Poco più di un mese di stagione è andato: quali sono stati i migliori giocatori europei fin qui? Facciamo il punto della situazione con una Top 5 (guidata da Sandro Mamukelashvili), degli highlights, un po’ di note sparse e un breve recap statistico.
N.B. Tutte le stats riportate sono relative alle gare di novembre e dicembre.

1. Sandro Mamukelashvili
SETON HALL – 18.2 PTS, 6.7 REB, 3.2 AST
Due diapositive per l’evoluzione di Mamu. Contro Penn State, tira giù un rimbalzo in difesa e coach Willard si affretta a gridare “Go! Go!” affinché il georgiano inizi a portare su palla. Già qualche giorno dopo, lo stesso giocatore – uno alto circa 211 cm – non ha più bisogno di urla dalla panca: slalomeggia allegro fra i birilli di St. John’s e distribuisce assist (ben 7) come uno che ha sempre e solo giocato da point guard. Nelle prime 5 gare di Big East disputate, solo un altro starter di SHU ha avuto un Assist Rate più alto del suo (23.1), ovvero Shavar Reynolds (26.2). Sandro Mamukelashvili aveva un imprinting da esterno, frutto dei suoi giorni biellesi, ma quel che sta facendo adesso va oltre. E le etichette classiche iniziano ad andargli strette. Fatto sta che fra triple, galoppate a canestro e spin move ubriacanti, c’è ben poca gente in giro che in attacco possa produrre quanto e come lui. Il salto di qualità in termini di leadership tecnica è compiuto: ora deve dimostrare di poterne fare uno per continuità di rendimento.
2. Oscar da Silva
STANFORD – 18.9 PTS, 6.0 REB, 2.1 AST
Il tedesco non è soltanto la solidità fatta giocatore col curriculum di chi potrebbe contendere a Yves Pons un ipotetico titolo di Most Interesting Man in College Basketball, ma è stato anche una continua fonte di sorprese, piccole e grandi, durante la sua carriera Ncaa. Prendete ad esempio la seconda azione della clip sottostante. Lui, che per molti versi sarebbe un atleta nella media, prende e ti chiude un taglio a canestro con una delle schiacciate più fragorose viste quest’anno. Effetti speciali a parte, contro Arizona ha proprio dato un saggio di qualità tecniche e QI. Ha martellato senza sosta degli avversari assolutamente impreparati negli aiuti in area e sui pick and roll. Alla fine, disperati, hanno provato anche una zona, ma non c’è stato nulla da fare. Oltre ai punti, porta anche una difesa fatta di esperienza, sacrificio, reazione e versatilità. Lì è andato sempre bene e sta andando anche meglio ora che sembra essersi messo alle spalle i problemi di falli delle primissime uscite.
3. Joël Ayayi
GONZAGA – 11.6 PTS, 7.8 REB, 3.3 AST
Il prospetto Jalen Suggs, il veterano Corey Kispert e un Drew Timme sempre più forte e personaggione. Questi sono i tre nomi di Gonzaga che finiscono più spesso nei titoli. Ma nella Death Lineup dell’attacco migliore in circolazione, c’è anche il francese che abbiamo sempre adorato per carattere e talento naturale. Ayayi sta compiendo uno stupendo processo di trasformazione (già visibile l’anno scorso) in giocatore adulto, capace di fare la differenza in modi che gli erano completamente (o quasi) sconosciuti da ragazzino rampante. E il fatto che ciò stia passando sottotraccia, dice molto su quanto siano formidabili questi Zags. Il bordelais, che nasce PG con la palla perennemente in mano e con alcuni balbettii dalla distanza, è ora una guardia ultraversatile che tira giù rimbalzi come un lungo, è perfettamente puntuale nel farsi imbeccare su tagli backdoor (Gonzaga uccide gli avversari anche così) e ha percentuali al tiro da tre in ascesa (10/27 fra novembre e dicembre per un bel 37%). Può esserci la gara dal rendimento silenzioso o quella in cui fa rumore: la sua parte, però, la fa sempre e comunque.
4. Franz Wagner
MICHIGAN – 12.0 PTS, 6.6 REB, 2.9 AST
Le sue percentuali nel tiro da tre e la sua produzione offensiva hanno fatto alzare qualche sopracciglio, ma da qualche partita sta migliorando su entrambi i fronti. E anche al di là di questo, ci va di dire una cosa: per quanto Hunter Dickinson sia fantastico per ciò che produce in prima persona e per la serie di situazioni che sblocca, il tedesco è possibilmente un game changer ancora maggiore. Quest’anno tocca a lui tenere il pallone in mano e, dall’alto dei suoi 206 cm d’altezza, fa cose proibite ai più: c’è acume offensivo, ci sono assist pregiatissimi e c’è la capacità di trovare canestri dal palleggio, arrestandosi dalla media e soprattutto andando fino in fondo (semplicemente assurdo il suo 78.6% al ferro con solo il 36.4% di conclusioni assistite). Insomma, una big guard come poche che ha pure un impatto notevole nella propria metà campo: forse non un lockdown defender, ma comunque una pedina ordinatissima che può cambiare molte carte in tavola grazie al suo mix di taglia ed estrema versatilità.
5. Toumani Camara
GEORGIA – 14.3 PTS, 8.7 REB, 1.6 AST
La sua crescita è stata così evidente che non potevamo non dedicargli un focus. Vero, sia lui che Wheeler hanno poi steccato la prima nella SEC, ma avranno occasione di rifarsi. I due sono il motore di una Georgia che ama correre e che, pur non potendo coltivare ambizioni particolari, può dare qualche dispiacere alle squadre dei piani più alti. Il belga è un prospetto intrigante sul piano atletico – mobile ed esplosivo – che banchetta in campo aperto, può far male negli uno-contro-uno dalla linea dei tre punti, porta versatilità e pressione in difesa oltre a una grossa quantità di rimbalzi (tre doppie doppie in sette gare finora). Se dovesse affinare il ball handling e mettere su un tiro credibile (la meccanica non è malvagia, ma le percentuali parlano in suo sfavore), le porte del Draft gli si potrebbero spalancare dinanzi.
Menzioni d’onore (in ordine alfabetico)
Occhio a…
Leader statistici
(Dati aggiornati al 31/12, minimo 5 gare giocate contro squadre di Division I)
🇪🇺 RPG
9.9 🇩🇰 Midtgaard (GCU)
8.7 🇧🇪 Camara (UGA)
8.4 🇵🇹 Queta (USU)
8.0 🇫🇷 Yetna (USF)
7.8 🇫🇷 Ayayi (Zags)
7.8 🇷🇸 Mahorčić (Illinois St)
7.8 🇧🇾 Massalski (USD)🇪🇺 APG
4.3 🇸🇰 Doležaj (Cuse)
3.7 🇪🇸 Carralero (Campbell)
3.3 🇫🇷 Ayayi (Zags)
3.3 🇫🇷 Elame (UTA)
3.3 🇵🇹 Queta (USU)— Riccardo De Angelis (@RicDeAnge) January 1, 2021
Copertina: Photo by Vincent Carchietta-USA TODAY Sports