Duke batte Virginia per la seconda volta in stagione (81-71) nella partita più attesa di questo sabato, in una JPJ Arena col tutto esaurito (ovviamente) e che non si è fatta mancare alcuni ospiti d’onore sul parterre: LeBron James, Rajon Rondo e la leggenda locale Ralph Sampson. Con questa vittoria, i Blue Devils raggiungono i cugini di North Carolina in vetta alla ACC (record 9-1).
La chiave che non ti aspetti
Virginia ha fatto la partita che doveva fare: Duke quella che in teoria non potrebbe fare. Puoi difendere bene quanto vuoi – e Virginia lo fa da dio – ma se una squadra col 30.8% da tre in stagione riesce a rifilarti 5 triple in più della sua media stagionale e con percentuali alte (13/21, 61.9%), c’è ben poco da inventarsi. Insomma, quella della truppa di Coach K è stata una prestazione irreale (in generale e a maggior ragione per una squadra del genere).
RJ Barrett (26 punti) nel primo tempo e Cam Reddish (17 punti) nel secondo hanno scardinato la difesa dei Cavaliers prendendo buoni tiri e segnando a ripetizione dalla distanza, rispettivamente con 6/10 e 5/8 a fine gara. Questo è stato il fattore che più di ogni altro ha segnato le sorti dell’incontro: un qualcosa che molto probabilmente non rivedremo più da parte dei Blue Devils ma che intanto vale il primo posto nella conference.
Di fronte all’improbabile, Virginia non poteva né doveva cedere alla tentazione di sbilanciarsi, pena invitare a nozze Duke con la sua capacità di travolgere tutto e tutti non appena le viene lasciato mezzo spiraglio per attaccare il ferro. Del resto, c’era già abbastanza cui fare fronte in quanto ad aggiustamenti obbligati, vista l’uscita di scena di Mamadi Diakite a fine primo tempo dopo una botta alla testa rimediata scontrandosi col compagno di squadra De’Andre Hunter. L’assenza di Diakite si è rivelata fatale per i Cavaliers, privi della pedina più pregiata in difesa e di una importante opzione nelle rotazioni.
Coach Tony Bennett già doveva fare i conti con un Kyle Guy in dubbio fino all’ultimo per dei problemi alla schiena: la sfortuna ha davvero fatto la sua parte per gli Hoos, non c’è che dire.
La difesa di Duke
Se la prestazione al tiro dei ragazzi di Coach K è stata un’anomalia, è vero anche che non è possibile vincere una partita del genere solo con la buona sorte. I Blue Devils hanno fatto un lavoro discreto in difesa (e non è assolutamente la prima volta quest’anno) coi loro cambi sistematici, soprattutto togliendo respiro alla coppia Ty Jerome-Kyle Guy per lunghi tratti prima che questa si sbloccasse durante gli ultimi minuti del primo tempo (infine autori di 16 punti a testa con 12/26 dal campo e 3/3 ai liberi in totale).
Un sforzo concretizzato non soltanto attraverso il “solito” Tre Jones, ma col contributo di tutti, anche quello di un insospettabile Marques Bolden. Ve la ricordate quella Duke dell’anno scorso, quella che si squagliava quando non si metteva a zona? Quante cose possono cambiare in un anno, in un posto come Durham!
Quando Zion gioca così così
Virginia oggettivamente ha fatto una buona partita. Lontana dall’essere perfetta, piena di rimpianti per qualche canestro facile buttato via, ma comunque buona nel complesso. Uno dei suoi meriti è stato quello di aver limitato sapientemente l’impatto di Zion Williamson, braccato e, per questo, responsabile di 5 delle 15 palle perse di Duke. Ecco, la cosa abbastanza allucinante è che poi il tabellino personale del ragazzone recita quanto segue: 18 punti (6/8 dal campo, 5/7 ai liberi), 5 rimbalzi, 5 assist, 3 stoppate e 3 recuperi. In una serata mediocre. Auguri, eh.