In ottica Draft, le guardie sono spesso scavalcate dai talentuosi lunghi del college basket, ma le sorti della stagione delle loro squadre dipendono anche e soprattutto dalle loro mani. Dopo i migliori dieci freshman di questa stagione, è giunto il momento di dare un’occhiata alle migliori dieci guardie tra i returning players.
1. Johnny Juzang
UCLA – 198 cm, 95 kg
16.0 PTS – 4.1 REB – 1.6 AST
Dopo i tempi bui vissuti a Kentucky, il 2021 è stato l’anno della sua rinascita ed esplosione. Juzang ha preso per mano UCLA trascinandola a una cavalcata ai limiti dell’impronosticabile, dalle First Four alle Final Four, a suon di prestazioni offensive formidabili – memorabile quella contro Michigan – grazie alle sue uscite dai blocchi e al tiro dal palleggio. Deve migliorare l’attacco al ferro, ma coach Mick Cronin ha a disposizione una stella attorno alla quale costruire una squadra da titolo.
2. Max Abmas
Oral Roberts – 185 cm, 75 kg
24.5 PTS – 3.2 REB – 3.8 AST
Dopo qualche trentello durante la regular season, si è fatto conoscere dal grande pubblico nella scorsa March Madness come uno dei due protagonisti della cavalcata di Oral Roberts alle Sweet 16 e, a differenza di Kevin Obanor, lui ha deciso di non cambiare squadra. Va da sé che le sorti della Cinderella dello scorso Torneo dipendono soprattutto dalle sue mani. Scorer di extra lusso per il mondo mid-major, segna letteralmente da qualsiasi mattonella del parquet, con una facilità disarmante – 42.9% da tre e 47.7% dal campo – e il tiro dal palleggio è l’arma numero uno del suo repertorio.
3. Marcus Carr
Texas – 188 cm, 88 kg
19.4 PTS – 4.0 REB – 4.9 AST
Da Minnesota a Texas con la speranza di sbarcare in NBA a fine 2022. Nel suo ultimo anno al college, Marcus Carr ha scelto il nuovo progetto di Chris Beard per completare la sua maturazione e conquistare una delle sessanta chiamate del prossimo Draft. Il suo gioco è sempre cresciuto con costanza nel corso degli anni, adesso è già un attaccante di primordine – seppur ci sono margini di miglioramento dall’arco -, ma soprattutto è pronto a diventare un difensore d’élite sotto la guida di chi, con la difesa, ci costruisce le vittorie.
4. Ochai Agbaji
Kansas – 196 cm, 95 kg
14.1 PTS – 3.7 REB – 1.9 AST
In mezzo a tanti volti nuovi, Agbaji è quello ben conosciuto che rappresenta una solida certezza per Kansas. Già nella passata stagione si è messo alle spalle la discontinuità che ne aveva caratterizzato i primi due anni in canotta Jayhawks: adesso deve dimostrare di poter essere il leader della squadra. In difesa sa già fare tutto e, verosimilmente, è il miglior difensore del roster, mentre nella metà campo offensiva sta lavorando sodo per migliorare il suo tiro da tre (37.7% lo scorso anno). Entra nel suo anno da senior come una potenziale scelta al primo giro e come candidato al Player of the Year della Big 12. Le aspettative sono alte, sta a lui confermarle.
5. Jaden Ivey
Purdue – 193 cm, 91 kg
11.1 PTS – 3.3 REB – 1.9 AST
In estate è stato protagonista della vittoria al Mondiale U19 ed ora torna a Purdue con l’oro al collo e tanta voglia di stupire. Nei piani di coach Matt Painter, Ivey è il leader su cui costruire una squadra che possa finalmente arrivare alle Final Four. Ai Mondiali in Lettonia ha messo in mostra tutto il suo repertorio difensivo: occhio alle mani veloci, ma per poter rispettare le attese dovrà lavorare molto sul proprio tiro, fondamentale ancora da costruire, soprattutto da tre. Punto forte, invece, è il suo atletismo che, unito ad un ottimo QI cestistico, lo rendono temibilissimo in penetrazione.
