Home 9 Focus 9 NBA Combine, crescono Williams e Procida, scende Keels

NBA Combine, crescono Williams e Procida, scende Keels

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 23 Mag, 2022

Come ogni anno, a Chicago è andata in scena l’NBA Draft Combine, ovvero una sorta di fiera espositiva dove le giovani promesse del college e non solo vengono misurati, osservati e analizzati in ogni aspetto del loro gioco per capire le loro potenzialità in ottica NBA. La Combine produce sempre scossoni alle quotazioni Draft dei giocatori, quindi andiamo a vedere chi le ha migliorate e chi no.

Promossi

Jalen Williams. La guardia di Santa Clara sembra essere all’unanimità il giocatore che ha migliorato di più le proprie quotazioni, tanto da spuntare in diversi mock draft americani. Si tratta di una guardia moderna di oltre due metri capace di segnare con quasi il 40% da tre grazie ad una varietà di soluzioni dal pick and roll. É uno di quei giocatori capaci di riempire tutte le voci del boxscore. Nella combine ha stupito per la sua efficienza (19 punti con solo otto tiri tentati), ma soprattutto per le dimensioni e atletismo: 7’2 di wingspan e 5° in elevazione massima.

Gabriele Procida. C’è anche un bel po’ di Italia in questo Draft. Oltre a Banchero, ci sono due prodotti del nostro campionato come Procida e Spagnolo. L’ala della Fortitudo Bologna è quello che ha impressionato di più: ha confermato quel mix di atletismo, lunghezza e tiro da tre intravisto nell’ultima altalenante stagione in Italia. É stato il miglior del lotto nello sprint su 3/4 di campo (completato in 3.07 secondi) e si è tolto la soddisfazione di essere intervistato da Manu Ginobili durante il colloquio con gli Spurs. La sei giorni di Chicago potrebbe dargli una mano a scalare il secondo giro del Draft.

I vecchi del college basketball. La Top 5 annunciata di questo Draft non si è presentata alla combine per preservare le proprie quotazioni e allora ecco che a prendersi le luci della ribalta a Chicago ci hanno pensato i cari vecchi upperclassmen del college basketball. Andrew Nembahrd di Gonzaga ha giocato una partitella pazzesca chiudendo con una super doppia doppia di 26 punti e 11 assist, mostrando tutta la sua intelligenza nello scansionare la difesa avversaria e prendere la decisione giusta. Collin Gillespie di Villanova si è mostrato in splendida forma, chiudendo con il miglior rapporto assist/palle perse tra i playmaker (15 assist e una sola persa) e imponendosi come uno dei migliori tiratori. Chiudiamo con Mark Williams in odore di una scelta in Lottery dopo un autentico show nelle misurazioni: 9’9 di standing reach è la seconda misurazione di sempre dopo quella inarrivabile di Tacko Fall (10’2.5). Per dire Rudy Gobert nel 2013 fu misurato 9’7.

I promossi dal Camp G League. Attenzione, non stiamo parlando di chi ha passato la stagione con l’Ignite Team (anche se Dyson Daniels sembra aver impressionato tutti) ma dei ragazzi che hanno prima partecipato all’Elite Camp della G League, ovvero una combine per quei giocatori NCAA che non hanno un grande curriculum per la NBA. In sette si sono guadagnati una chiamata a quello NBA e in pochi hanno fatto una bella figura. Bryson Willams di Texas Tech continua a stupire: ha dominato su entrambi i lati del campo le partitelle della G League, dando poi prova di versatilità in quella dell’NBA dove ha mostrato tutte la sua mobilità in difesa e sotto il canestro (ha chiuso con 3 stoppate). Il secondo ad aver stupito è la guardia di Houston Marcus Sasser, ovvero uno dei migliori realizzatori visti in questi sei giorni. Chi ha impressionato per gioco e forma fisica è stato Kenneth Lofton, centro di Louisiana Tech, da sempre in evidente ed abbondante sovrappeso. Ha mostrato un fisico più asciutto che gli ha permesso di variare di molto il suo già ottimo gioco offensivo.

Una coppia da Kansas. Ci sono solo cose buone da dire sui due Jayhawks presenti in questi giorni. Jalen Wilson si unisce al gruppo dei G Leaguers che hanno stupito anche alla Combine NBA, mostrando un migliorato tiro da tre (grande tallone d’Achille in stagione, 26.3%) e il solito playmaking in transizione. Potrebbe aver conquistato una chiamata al secondo giro, mentre il compagno Christian Braun potrebbe essersi guadagnato una scelta al primo. Ha battuto il suo compagno di squadra Ochai Agbaji in termini di atletismo (3° miglior dato in elevazione massima), mostrando come il gioco messo in evidenza a Kansas, fatto di hustle play, tiro da tre e difesa, sia perfettamente replicabile in NBA. Bill Self li ha incitati da bordo campo e probabilmente dovrà mettersi l’anima in pace per un loro, a questo punto clamoroso, ritorno a Lawrence.

Bocciati

Trevor Keels. Ha deluso moltissimo. Per tutta la stagione ci siamo chiesti cosa potesse essere in ottica NBA, oltre ad essere una palla di cannone in transizione. La combine non è servita a chiarire la situazione. Tra i peggiori in quasi ogni esercizio o misurazione, tanto da non destare alcuna impressione negli scout, solitamente molto generosi nelle descrizioni. Anche il suo fisico eccellente è stato smontato dalla misurazione della massa grassa, una delle peggiori del lotto. Non a caso sono uscite alcune sue dichiarazioni in cui ha parlato di un possibile ritorno a Duke, dove coach Jon Scheyer lo aspetta a braccia aperte.

Patrick Baldwin Jr. Potrebbe sembrare accanimento, ma non ne sta andando una giusta in questa stagione a Baldwin. Dopo una pessima annata a Milwaukee, che non è servita a salvare il lavoro del padre, anche alla combine si consuma un piccolo disastro per Baldwin. Tutti hanno apprezzato la combinazione tra doti da scorer e fisico, ma oltre questo c’è poco altro. La sua elevazione massima è stata la peggiore della combine e tra le peggiori della storia della combine. Anche in termini di velocità ha lasciato a desiderare. Non sembra avere, al momento, un corpo capace di reggere questi ritmi.

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