Home 9 Focus 9 #1 Gonzaga | Preseason Top 25 | 2021-22

#1 Gonzaga | Preseason Top 25 | 2021-22

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 4 Nov, 2021
RTGIOCATOREPOSCMCLASSEANNOPTSREBAST
A1Andrew NembhardPG1962000Sr.9.12.44.3
A2Rasir Bolton (a Iowa State)SG1911999Sr.15.54.83.9
A3Julian StrawtherSF2012002So.3.41.30.0
A4Chet HolmgrenPF2132002Fr.---
A5Drew TimmePF2082000Jr.19.07.22.3
B1Hunter SallisSG196-Fr.---
B2Dominick HarrisSG1912002So.3.10.80.4
B3Anton WatsonSF2032000Jr.7.13.51.2
B4Nolan HickmanPG188-Fr.---
B5Ben GreggPF208-So.1.01.10.1
B6Kaden PerryPF206-Fr.---
B7Martynas ArlauskasSF2012000Jr.0.10.30.1

 

La squadra

Proprio come l’anno scorso, Gonzaga ha messo d’accordo un po’ tutti in preseason e inizierà la stagione come numero 1 della AP Top 25. Di certo coach Mark Few spera che almeno il finale sia diverso stavolta: gli Zags infatti devono raccogliere i cocci del sogno infranto da Baylor lo scorso aprile, quello della stagione perfetta che nessuno nel college basketball riesce a realizzare dal 1976 (allora fu Indiana a vincere il titolo NCAA senza alcuna sconfitta in stagione).

Questa sarà un’annata davvero particolare a Spokane, anche perché, per la prima volta dopo oltre vent’anni, non ci sarà più Tommy Lloyd, ora head coach di Arizona, come braccio destro di Few. Prima o poi doveva succedere. E le trasformazioni annunciate riguardano anche il roster. Gonzaga è ormai una potenza della pallacanestro universitaria e il suo appeal si riflette sulla composizione della squadra, mai come quest’anno contraddistinta da una presenza significativa di underclassmen a 4 e 5 stelle (sette giocatori).

Tanta gioventù e, per fortuna, anche un po’ di esperienza nel mix: è con questa combo che si presenta il pezzo forte della rosa, ossia la coppia di lunghi formata dal junior Drew Timme e dal freshman Chet Holmgren. Un frontcourt duo che sembra destinato a essere il migliore della nazione quest’anno – forse anche di gran lunga – e garantire la solita, grande prolificità offensiva di Gonzaga, la quale ha infatti chiuso le ultime tre stagioni come #1 della Division I per Adjusted Offense. Due torri per nulla gemelle che sembrano formare un incastro ideale e che probabilmente indurranno Few a rispolverare le giocate alto-basso del suo playbook, per un ritorno al passato però solo parziale, viste le caratteristiche uniche di Holmgren (ne parleremo meglio fra poco) e anche la varietà di opzioni offerte dal resto della truppa.

Negli spot dall’1 al 3 le gerarchie sono da definire, ma una cosa è sicura: Andrew Nembhard sarà la point guard titolare. L’anno scorso ha fatto un lavoro eccellente come spalla di Jalen Suggs, offrendo un contributo di sostanza in entrambe le metà campo: ora Few si aspetta da lui un passo in avanti in quanto a leadership e produzione offensiva. Per spalleggiarlo nel backcourt ci sono diversi candidati: Hunter Sallis è un atleta d’élite, ha grande positional size e uno spiccato talento offensivo che gli permette di giocare sia on che off the ball. Few ha detto a Blue Ribbon che la matricola 5-star è uno che impara in fretta: è dunque capace di rimediare alla propria inesperienza, ma al momento Rasir Bolton offre maggiori garanzie. Il transfer da Iowa State sa bene cosa significhi giocare ad alto livello, è abituato a grossi carichi di responsabilità ed è una combo guard saettante, perfetta per i ritmi sostenuti tipici degli Zags.

Per il ruolo di 3, invece, i giochi sono apertissimi: si può optare tranquillamente per un assetto a tre guardie, far partire Anton Watson come titolare (ottimo per dare un bel giro di vite in difesa), oppure ancora puntare su Julian Strawther. Il portoricano ha visto poco il campo da freshman ma nelle competizioni internazionali ha dimostrato di essere uno scorer micidiale (22 punti di media ai Mondiali U19 di due anni fa): è stato lanciato in quintetto nello scrimmage del 31 ottobre contro Eastern Oregon, facendo una figura eccellente, indizio importante riguardo le sue chance di ritagliarsi un ruolo di primissimo piano.

Una vita per Gonzaga: Mark Few siede sulla panchina dei Bulldogs in qualità di capoallenatore dalla stagione 1999-2000 (AP Photo/Ted S. Warren)

Giocatori in evidenza

Maggiore candidato per il National Player of the Year, non potevamo non inserirlo alla #1 nella nostra Top 10 prestagionale dei lunghi di ritorno al college. Drew Timme si è fatto un nome a livello mediatico con baffo ed esultanze originali, ma è soprattutto l’emblema vivente del post player che impera in area. Lavoro di piedi, coordinazione, tocco con entrambe le mani, pazienza, astuzia e finte: il texano offre davvero il pacchetto completo e non è un caso che l’anno scorso sia stato uno dei realizzatori più prolifici ed efficienti dell’intera NCAA: 10° della nazione per eFG% (66.3) e 15° per Offensive Rating (129.3) secondo KenPom, con numeri su Synergy da far strabuzzare gli occhi in quanto a punti per possesso prodotti in situazioni di post-up (1.276) e dal pick and roll (1.357).

 

Quello fra Chet Holmgren e Paolo Banchero sarà un gran bel duello a distanza per contendersi il titolo di miglior freshman di quest’anno. Gonzaga era nel suo destino (era infatti compagno di squadra di Jalen Suggs a Minnehaha Academy) ed essere al top fra i top sembra esserlo altrettanto. Holmgren arriva in D1 con un repertorio incredibilmente vasto – per una volta, l’appellativo di unicorno non è fuori luogo – in un corpo da Slenderman, risultato di una crescita fisica improvvisa. Del lungo ha i centimetri (ben 213 in altezza e 222 di wingspan) e la capacità di farli fruttare in area – sia in attacco che in difesa – ma è anche in grado di tirare da tre, agire efficacemente lontano dal pallone e, come se non bastasse, dispone di un ball handling a dir poco notevole per uno della sua taglia. Con Timme al suo fianco, tutto sembra apparecchiato per un dominio assoluto contro i frontcourt avversari.

 

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