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Verso il Draft 2020 – Killian Hayes

Killian Hayes
Autore: Stefano Fontana
Data: 26 Ott, 2020
Killian Hayes

Killian Hayes

Luogo di nascita: Lakeland, Florida
Data di nascita: 27 luglio 2001
Altezza: 195 cm
Peso: 80 kg
Ruolo: 1
Squadra: Ratiopharm Ulm (GER)
Stats 2019-20: 11.6 PTS, 3.1 REB, 5.4 AST, 1.5 STL
#7 nel Super Mock Draft NBA

Carriera

Killian Hayes nasce negli USA ma cresce in Francia, dove il padre DeRon gioca per dieci stagioni. Durante il suo sviluppo, si capisce rapidamente che il suo talento è di altra caratura rispetto a quello del genitore, onesto mestierante delle leghe europee. A 14 anni vola a Parigi, reclutato dal CFBBil centro federale francese, dopodiché si fa notare nelle due annate giocate allo Cholet in LNB.

La scorsa stagione ha fatto un ulteriore passo in avanti, incantando a larghi tratti con la canotta della Ratiopharm Ulm, tra Bundesliga ed EuroCup. Dopo il lockdown, Hayes ha approfittato della possibilità concessa dalla lega tedesca per rimanere negli Stati Uniti. Invece di rientrare nella “bolla” di Monaco di Baviera per disputare i playoffs, dunque, ha preferito rimanere in Florida per prepararsi al meglio in vista del Draft.

Punti di forza

Versatilità offensiva – Tra le guardie da primo giro, Hayes è probabilmente quello con la rosa di soluzioni più ampie per concludere a canestro. A suo agio dalla media, brilla sia in isolamento che dal pick and roll e riesce a tirare fuori punti anche da situazioni statiche, aprendosi spazi quasi a suo piacimento. Il suo marchio di fabbrica però è lo step-back, che mette in pratica magistralmente sia verso destra che verso sinistra.

FisicitàIn attacco, sfrutta la potenza della parte superiore del corpo per proteggere la palla e trovare soluzioni creative vicino al canestro. In difesa, ha dimostrato di poter difendere almeno su tre slot del quintetto avversario, anche se in NBA questa forbice sembra destinata a restringersi.

Skillset – Non solo realizzazioni: Killian Hayes ha dimostrato anche grandi qualità da facilitatore per i compagni. Col suo ball handling riesce a sbilanciare quasi sempre il difensore, ma anche a trovare il compagno libero in maniera rapida e precisa, spesso con giocate creative.

Punti deboli

Mano destra – Mancino naturale, Hayes non nasconde la sua preferenza per la mano sinistra, anzi: tutti i suoi passaggi e le penetrazioni più efficaci arrivano da quella parte. Verosimilmente, una volta approdato nella NBA faranno di tutto per negargliela, rischiando di scoprire le lacune importanti presenti dal versante opposto.

Meccanica di tiro – Nell’ultima stagione ha tirato col 29% da tre, oscillando tra il 39% dell’Eurocup ed il 22% della Bundesliga. La meccanica di tiro è un po’ scomposta, ma soprattutto lenta: rischia di essere un peccato capitale in una lega frenetica con spazi e tempi ristretti. Si tratta di uno degli aspetti sui quali il francese ha lavorato in questi mesi di preparazione e che potrebbe aver migliorato in vista del Draft.

Difesa intermittente – Non è di certo catalogabile come cattivo difensore, ma i suoi sforzi sono concentrati più in singoli momenti, per rubare palla o stoppare l’avversario, che spalmati su tutta l’azione. Sui parquet più importanti del mondo gli sarà richiesto di cambiare rapidamente, coprire il lato debole e magari lottare a rimbalzo: gli servirà sicuramente più concentrazione nell’arco dei 24 secondi.

Paragone

Un mancino praticamente inarrestabile in penetrazione e letale in step-back? Sì, quello che è venuto in mente a voi è venuto in mente a tanti appassionati e addetti ai lavori, che hanno fatto girare quel nome quasi con vergogna, a mezza bocca: James Harden. Nonostante le caratteristiche simili, tuttavia, il livello della stella degli Houston Rockets sembra inarrivabile anche nella più rosea delle ipotesi per lo sviluppo di Killian Hayes. Un profilo su cui tutti sembrano concordare come parallelo è quello di D’Angelo Russell: mano mancina superba, ottime doti realizzative e un tiro dall’arco non solidissimo. Forse rispetto al giocatore dei Timberwolves, Hayes può godere di un qualcosa in più in termini di playmaking, ma dovrà dimostrarlo nei momenti che contano.

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