6. Collin Gillespie
Villanova – 191 cm, 86 kg
14.0 PTS – 3.3 REB – 4.6 AST
Grazie all’anno extra di eleggibilità, torna a Villanova per il suo quinto anno di college basket. Dopo un’annata di grandissimo livello, un infortunio lo ha tenuto lontano prima dal torneo della Big East e poi dalla March Madness. Ora può finire quanto aveva iniziato un anno fa. Affidabilissimo palla in mano, in attacco è uno dei giocatori più efficienti della nazione (37esimo per offensive rating), in più conosce ormai a memoria il modo di intendere la pallacanestro di Jay Wright e sarà lui il floor general. Dovesse tornare a segnare maggiormente vicino al ferro, allora potremmo vedere una delle migliori stagioni individuali di sempre.
7. Marcus Sasser
Houston – 185 cm, 86 kg
13.7 PTS – 2.6 REB – 2.2 AST
È stato uno dei grandi protagonisti dell’arrivo alle Final Four di Houston, ma con la partenza di Jarreau è chiamato a diventare il leader. Rispetto alla passata stagione, dovrà gestire lui il possesso offensivo e non potrà avere tutta la libertà concessagli da Jarreau e Grimes, i quali lo avevano messo in condizione di colpire in spot up. Ha dalla sua un efficace pick and roll e un turnover rate relativamente basso, ma l’anno scorso viaggiava con assist rate del 19% che non è proprio incoraggiante. Attenzione alle triple: se dovesse aumentare il 34% del suo secondo anno allora il sistema di coach Sampson ha ottime chance di continuare a funzionare.
8. Remy Martin
Kansas – 183 cm, 79 kg
19.1 PTS – 2.8 REB – 3.7 AST
Dovrà riscattarsi da un’annata parecchio deludente e coniugare la sua anima da scorer con quella di playmaker. Rispetto ad Arizona State, Kansas ha tante opzioni offensive nel suo roster, Agbaji, Wilson e McCormack su tutti: Martin dovrà dimostrarsi capace di capire quando innescarli e quando mettersi in proprio. Sulle capacità realizzative c’è poco da dire: tutto si giocherà sulla sua abilità di diventare il centro nevralgico dell’attacco dei Jayhawks e sicuramente l’esperienza maturata ad ASU potrà aiutarlo. Sarà lui la svolta che permetterà a Kansas di vincere il titolo?
9. Caleb Mills
Florida State – 191 cm, 81 kg
9.8 PTS – 1.3 REB – 0.3 AST
Dopo l’infortunio della scorsa stagione subito dopo appena quattro partite e il clima creatosi a Houston con Sasser ormai più avanti di lui nelle gerarchie, è arrivato il transfer e la scelta di Florida State. Coach Hamilton dovrebbe dargli fiducia sin da subito e farne il primo violino della squadra. Nella sua stagione da freshman è stato il miglior realizzatore dei Cougars con 13.2 punti di media e il 36.5% da tre. La velocità non è il suo forte, ma è molto efficace nel creare spazio tra sé e il difensore grazie a crossover e step back che ne denotano il buon lavoro di piedi. Lavoro che gli torna utile anche in difesa, specie sulla palla.
10. Grant Sherfield
Nevada – 188 cm, 86 kg
18.6 PTS – 3.7 REB – 6.1 AST
La scelta di tornare da coach Alford, che lo aveva reclutato ai tempi di UCLA, è stata decisamente vincente. Ha dominato la Mountain West in lungo e in largo grazie al lavoro fatto sul suo tiro, passato dal 35.3% al 43.3% dal campo, anche se deve ulteriormente migliorare dalla distanza per diventare una minaccia credibile. Oltre ad essere un attaccante devastante, è anche un ottimo passatore, come testimoniano i sei assist di media per partita, e dalle sue mani passa la stagione di Nevada. L’obiettivo è quello di tornare nuovamente al Torneo e lui sarà la stella della squadra.