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Talenti e Gonzaga, la March Madness di Fois

Jalen Suggs e Joel Ayayi - Gonzaga
Autore: Manuel Follis
Data: 18 Mar, 2021

Gonzaga ha tutto per vincere, tranne la cabala, e ha un’arma segreta: Joel Ayayi. E poi ancora il commento sulla stagione difficile di Duke e Kentucky, le riflessioni su Luka Garza e la Nba e una carrellata dei migliori prospetti della Ncaa (spoiler, Chris Duarte è sottovalutato). Riccardo Fois è uno degli italiani che meglio conosce il basket Usa, prima assistente allenatore a Gonzaga e ora nel coaching staff dei Phoenix Suns, oltre che della nazionale italiana.

Abbiamo fatto una chiacchierata a 360 gradi sulla stagione alla vigilia della March Madness. Ecco cosa ci ha detto.

Partiamo da Gonzaga, stagione incredibile, raccontaci qualche retroscena: senti ancora i tuoi ex colleghi e amici?
Sì li sento, ma non è che ci siano chissà quali segreti da svelare. La squadra aveva già fatto bene l’anno scorso ed è rimasta l’ossatura. Se a questo nucleo aggiungi uno come Jalen Suggs, è tutto più facile.

Riccardo Fois - Gonzaga

Fois quando era a Gonzaga con Josh Perkins

Uno come Jalen Suggs che è forte quanto?
Un play così a Gonzaga non si era mai visto, e lo dico anche se in realtà il playmaker più forte di tutti i tempi viene da questa università (John Stockton, ndr). Diciamo che lui è il prototipo del play moderno. Incredibile.

Si è aggiunto anche Andrew Nembhard
Che era un pallino di coach Few e di Tommy Lloyd. Ci si era spezzato il cuore quando aveva scelto Florida. E’ stato accolto a braccia aperta da tutti, staff e giocatori e si è inserito in maniera perfetta, senza sgomitare, partendo da sesto uomo.

Tutti questi innesti hanno un po’ tolto riflettori a Joel Ayayi?
Forse, ma guardate che Ayayi è fortissimo.

Joel Ayay - Gonzaga

Joel Ayay – Gonzaga

Raccontacelo
Ci pensavo qualche giorno fa, da quando gioca a Gonzaga ha perso solo 6 partite, anzi in realtà solo due, perché in quelle della stagione 2018/2019 non è mai sceso in campo. E’ un vincente e in tutte le grandi vittorie di questa stagione, da Kansas a West Virginia, c’era il suo zampino. Quest’anno ha anche realizzato la prima tripla doppia nella storia di Gonzaga. E’ vero che non ha avuto la pubblicità degli altri, ma se vai a vedere tira col 40% da 3 e con il 70% da 2, ed è il secondo miglior rimbalzista della squadra. Chi capisce di basket apprezza Ayayi, per me è il giocatore che fa la differenza.

Se ti chiedessero qual è il prospetto più forte di questa Gonzaga, quale diresti?
Pensandolo in potenza, direi Suggs. Ha mezzi atletici, fisicità, cambio di passo e poi capacità di vittoria. Mi ricorda il primo Derrick Rose. Nel sistema Gonzaga, ha anche imparato a leggere i p&r e a giocare senza palla.

Va bene, quindi Gonzaga ce la fa? Vince?
Ne parlavo con alcuni dei nostri coach qui a Phoenix poco tempo fa, se dal 1976 (anno in cui vinse Indiana, ndr) nessun’altra squadra è riuscita a chiudere imbattuta c’è un motivo: è difficilissimo.

Quali squadre possono dare fastidio a Gonzaga?
Pensando ai matchup, quelle con lunghi e fisicità. West Virginia è una di quelle che ha messo più in difficoltà Gonzaga quest’anno. Penso a squadre come Florida State, fisiche e atletiche. In gara secca sono ostiche.

Scottie Barnes - Florida State

Scottie Barnes – Florida State

Favorite oltre a Gonzaga?
Difficile. Michigan, Baylor. Ecco è difficile non apprezzare Baylor. E’ una squadra che secondo me complessivamente ha meno talento di Gonzaga, ma giocatori come Jared Butler, Macio Teague o Davion Mitchell sono rimasti per vincere. Creano spesso buoni tiri, difendono duro, ognuno ha il suo ruolo.

