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Verso il draft, tutti i giocatori con la valigia

Autore: Raffaele Fante
Data: 10 Apr, 2017

Nell’avvicinamento a tappe al draft del 22 giugno, iniziamo a vedere quali sono i giocatori che si sono già dichiarati. La rivoluzione del regolamento NCAA dell’anno scorso ha lasciato più tempo agli underclassmen che possono “test the waters”, cioè annusare l’aria che tira, e poi prendere la loro decisione finale dieci giorni dopo l’annuale Nba Draft Combine, a meno che non abbiano assunto un agente. In quel caso, la loro scelta è già definitiva e non possono più tornare indietro. Partiamo dalle date: la early entry deadline è fissata per il 23 aprile ed è per questo che in molti non hanno ancora fatto sapere che ne sarà di loro, il Combine si terrà dal 9 al 14 maggio ed entro il 24 maggio ci si potrà quindi ritirare dal draft e tornare al college.

Vediamo chi si è dichiarato finora, ovviamente trascurando i senior che sono tutti automaticamente eleggibili.

Le certezze

Sono arrivati al college con la scritta one and done appiccicata sulla fronte, quindi non ha creato nessuna sorpresa che le 4 PG più attese tra i freshman del 2017 abbiano salutato coach e compagni un minuto dopo aver chiuso la stagione. Dennis Smith (NC State) e Markelle Fultz (Washington) hanno anticipato tutti visto che la post season l’hanno vista in tv, Lonzo Ball (Ucla) è stato distrutto da De’Aaron Fox (Kentucky) in una divertente Sweet 16, ma ci sono pochi dubbi che verrà scelto lui per primo nel draft. Altri freshman da primo turno che si sono già dichiarati sono Malik Monk (Kentucky) e Jayson Tatum (Duke) e lo stesso ha fatto Harry Giles (Duke), anche se la sua stagione iniziata da n.1 della classe 2017 per Espn è finita con zero punti nelle due partite giocate al torneo: ecco il classico caso di giocatore che prova subito la carta Nba dopo non aver dimostrato nulla e con l’aggravante di grosse incognite sul suo fisico.

Le incertezze

Giles è il più serio candidato a seguire le orme di Skal Labissiere e Cheick Diallo, ma non è certo l’unico: Omer Yurtseven (NC State) non ha firmato con un agente e quindi potrebbe non aver chiuso la sua sin qui dimenticabile carriera universitaria, ma almeno ha i suoi 7 piedi da portare al draft. Cosa abbia invece spinto Isaiah Briscoe (Kentucky), cioè una guardia come mille altre ma che ha tirato con il 21% da 3 in due anni al college, a dichiararsi prendendo un agente rimane un mistero difficile da spiegare e grossi dubbi ci sono anche sulla scelta di Edmond Sumner (Xavier) di fare altrettanto, visto che presentarsi alle franchigie Nba con un crociato appena ricostruito non è mai il migliore dei biglietti da visita.

Chris Mack di fianco a Edmond Sumner infortunato

I nuovi unicorni

Questo è il genere di giocatore che all’Nba piace tanto e che ora va assolutamente di moda quindi è più che probabile che la scelta di dichiararsi di Johnathan Isaac (FSU),  Lauri Markkanen (Arizona) e John Collins (Wake Forest) sia quella giusta perché potrebbero trovare estimatori già al primo giro. Difficile dire se saranno Kristaps Porzingis o Dragan Bender, ma di certo i minuti da centro che hanno giocato al college saranno un ricordo. Un anno in più al college avrebbe fatto senz’altro bene a Justin Patton (Creighton) anche se è comprensibile la sua scelta di sfruttare una stagione da freshman assolutamente sopra le aspettative. Lo stesso non si può dire di Jarrett Allen (Texas) che andrà al draft al termine di una stagione disastrosa con l’ultimo posto nella Big 12 e nessuna tripla realizzata. Ma non ha assunto un agente e ha fatto bene.

