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L’impatto del draft sul college basket

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 31 Mag, 2018

Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. E’ scaduto il termine ultimo per ritirare la propria candidatura al Draft: tanti nodi sono stati sciolti e le squadre top della prossima stagione hanno finalmente una fisionomia più definita, benché ci siano ancora alcune vicende interessanti da seguire sul ‘mercato’ dei transfer.

Fra le tante scelte compiute, vale la pena menzionare in ordine sparso i ritorni di Tyus Battle (Syracuse), Udoka Azubuike (Kansas), Carsen Edwards (Purdue), Ethan Happ (Wisconsin), Charles Matthews (Michigan), Nick Ward (Michigan State), Juwan Morgan (Indiana), Jalen Hudson (Florida), Kris Wilkes (UCLA).

Le decisioni di grande impatto non mancano: vediamo nel dettaglio chi esce rinforzato e chi invece indebolito rispetto agli sviluppi delle ultime quarantotto ore.

 

Una squadra Nova in una Big East imprevedibile

Villanova è la squadra maggiormente toccata in negativo, anche se non si può davvero parlare di sorpresa dopo gli sviluppi più recenti. Donte DiVincenzo, infatti, ha capitalizzato l’hype generato dalla sua performance in finale contro Michigan come meglio non avrebbe potuto, strappando larghi consensi di workout in workout, fino a splendere alla Combine. In due mesi, è passato da sesto uomo mai considerato in ottica Draft a potenziale scelta a fine primo giro. Persino lui è incredulo, a quanto pare.

The Big Ragù andrà dunque a far compagnia a Omari Spellman (altro giocatore in bilico che ha scelto all’ultimo di restare nel Draft), Jalen Brunson e Mikal Bridges, privando quindi i campioni in carica di quattro dei sei uomini principalmente impiegati nelle rotazioni. Un duro colpo per una squadra che ha fatto della continuità la sua arma principale, abituata a perdere non più di due uomini chiave per stagione.

Phil Booth ed Eric Paschall saranno i due leader di un gruppo che ha tanto talento presso i suoi underclassmen ma che sarà anche molto più giovane e inesperto rispetto alle edizioni viste negli anni più recenti.

Attestandosi continuamente sui massimi livelli, negli ultimi tre anni coach Jay Wright ha quasi fatto sembrare facile l’affermarsi nella Big East, mascherando quanto insidiosa possa essere questa conference. I Wildcats saranno sempre i favoriti ma, alle loro spalle, ci sono tante novità ed equilibri in evoluzione: le sorprese sono davvero dietro l’angolo.

Marquette è annunciatissima come squadra emergente (a patto però che inizi a difendere, almeno un po’), ma occhio anche a St. John’s come possibile mina vagante. Sì, proprio i Red Storm, quelli sempre agganciati alle ultime posizioni e dissanguati da continue partenze premature. La squadra del Queens non solo ritroverà Shamorie Ponds, ma è anche molto vicina a mettergli accanto un’altra guardia capace di spostare gli equilibri, ovvero Mustapha Heron. Il leading scorer di Auburn ha infatti deciso di abbandonare sia il Draft che i Tigers, volendo riavvicinarsi a casa per stare accanto alla madre malata. Il giocatore del Connecticut visiterà St. John’s e quasi certamente otterrà un family hardship waiver, cioè un trasferimento per motivi familiari che gli consentirebbe di essere immediatamente eleggibile.

 

La SEC fra chi torna, chi può arrivare e chi non ci giocherà mai

Come detto, Auburn perde Heron ma, nonostante questo, può sorridere per le notizie giunte alla deadline e ha ancora le carte in regola per essere da Preseason Top 10. Jared Harper e Bryce Brown (rispettivamente il terzo e il secondo scorer dei Tigers dell’anno scorso) saranno infatti di ritorno, formando quello che sarà il backcourt duo titolare della prossima stagione. Un altro giocatore che ha deciso di abbandonare il Draft è Austin Wiley, ineleggibile l’anno scorso e destinato a essere la star del reparto lunghi. Le pedine interessanti non mancano di certo e Bruce Pearl ha persino la possibilità di rinforzare ulteriormente la squadra, avendo ancora ben tre scholarship da offrire.

