraltro entrando al college non era noto per essere un tiratore da 3, nonostante il tocco sia buono. Altro motivo per cui molti si aspettano che queste percentuali alla lunga caleranno. In realtà, nonostante la durissima gara contro Tennessee e quella seguente in cui Flemings era visibilmente senza energie alla terza partita in tre giorni, le percentuali sono del 63.8% da 2 (tra i migliori) e del 52.4% da 3, che continua a essere la grande sorpresa dell’arsenale di Flemings. Ce n’è già più che abbastanza per far stupire gli scout NBA. Spoiler: si sono già più che stupiti e stanno prendendo nota, tanto più che il ragazzo del Texas è una guardia alta 194 centimetri con lunghe leve, e anche per questo la sua difesa è sempre stata il suo punto di forza.

Gioca come un senior

Al di là delle statistiche (che comunque contano) e dei mezzi fisici (che non si possono insegnare), c’è un elemento che più di altri ha colpito gli osservatori: la sicurezza con cui Flemings ha affrontato le partite finora. Compirà 19 anni il 3 gennaio del 2026, eppure affronta le situazioni, comprese quelle complesse, con estrema sicurezza, prendendosi responsabilità quando la palla scotta o quando serve un canestro per la sua squadra.

Houston ha giocato finora 8 partite e solo in quella contro Notre Dame, il freshman ha mostrato di non avere più energie. Per il resto, in almeno 5 incontri (compresi quelli più tosti contro Auburn e Tennessee) è risultato il migliore in campo. Prima di iniziare la combattutissima Big 12 i Cougars avranno ancora da affrontare Florida State e Arkansas, e se le percentuali di Kingston si confermeranno, il suo posto al draft potrebbe essere una sorpresa.

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