I centri grezzi

Non è stata una grande stagione per i big man e quello di giugno non sarà di certo un draft per centri. Nessuno ha infatti già preso un agente ma qualche nome interessante c’è, a partire da Bam Adebayo (Kentucky) che non ha avuto l’impatto che il suo fisico poteva garantirgli a livello di college basketball, ma resta il più pronto per il piano di sopra. Potrebbe interessare anche Ike Anigbogu (UCLA), 7 piedi ancora più grezzo di Adebayo ma con grande atletismo Nba, meno chances ha Angel Delgado (Seton Hall), primo rimbalzista dell’Ncaa con 13 a partita, mentre Tony Bradley (North Carolina) è senz’altro il più tecnico ma anche il meno sicuro di una scelta. E a proposito di centri ruvidi, non può mancare Tacko Fall (UCF), 2.30 senegalese destinato a fare la stessa fine di Mamadou N’Diaye, altro 2.30 senegalese finito undrafted l’anno scorso e ancora in attesa di giocare un minuto nell’Nba.

 

La carica dei sophomore

Per il secondo anno di fila, Caleb Swanigan (Purdue) andrà ad annusare l’aria del draft senza prendere un agente, ma le possibilità di rivederlo al college questa volta sono molto poche. Il lungo dei Boilermakers ha dimostrato come un secondo anno possa essere molto utile per far salire le proprie quotazioni e togliersi soddisfazioni (leggi Big Ten Player of the Year e Pete Newell Award) e una chiamata al primo giro è più che probabile. Lo stesso può dire Luke Kennard (Duke) che da gregarione nel suo anno da freshman, è diventato la certezza da 20 punti a partita di coach K almeno fino alla march madness, anche se la scelta di andare al draft è per lui più rischiosa, visto che rimane una guardia dalla velocità limitata. E’ andato meno bene del previsto il secondo anno di Ivan Rabb (Cal) e Tyler Lydon (Syracuse), entrambi fuori dal torneo e protagonisti fino a un certo punto anche nella stagione regolare, discreto quello di Donovan Mitchell (Louisville) e di Dwayne Bacon (FSU) che rimane però un tiratore inaffidabile da 3, mentre ottima è stata la stagione di Jawun Evans (Oklahoma State) che ha dimostrato di avere tutto per stare al piano di sopra e potrebbe essere una delle steal del draft.

 

Gli altri al draft

Ci sono freshman che rischiano dopo aver assunto un agente come Kobi Simmons (Arizona) e Tj Leaf (Ucla) pur senza avere molte speranze di primo giro, e junior che invece un agente non l’hanno assunto come Devin Robinson (Florida) e Jaron Blossomgame (Clemson). Ci sono giocatori molto interessanti come Sami Ojeleye (SMU), altri come Melo Trimble (Maryland) che qualche dubbio dietro se lo portano. E poi c’è Austin Nichols (Virginia), che ha deciso di assumere un agente nonostante abbia giocato una sola partita nel suo terzo anno al college prima che coach Tony Bennett lo mettesse fuori squadra. Auguri davvero.

In attesa di notizie

Come abbiamo visto, c’è ancora tempo ma ci sono giocatori che si pensava si dichiarassero sparati per il draft e che invece non hanno ancora fatto sapere nulla sul loro futuro. Primo fra tutti Josh Jackson (Kansas), che è dato stabilmente nelle prime 5 posizioni di tutti i siti specializzati e non c’è quindi chance che torni al college, mentre un minimo di incertezza in più c’è su Miles Bridges (Michigan State). A proposito di unicorni, Zach Collins (Gonzaga) è un altro da tenere d’occhio se si dichiarerà per il draft, cosa molto probabile, mentre sulla Tobacco Road c’è attesa per capire cosa faranno due junior importanti come Grayson Allen (Duke) e Justin Jackson (North Carolina). Hanno già stupito l’anno scorso tornando al college, molto ma molto più difficile che faranno altrettanto un’altra volta. Tornerà di sicuro al college Devonte’ Graham (Kansas): lui sì che ha fatto la scelta giusta, altro che Briscoe.

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