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KC Ndefo e le stats che rendono giustizia

K.C. Ndefo Saint Peter's at Maryland
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 19 Feb, 2021

Nel college basketball c’è il pieno di giocatori degni di nota ma poco pubblicizzati, magari perché militano nelle mid-major o perché svolgono il proprio compito all’ombra delle star. Dalla difesa di KC Ndefo ai canestri in serie di Max Abmas, oggi ve ne raccontiamo cinque che meritano attenzione. E lo facciamo partendo ogni volta da un dato statistico raccolto da KenPom che li inquadra nella maniera giusta.

16.61

È il Block Percentage di KC Ndefo: non solo il migliore dell’intera Division I ma anche, al momento, il più alto registrato in una singola stagione dal 2010-11 (quell’anno c’era William Mosley, volto poi diventato noto in Italia, che rifilava stoppate a destra e a manca).

Se non l’avete mai visto e immaginate il classico lungagnone fuori scala in una conference di nanerottoli, siete fuori strada. Il giocatore di Saint Peter’s è un’ala che arriva a malapena ai 2 metri (ammesso che effettivamente ci arrivi) e il cui impatto difensivo sta nella capacità di presidiare ogni zona del campo, di sganciarsi praticamente su ogni tipo di avversario.

L’elevato numero di stoppate è, sì, legato alle doti atletiche, ma lo è ancor di più a tempismo e letture di grande livello: in uno-contro-uno può tenere testa a lunghi più grandi e grossi di lui, ma è soprattutto in aiuto al ferro che è letale come pochissimi altri.

KC Ndefo guida i Peacocks non solo per stoppate di media (3.9), ma anche per recuperi (1.3) e punti (12.2), oltre a essere secondo per rimbalzi (6.1). Insomma, è vitale per la sua squadra. C’è poca varietà offensiva nel suo gioco (raramente si allontana dal canestro), ma forse può ritagliarsi uno spazietto da specialista nella NBA. Che finisca lì o in Europa, noi intanto dovremmo godercelo al college ancora per un altro anno.

 

19.0

È l’Offensive Rebounding Percentage di Fardaws Aimaq, mentre il suo DR% è esattamente doppio (38%). Non vi dice niente? Ecco, tenete conto che i due dati sono entrambi i più alti della D-I (e nemmeno di poco, nel secondo caso). Roba assolutamente folle, perché già è raro trovare lo stesso giocatore fra i primi 20 o 30 di entrambe le voci statistiche sul piano nazionale, figurarsi essere il primo in tutti e due i casi.

Il sophomore di Utah Valley è una forza della natura da 15.7 punti e 15.5 rimbalzi di media, cui aggiunge anche 1.9 stoppate, tanto per gradire. Coi suoi 211 cm d’altezza, 221 cm di wingspan e 111 kg di peso, crea una voragine in area in entrambi i lati del campo, ma è così dominante anche perché, oltre al poter prendere posizione profonda in post, a queste doti fisiche aggiunge anche buona dinamicità. Tra l’altro, da ragazzino, il canadese si dedicava alla MMA, quindi in quanto a spirito battagliero e disciplina diciamo che siamo a posto.

40.7

È l’Assist Rate di Neal Quinn, l’ottavo migliore della D-I. Nella Top 100 di KenPom in questa voce statistica ci sono soltanto due lunghi: lui e il nostro beniamino Ahsan Asadullah (che però quest’anno è “solo” 43°). Grande, grosso, un po’ cicciottello (213 cm per 127 kg) e passa il pallone benissimo: non a caso, il suo cibo preferito è “tutto!” (cit.) e il giocatore più amato è Nikola Jokic.

Quinn è il vero faro del gioco di Lafayette perché ha un tocco morbido intorno al ferro e un mid range jumper altrettanto pericoloso: è così che finisce per calamitare tante attenzioni e lui prontamente ne approfitta per imbeccare i compagni lasciati liberi.

La sua efficienza come passatore è fuori scala (3.36/1 di assist-turnover ratio) mentre quella realizzativa può ancora migliorare. È però solo un sophomore e ha la possibilità di diventare un fattore unico nel suo genere da upperclassman.

Neal Quinn quest’anno viaggia a quota 10.8 punti, 5.8 rimbalzi, 4.3 assist, 1.1 stoppate di media

75.0

È l’Effective Field Goal Percentage di Da’Monte Williams, terzo in assoluto e più alto a non appartenere a un lungo. Di lui non si parla mai ed è comprensibile quando produci 5.2 punti di media in una formazione trascinata da un’accoppiata speciale qual è quella formata da Ayo Dosunmu e Kofi Cockburn. Però senza contorno non si va lontano, neanche se ti chiami Illinois: è per questo che Williams merita più di credito di quanto gliene venga dato.

L’incredibile salto in avanti compiuto dagli Illini in quanto a precisione dall’arco (da #310 a #14 della nazione) va ricondotto in primis alla crescita di Dosunmu, ma il buon Da’Monte col suo assurdo 57.5% da tre su 2 tentativi a partita conta più di qualcosa. E merita un plauso speciale, perché parliamo di uno che nei primi tre anni aveva un modestissimo 27.6%.

Un 3-4 sottotaglia per statura (191 cm d’altezza) che però porta grande dosi di versatilità difensiva e di efficacia nel presidiare i propri tabelloni (5.4 rimbalzi di media con 19.1 di DR%). Glue guy perfetto per una squadra da Final Four.

Da’Monte Williams (Photo by Michael Allio/Icon Sportswire via Getty Images)

95.6

È il Min% (percentuale di minuti giocati su quelli a disposizione) di Max Abmas, il più alto della D-I. In pratica non lascia mai il campo. Come mai? È presto detto: il sophomore di Oral Roberts è il secondo realizzatore della nazione con 23.2 punti di media, avendo messo di recente la freccia per superare Cameron Thomas di LSU e Antoine Davis di Detroit Mercy (più in alto di tutti rimane solo l’inossidabile Luka Garza con 24.5 punti). Oltre a questo, guida i Golden Eagles anche per assist (3.5) e recuperi (1.5).

Abmas è capace di giornate da pura iradiddio: infatti nella scorsa settimana ha rifilato 42 e 30 punti in back-to-back contro South Dakota State. Il suo arsenale offensivo lascia a bocca aperta: sul pallone o lontano da esso, ha una miriade di soluzioni da sfoderare in ogni mattonella del campo. E c’è qualcosa di davvero speciale in lui, perché abbinare un’altissima efficienza sia al tiro (43.3% da tre su 8.6 tentativi) che come ball handler (1.89/1 nel rapporto tra assist e perse) con quel volume di possessi giocati e di tiri presi (il 30.3% delle conclusioni di ORU sono sue) è roba che non si vede tutti i giorni. Una combo guard irreale.

 

Copertina: KC Ndefo contro Maryland (Photo by Greg Fiume/Saint Peter’s Athletics)

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