Gli sport americani, in particolare NCAA e NBA, sono stati tra gli ultimi ad arrendersi. Il perché è chiaro: lo stop a causa del coronavirus costerà tanto, almeno 5 miliardi di dollari. Lo sport negli Stati Uniti, ancora più che nelle altre parti del mondo, è una vera e propria industria. Le franchigie NBA sono organizzate come aziende. I college americani sono legati a fatturato e risultati, non solo sul campo.
Le cifre sono da capogiro, ma bisogna considerare sia la quantità di eventi sportivi cancellati o rinviati, sia l’importanza di questi e tutto ciò che è a loro connesso.
Ancora si sa poco di quanto durerà lo stop (anche perché il presidente Donald Trump non ha ancora adottato una linea decisa), ma sicuramente non si riprenderà ad aprile, e quasi sicuramente nemmeno a maggio, nonostante le spinte in questo senso. Annullata la March Madness, con grande sofferenza, annullato il Masters di golf, annullati i due tornei di tennis sul cemento di Indian Wells e Miami, annullato anche il Kentucky Derby (una delle corse ippiche più famose del mondo). Non ci sarà nessun opening day per gli appassionati di baseball, la stagione NBA non si sa quando e soprattutto come riprenderà.
L’elenco, incompleto, cita solo alcune delle principali manifestazioni sportive. Ma ce ne sono molte altre che non saranno disputate, alcune piccole, altre un po’ più grandi.
Calcoli parziali delle perdite
Solo per le principali proprietà sportive, il costo della sospensione per due mesi sarà di almeno 5 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Forbes. Questa valutazione include la perdita di vendite di biglietti, concessioni, sponsorizzazioni e introiti dei diritti TV. Il baseball rappresenta quasi il 40% del totale del calcolo (2 miliardi) mentre la NBA sta affrontando una perdita di circa 1,2 miliardi di dollari entrate e la NCAA di circa 1 miliardo. La NHL, la Nascar e la MLS (il calcio Usa) sono impattate invece da perdite potenziali intorno a 900 milioni.
Il calcolo come detto riguarda solo le principali leghe americane, e parte dal presupposto che le stagioni NBA e NHL riprenderanno ad un certo punto di giugno. Una ripartenza che potrebbe portare benefici, visto che dopo mesi di stop ci potrebbe essere un enorme picco di spettatori, con i fan stanchi del contenimento domestico.
Cosa provocherebbe uno stop più lungo
Come scritto in precedenza il calcolo è parziale, e prevede una ripresa nel mese di giugno. Perché un’interruzione più lunga, o la completa cancellazione della pallacanestro e dell’hockey, oltre a un ritardo di mezza stagione per il baseball, potrebbe far sì che la perdita salga a oltre 10 miliardi di dollari.
La situazione è particolarmente dura per la NBA . Gli accordi con i media locali e nazionali rappresentano più della metà delle entrate della lega, ossia 8,8 miliardi la scorsa stagione. Come spiega, semrpe su Forbes, Chris Bevilacqua, esperto di diritti televisivi: “È consuetudine prevedere disposizioni in ogni contratto TV per la perdita di partite o in generale la perdita di prodotti a causa di catastrofi naturali, interruzioni del lavoro o altre situazioni estreme. Esistono diversi modi in cui vengono affrontati e negoziati. Non esiste uno standard”.
Il rischio di perdere gran parte dei diritti TV, che sono notoriamente incentrati sui playoff è reale. Per non parlare, restando alle squadre NBA, degli accordi che alcune franchigie hanno stipulato con emittenti locali.
Le perdite dello sport americano in generale
Il calcolo fatto da Forbes è solo una fetta della torta. Si parla solo delle leghe più importanti o anche solo di alcune particolari fonti di entrata di tali leghe. Ma lo sport nel suo complesso ha anche altri eventi, più o meno pubblicizzati, rilevanti o famosi, che generano introiti direttamente e attraverso l’indotto. Ci sono molti lavoratori che oggi non conoscono il futuro, ad esempio il settore delle scommesse sportive è stato messo in ginocchio, oppure si pensi agli albergatori e ai ristoratori delle città che dovevano ospitare grandi eventi come la March Madness, il Masters, il Kentucky Derby, o i tornei di tennis di Indian Wells e Miami.
Tutti ricavi che sono legati allo sport americano, ma che non vengono considerati nei calcoli. Un esempio su tutti: lo scorso anno solo il Draft NFL a Nashville ha generato un impatto economico per l’area di 224 milioni di dollari. Impatto che non ci sarà a fine aprile a Las Vegas, dove si svolgerà il Draft 2020 del football americano.