Dopo il titolo nazionale del 2018, Villanova ha perso quattro giocatori chiave, rimanendo con i soli Phil Booth ed Eric Paschall a rappresentare quella classe che ha portato i Wildcats sulla mappa del grande college basket. La stagione conclusa lo scorso giugno ha messo la parola fine a questo ciclo. I due senior ora sono in NBA – uno scelto al Draft, l’altro a cercare un contratto giocando la Summer League con Cleveland – e la squadra di Jay Wright si trova per la prima volta dopo anni a disputare una stagione senza giocatori all’ultimo anno.
La scorsa stagione ci ha mostrato quanto sia importante l’esperienza nel torneo NCAA e quanto i freshman passati non siano riusciti ad integrarsi pienamente nel credo e nel gioco di Villanova. La stagione che sta per cominciare sarà un bel banco di prova sia per i sophomore – Saddiq Bey, Brandon Slater, Cole Swider – sia per coach Wright, che mai come il prossimo anno dovrà contare sull’apporto dei freshmen. Infatti, se lo scorso anno il loro utilizzo è stato molto scarso (il solo Bey ha avuto un utilizzo elevato), quest’anno dovranno essere per forza di cose uno dei fulcri della squadra.
Ipotizzando il quintetto base dei prossimi Wildcats è verosimile che ci saranno almeno due nuovi arrivati in campo: Bryan Antoine e Jeremiah Robinson-Earl. Il primo è un papabilissimo one-and-done, il secondo è uno dei migliori lunghi della classe 2019 e potrebbe spodestare abbastanza velocemente Dhamir Cosby-Roundtree prendendosi il posto nello starting five.
Se la squadra è una delle più giovani degli ultimi anni, è anche una di quelle che avrà più opzioni di gioco. Il roster del prossimo anno è davvero profondo e permetterà a Wright di adattare il quintetto a seconda dell’avversario che avrà davanti, passando da quello dei lunghi a quello dei tiratori – che potrebbe dare lo strappo finale alle partite. Guardando le statistiche dei giocatori nella passata stagione, Villanova è potenzialmente una delle migliori squadra dall’arco con Collin Gillespie (38.1% da tre l’anno scorso), Saddiq Bey (37.6%) e Jermaine Samuels (35.1%) a cui si aggiunge Antoine con oltre il 40% in AAU. Starà a Wright capire come sfruttare questo potenziale, ma soprattutto quando sfruttarlo.
La Nova Nation deve quindi dar vita a un nuovo ciclo che per forza di cose sarà diverso da quello appena concluso, ma che dovrà essere altrettanto vincente. Il reclutamento di ottimi freshman già pronti al salto espone Villanova al pericolo dei one-and-done (uno negli ultimi venti anni di Draft), ma apre nuove possibilità a coach Wright che potrà così sperimentare nuovi metodi per la sua giovane squadra, provando a modificare ciò che è stata fino ad ora. Da lui, dalle capacità di coinvolgere i nuovi arrivati e dei junior di rivelarsi all’altezza del compito che li aspetta, dipenderà molto del destino dei Wildcats nella prossima stagione. Dopo aver messo Villanova sulla mappa dei grandi college NCAA, un passo indietro non è accettabile.