Nessuno di loro è presente nella prima versione del Super Mock Draft ma potrebbero trovare spazio nei primi 30 nomi del Draft 2023. Ecco cinque returning players in cerca della stagione della consacrazione.
André Jackson (UConn)
Non ci voleva la rottura del mignolo destro che lo terrà fuori fino a novembre, ma André Jackson è un pezzo cruciale della nuova arrembante versione di UConn. Al suo secondo anno, ha dimostrato di essere molto di più di uno schiacciatore elettrizzante. Ha aggiunto una versatilità difensiva che gli permette di marcare chiunque e una interessante dimensione di creatore di gioco. Non a caso per coach Dan Hurley è la chiave di volta del nuovo sistema tattico, come descritto a The Blue Ribbon: “Jackson sarà il nostro portatore di palla con tre tiratori attorno a lui e un fantastico centro [Adama Sanogo, ndr]“.
Un’arma tattica quindi, un playmaker di due metri che ha messo su un discreto tiro da tre (36% lo scorso anno) e che dovrà imbeccare i compagni Sanogo e Hawkins. Esagerato definirlo una tripla doppia ambulante, ma sarà un incubo marcarlo. Dovesse riuscire a mettere tutto insieme ed elevare il suo gioco, avremmo una stella in Division I e un prospetto interessante per la fine del primo giro.
Jamarion Sharpe (Western Kentucky)
Ve lo ricordate Tacko Fall? Ecco, con Jamarion Sharpe non siamo poi così lontani da quelle altezze. I suoi 226 cm lo rendono il giocatore più alto della Division I e Western Kentucky lo sfrutta come miglior stoppatore della nazione con oltre 4.6 di media (17.8 di Blk%). Rispetto alla lentezza degna di un camion di Fall, Sharpe porta a spasso per il campo la sua stazza con una tranquillità e una fluidità di movimento che fa alzare le sopracciglia.
La sua mobilità non lo rende un corpo estraneo ai batti e ribatti di una partita e in attacco può essere trovato facilmente come lob catcher e come rimbalzista, oltre che ad aggiungere un fattore in più al suo dominio difensivo visto che può essere onnipresente nei pressi del ferro. È bastato un anno per far circolare il suo nome: se dovesse confermarsi o addirittura alzare il proprio rendimento, potrebbe essere una scommessa interessante.
Jalen Warley (Florida State)
Da qualche anno, Florida State si sta affermando come una fucina di talenti adatti alla Nba odierna. Arrivano sempre sotto traccia, visto che la rotazione allargata dei Seminoles fa sì che le cifre individuali dei suoi componenti non saltino all’occhio. La lista è lunga e Jalen Warley potrebbe essere il prossimo. McDonald’s All American e miglior prospetto dello stato del Pennsylvania che lo scorso anno ha inciso meno del previsto. C’è stato però un grosso lampo al Cameron Indoor Stadium quando ha messo insieme 15 punti, 7 rimbalzi e 6 assist contro Duke. Ecco questo potrebbe essere il riferimento per la guardia al secondo anno. Playmaker pass-first di due metri che trova la maggior parte dei suoi punti in transizione, difensore incredibilmente aggressivo capace di cancellare gli avversari dal campo. Non sa cosa significa tirare da tre (30 conclusioni lo scorso anno) e dovrà essere più aggressivo al ferro dove soffre fisicamente, ma il materiale per sorprendere c’è.
Allen Flanigan (Auburn)
Prima dell’infortunio al tendine d’Achille il suo nome era stato accostato a quello della Nba. D’altronde di un’ala di due metri che difende forte, tira con un onesto 34% da tre e sa contribuire in attacco senza chiedere palloni in mano è sempre utile. Poi il peggior degli infortuni che si possa avere unito ad una straordinaria versione di Auburn che non richiedeva la sua presenza per essere al #1 del ranking non hanno facilitato il suo ritorno nella scorsa stagione.
Ora Flanigan è pronto a riprendersi tutto. In una squadra che cercherà di avere più raziocinio il senior potrà essere il coltellino svizzero: è in grado di punire i mismatch, attaccare il ferro con il suo atletismo, tagliare con ottimo tempismo, oltre che battagliare a rimbalzo ed essere presente in ogni dove in difesa. Dovesse ritrovare la fiducia persa da tre punti (è sceso al 20% lo scorso anno) diventerebbe un altro tipo di giocatore. Queste cose qui, fatte in estate, non le avevamo mai viste.
Hunter Sallis (Gonzaga)
The Almanac preferisce Nolan Hickman come possibile breakout player di Gonzaga, ma noi andiamo sull’altro sophomore, Hunter Sallis. Il primo ha giocato di più e per molti è in lotta per un posto dal quintetto, ma in ottica Nba Sallis ispira di più. Il motivo? Una guardia che unisce taglia (195 cm), atletismo e difesa è merce rara, anche al piano di sopra. Ha tutto per essere un lockdown defender, uno che passa forte sopra il blocco e che non dà fiato al portatore di palla, oltre ad essere una minaccia sulle linee di passaggio grazie alle braccia lunghe.
A livello offensivo Sallis può completare benissimo il regista di turno grazie ai suoi movimenti lontano dalla palla, al tempismo nei tagli e un fiuto anche per il rimbalzo offensivo. Serviranno tiratori per aprire il campo a Drew Timme e questo potrebbe penalizzarlo (tira con il 26.7%), soprattutto perché a causa del caricamento basso spesso dilapida metri di spazio.