È stato un Draft Nba 2020 più cauto del previsto, con poche trade (qui per il riepilogo delle mosse di mercato) a scompigliare l’ordine di scelta (trovate la lista dei 60 qui in fondo). Però ci sono state alcune notevoli sorprese, con giocatori scesi più del previsto.
È il caso appunto del nostro Nico Mannion. Proiettato come talento da lottery a inizio stagione, alla fine non ce l’ha fatta ad entrare fra le prima trenta scelte – i più, noi compresi, lo immaginavano grossomodo a fine primo giro – ed è stato infine draftato da Golden State alla #48, in maniera simile a quella di suo papà Pace (scelta #43 dei Warriors nel 1983).
Mannion troverà altri due rookie nella Baia. Mentre le cattive notizie sulla salute di Klay Thompson si rincorrono, è stato preso alla #51 Justinian Jessup, un cecchino assoluto col 40.3% da tre in carriera a Boise State. Poi c’è anche e soprattutto James Wiseman, scelta #2 di questo Draft Nba. Il centro di Memphis darà rimbalzi, atletismo e verticalità ad un roster che non ha mai trovato l’erede di Andrew Bogut, nonostante tante pick spese sui lunghi. Da capire la sua adattabilità ad un gioco così read & react come quello dei Warriors.
Facciamo però un passo indietro alla #1 assoluta di questo Draft Nba: qui Minnesota ha compiuto una scelta conservativa e molto logica. Prendere Anthony Edwards è la mossa più sensata per fit e per gerarchie: non si sconvolgono gli equilibri con un LaMelo, né si prende un possibile doppione di Karl-Anthony Towns, ma si aggiunge un terzo violino con tanto potenziale realizzativo e difensivo. A livello di fisico è pronto sin da subito: c’è però da espandere il gioco lontano dalla palla e fare un deciso scatto in avanti per tenuta mentale.
LaMelo Ball è sul gradino più basso del podio e Charlotte gli darà le chiavi per farne una squadra entusiasmante in attacco. Volto della franchigia, tiro da tre e giocate spettacolari: il fratello di Lonzo dividerà i compiti di creazione con Devonte Graham, trovando nell’ex Kansas e in PJ Washington due compagni capaci d’innescarlo anche lontano dalla palla. Tanti dubbi sulla difesa, ma è un discorso che vale per tutti gli Hornets, squadra che aveva anche bisogno di un lungo e ha quindi virato su Vernon Carey (#32) e su Nick Richards (#42).
Chicago ha sparigliato le carte alla #4 scegliendo Patrick Williams da Florida State. Un bulldozer versatile (208 cm per 102 kg), dal punto difensivo può nascondere le difficoltà di Lauri Markkanen ed essere utilizzato da subito, nonostante sia uno dei più giovani. Tiratore in divenire (32% dalla distanza, ma con buone percentuali ai liberi), tra le poche lacune c’è l’aspetto mentale, anche se qui non parliamo di casi delicati alla Edwards. In uno spogliatoio con Zach LaVine come alpha dog, non sembra essere la cosa migliore.
Washington ha sorriso perché nessuno si aspettava che Deni Avdija potesse scendere fino alla #9. Playmaking unito ad una stazza da lungo, l’ex Maccabi si affiancherà a Rui Hachimura in una delle coppie di ali internazionali più interessanti. Gli sarà chiesto di avere un impatto sin da subito in difesa, visto che l’attacco è ben saldo nelle mani di John Wall e Bradley Beal.
Intermezzo: Tyrese Haliburton (preso alla #12 da Sacramento) vince il premio per il Miglior Vestito della serata, ringraziando la nonna di avergli fornito le tende da girare al sarto.
.@TyHaliburton22’s draft day ‘fit 💐 @brkicks pic.twitter.com/tQLW4ptS3O
— Bleacher Report NBA (@BR_NBA) November 19, 2020
Alla #10, Phoenix ha cercato di fare la stessa mossa fatta lo scorso anno con Cam Johnson: stracciare tutti i mock del mondo. Missione compiuta, perché aggiungono Jalen Smith ad un roster pronto per fare i playoff (dopo la trade per Chris Paul). Il lungo da Maryland è più che capace di metterla da tre (36.8% da sophomore) e ha il fisico giusto per rifilare stoppate e tirare giù rimbalzi. Può fare il cambio di De’Andre Ayton o addirittura giocargli vicino, se uno dei due riesce a difendere sul perimetro.
A Detroit, il Gm Troy Weaver ha fatto un ottimo lavoro a rimediare altre due scelte per i derelitti Pistons. Dopo aver soddisfatto il bisogno di pescare una PG (Killian Hayes alla #7) si è concessa un azzardo alla #16 con Isaiah Stewart da Washington: un lungo sottodimensionato, ma molto roccioso, capace di proteggere il ferro e di prendere rimbalzi. Alla #19, una solidissima scelta da inserire nelle rotazioni delle ali: Saddiq Bey, unico giocatore in uscita da Villanova che porta fisico e tiro ottimi.
Dalla 25 alla 27, rispettivamente New York, Boston e Utah hanno fatto delle scelte da amanti del college. I Knicks hanno preso Immanuel Quickley, miglior realizzatore di Kentucky dello scorso anno, i Celtics hanno investito su Payton Pritchard, il veteran leader di Oregon, mentre i Jazz hanno scommesso sul cambiamento fisico di Udoka Azubuike di Kansas.