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Jacob Toppin, mister versatilità di Kentucky

Jacob Toppin - Kentucky
Autore: Manuel Follis
Data: 10 Nov, 2022

La vittoria di Kentucky contro Howard 95-63 nella prima giornata della stagione regolare non è una notizia, la squadra è profonda e ricca di talento. Ma c’è un giocatore che in questo inizio di stagione sta brillando più di altri ed è Jacob Toppin, fratello di Obi ex giocatore di Dayton da un paio di anni con i New York Knicks.

Jacob è tecnicamente un junior, ma in realtà è al suo quarto anno in Ncaa. Dopo una prima stagione passata a Rhode Island si è poi trasferito a Kentucky dove quest’anno sembra aver trovato la sua dimensione.

Una dinamo in campo, sempre in movimento, da un lato apporta la citata grande energia, dall’altro è l‘unico a garantire versatilità a coach John Calipari, in attacco e in difesa. Altezza e atletismo ne fanno un discreto rim protector ed efficace rimbalzista, soprattutto a rimbalzo dinamico. La sua agilità, al contempo, gli permette di essere produttivo sui piccoli dopo gli switch difensivi.

 

Un po’ in sordina, l’anno scorso è stato il quarto giocatore per Offensive Rating in tutta la SEC ed è stato il migliore in campo nella sanguinosa sconfitta al primo turno del Torneo contro la Cenerentola Saint Peter’s. Quest’anno la bidimensionalità è garantita dal lavoro fatto in estate sul suo tiro da fuori. Si era già notato nelle due amichevoli dei Wildcats, e il trend è stato confermato nella prima gara ufficiale contro Howard. Toppin ora quando è libero prende con sicurezza tiri dall’arco.

 

Chiariamo, si tratta di un fondamentale su cui ancora sta lavorando, non siamo di fronte al futuro Kevin Durant. Ma la sua versatilità sarà sicuramente una delle armi di Kentucky nel corso della stagione e non a caso il minutaggio che gli riserva coach Calipari è destinato ad aumentare. Per quanto visto finora, Toppin sarà usato molto come lungo in punta fuori dall’arco, perché in grado di tirare ma anche di mettere palla a terra e punire i pari ruolo in velocità. Se invece è marcato da giocatori più bassi, resta sempre un lungo, capace di giocare in post basso, soprattutto usando la sua mano forte.

 

Una futura star NBA? Al momento è improbabile, perché oltre all’età (classe 2000) il tiro non è (ancora) così letale e perché mancano almeno 10 chili, che però si possono sempre mettere. Immaginarlo invece come un potenziale gregario da rotazione, di quelli che portano sempre il 100% dell’impegno in campo, è più facile. Soprattutto se mostrerà continuità in stagione. E se il buon giorno si vede dal mattino…

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