Parlando di piani alti della SEC, non si può non menzionare Tennessee, che avrà tanta esperienza e un gruppo sostanzialmente intatto rispetto a quello che ha vinto il titolo di regular season nella conference a braccetto proprio con Auburn. Il ritorno dell’energica PF undersize Admiral Schofield, annunciato da poco, ha rappresentato infatti una notizia eccellente per i Vols.

Fra le altre, c’è da segnalare il ritorno di Jontay Porter a Missouri, dato come improbabile fino a non molto tempo fa ma anticipato da alcuni beat writer di Mizzou all’inizio della scorsa settimana.

C’è anche chi, invece, nella SEC non ci metterà mai piede: Brian Bowen, infatti, rimarrà nel Draft anche se le sue quotazioni non sembrano essere altissime. Il giocatore investito in prima persona dallo scandalo FBI, si era allontanato da Louisville scegliendo di legarsi a South Carolina ma la questione della sua eleggibilità non ha mai trovato la soluzione sperata. Bowen ha infatti deciso di confermare la propria candidatura dopo esser stato informato dalla NCAA che avrebbe dovuto star fermo per almeno un altro anno.

In casa Kentucky, invece, il bilancio è agrodolce. John Calipari vedrà il ritorno di PJ Washington, ma non ha avuto altrettanta fortuna con Jarred Vanderbilt e Wenyen Gabriel. Finite qui le notizie per UK? Nemmeno per sogno. La squadra di Lexington avrà parecchie caselle da riempire, con quattro borse di studio a disposizione. C’è Ashton Hagans che potrebbe riclassificarsi e un’altra di queste scholarship potrebbe essere assegnata a Reid Travis: la stella di Stanford (19.5 punti e 8.7 rimbalzi di media) ha infatti deciso di ritirarsi dal Draft e abbandonare la squadra della Pac-12, il che lo rende di gran lunga il grad transfer più prezioso del momento sul ‘mercato’. Kentucky è una destinazione probabile, ma Calipari dovrà guardarsi le spalle da Jay Wright. Una vicenda tutta da seguire per una decisione che potrebbe cambiare molte carte in tavola.

 

Piccole che sognano in grande: Nevada e Clemson

Tornando al capitolo “squadre da Top 10”, passiamo a una formazione di una mid-major conference che potrà essere seconda soltanto a Gonzaga per qualità e che avrà un roster di una profondità spropositata. Nevada infatti non perderà nemmeno un giocatore per via del Draft, cosa impensabile fino a poche settimane fa. Caleb e Cody Martin – le due stelle dei Wolfpack – hanno infatti preso all’ultimo la stessa decisione annunciata da Jordan Caroline pochi giorni prima. Eric Musselman ha davvero di che fregarsi le mani (o togliersi la camicia, visto il personaggio) fra questi tre ritorni, l’arrivo del 5-star Jordan Brown e quelli dei transfer Trey Porter ed Ehab Amin. Costruire una squadra da Final Four non è un miraggio.

Clemson è un’altra squadra per nulla abituata ai piani alti della pallacanestro universitaria (contrariamente al football) e che, dopo aver agguantato le Sweet 16 per la prima volta in diciannove anni, promette di aggiungere tanto pepe a una ACC che sarà di grandissima qualità ai suoi vertici. Coach Brad Brownell ritroverà infatti quattro starter della sua ultima formazione, visti i ritorni del leading scorer Marcquise Reed e di un’altra pedina importante come Shelton Mitchell (assistman principale dei Tigers). Difesa tosta e bocche da fuoco collaudate: Clemson è da Top 25, senza dubbio.

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