Passiamo un attimo a quelle che hanno deluso, come Duke e Kentucky. Cosa è successo?
Ci sono una serie di ragioni. Intanto per una volta i talenti più forti si sono sparsi. Alcuni in G-League, Suggs a Gonzaga, Evan Mobley a USC, Cade Cunningham a Oklahoma State, Greg Brown a Texas. Gli altri anni sarebbero andati due a Duke e due a UK. E se prendi le squadre di quest’anno e aggiungi due di questi, le cose cambiano.

Altro?
Il Covid ha limitato gli allenamenti. Non ci sono state le partite di Summer School, che non vengono considerate ma sono importantissime nella transizione dalla high school al college. Non c’è stata preseason. Quando hai tanti freshman in squadra, tutto questo pesa. Lo assorbi meglio se hai giocatori più esperti. Infine alle partite non c’erano i tifosi.

I tifosi?
E’ un aspetto molto sottovalutato. Il tifo, anche quello contro in trasferta, dà una grande spinta ai giocatori, soprattutto ai giovani. Lo vedevo a Gonzaga.

The Kennel, la casa degli Zags

The Kennel, la casa degli Zags

Quali giocatori ti hanno colpito?
Partiamo dalla West Coast che è quella che riesco a seguire meglio. Mi ha colpito il freshman Azuolas Tubelis di Arizona. Lo conoscevo dai tempi del Lietuvos Rytas. Si è adattato bene al basket Usa e ha giocato ottime partite. Penso rimarrà ancora uno o due anni e potrebbe crescere e magari avere un’evoluzione come quella di Domantas Sabonis. Vedendolo giocare, mi sembra su quella strada.

Prospettive Nba?
Deve capire che tipo di giocatore essere, un’identità che Sabonis ha acquisito quasi subito. Per Tubelis vedo una dimensione più interna e meno esterna. Mi è piaciuto anche l’altro freshman di Arizona, il canadese Bennedict Mathurin.

Azuolas Tubelis - Arizona

Azuolas Tubelis – Arizona

Altri?
Un altro della Pac 12 che mi ha impressionato è Chris Duarte (nominato da poco nel terzo quintetto della stagione, ndr). Credo sia uno dei migliori tiratori, se non il miglior tiratore del prossimo Draft.

Vai a ruota libera
A me piace Jeremiah Robinson-Earl. Pensavo sarebbe stato l’anno definitivo della consacrazione, ma mi aspettavo mostrasse un tiro migliore e più consistente. Penso gli farebbe bene stare un altro anno a Villanova, conoscendo che tipo di evoluzione fanno lì i giocatori da una stagione all’altra non gli farebbe cosi male.

Ci dici cosa pensi di Luka Garza? Come mai è così sottovalutato in ottica Nba?
E’ una questione di cultura. La Nba odierna è sempre più scettica nei confronti dei lunghi non molto atletici e fisici. Ogni anno al Draft va in scena una battaglia quasi filosofica, tra chi pensa che per vincere ad alto livello i lunghi siano fondamentali e chi pensa sia un ruolo ormai superato. Però per dire, abbiamo giocato da poco contro Portland che schierava Enes Kanter. Cosa fa Kanter in campo che Garza non potrebbe fare? Io credo che lui possa avere uno spazio in Nba. In tutte le franchigie? No, ma qualcuna gli darà un’opportunità, anche solo per la sua etica del lavoro.

Restiamo in Big Ten, Ayo Dosunmu lo hai visto?
Sì e mi piace molto. Ci abbiamo anche giocato contro nel 2019, nel suo anno da freshman e da allora è migliorato tanto. E’ migliorato al tiro. Illinois da allora ha cambiato stile di gioco in attacco e in difesa e ne hanno beneficiato tutti, lui compreso. Oggi giocano più p&r (sono una delle squadre che lo utilizzano di più, ndr). Giocano un basket più moderno rispetto al pinch post di allora.

E ora con la March Madness vedrai un po’ meno Nba?

Certo, in questo periodo anche qui nell’Nba la seguono tutti.

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