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Pagelle: Moretti sempre meglio, scende Bolden

Autore: Manuel Follis
Data: 20 Nov, 2018

Una sola settimana e sono successe un sacco di cose, Michigan è in ascesa, Villanova in caduta libera. Ecco il borsino di chi sale e chi scende.

Chi sale

Karim Sameh Azab (Memphis). Ha giocato 15 partite con Memphis la scorsa stagione. Poi ha combattuto per 9 mesi contro la leucemia e pochi giorni fa è morto a 22 anni. Il ricordo è doveroso per un ragazzo che ha mostrato grandissimo coraggio.

Davide Moretti. Sempre in quintetto con quasi 30′ di media in campo, ottime cifre a partire dal 42% da 3, ancora 17 punti nella bella vittoria contro USC, squadra in mano e Texas Tech imbattuta. Continua così Davide.

Matthew Moyer (Vanderbilt). La Ncaa ha concesso all’ex Syracuse di giocare già da quest’anno con Vanderbilt. Per ora 5 punti di media in due partite

Dan Hurley (coach UConn). Connecticut è partita 3-1 ma, al di là dei risultati, l’energia che sta portando al programma il coach al suo primo anno è incredibile. Ed è già diventato un personaggio.

Nevada. Sono grossi, sono esperti (5 senior in quintetto) e hanno talento sparso. Finora hanno tritato solo squadre minori, ma meglio ricordarsi sempre della loro presenza perchè ci saranno fino alla fine.

Devontae Cacok (UNCW). L’anno scorso è stato il miglior rimbalzista della Division I con 13.5 a partita. Per ora viaggia a 15.5. La miglior piovra del college basket.

Charles Bassey (Western Kentucky). A proposito di lunghi, il freshman nigeriano ha vinto il confronto con Sagaba Konate, non l’ultimo dei centri della Ncaa. Poi ne ha stampati 25 in faccia ai 2.25 cm di Tacko Fall, segnando anche la sua prima tripla. Assolutamente da tenere d’occhio.

Cal Baptist. Benvenuti ai Lancers che, al loro primo anno in Division I, mettono a segno la prima vittoria contro una squadra di pari livello grazie a un buzzer da centrocampo. Ottimo esordio.

Jordan Ford (Saint Mary’s). Il barometro dei Gaels, ha iniziato la stagione alla grande. Se cala lui, cala la squadra, come successo contro Utah State. Ma occhio che questo sembra l’anno della consacrazione per la PG al terzo anno.

Ignas Brazdeikis (Michigan). Il freshman con il cognome tatuato sul petto (controllare Instagram se non ci credete) si è preso una sola partita di riposo (contro George Washington), ma per il resto è una macchina tuttofare super efficiente. E Michigan non perde mai ed è entrata nella top10.

Tyler Cook (Iowa). Uno dei segreti dell’ottima partenza di Iowa. Una forza della natura, gioca con un’aggressività alla Zion Willamson. E nei pressi del ferro diventa inarrestabile.

Furman. Nel giro di pochi giorni hanno battuto una squadra della scorsa F4 (Loyola Chicago) e la detentrice del titolo (Villanova). In mezzo alle due prestazioni, hanno anche realizzato il record di triple della Ncaa. Squadra on fire se ce n’è una.

Chi scende

Villanova: più che scendere, sprofonda perchè i due schiaffoni presi in casa nel giro di 3 giorni fanno male e dalla #8 scompaiono dal ranking. Passi pure la serata storta contro Michigan (anche se 46 punti segnati son roba da minibasket), ma la sconfitta contro Furman è davvero preoccupante, quasi quanto i minuti zero concessi a Jahvon Quinerly.

De’Ron Davis (Indiana). Perdere sul campo di Arkansas non è uno scandalo, ma Indiana avrebbe potuto evitare la prima sconfitta stagionale se il suo lungo non avesse deciso prima di sbagliare un tap in facilissimo, e poi di fare fallo. A 3 secondi dalla fine. Sul 72 pari.

Adidas. Brian Bowen, uno dei talenti al centro dello scandalo Fbi (doveva giocare a Louisville e ha finito per non poter frequentare alcun college) ha fatto causa all’azienda d’abbigliamento sportivo, ritenuta responsabile dei suoi guai. To be continued.

USC. Kevin Porter sta brillando (e vi parleremo di lui), ma la squadra non gira. Partenza 2-2 per quella che doveva essere una delle corazzate della conference

Tyus Battle (Syracuse). L’emblema della partenza a singhiozzo di Syracuse. Fatica al tiro (1/11 da 3), fatica in difesa e sembra molto nervoso (anche con gli arbitri).

James Bolden (West Virginia). Doveva essere l’anima dei Mountaineers, invece finora è stato più un problema. Per lui 5 palle perse contro Western Kentucky. Nel match seguente contro Saint Joseph’s, la vittoria è arrivata senza di lui. Giocatore da ritrovare.

Matt Haarms (Purdue). Troppo facile fare il forte con i deboli. Prestazione incolore nella sconfitta contro Virginia Tech (0 punti e 2 rimbalzi in 16′). Coach Matt Painter ha detto che ha lasciato il suo centro in panchina perché Evan Boudreaux garantiva più affidabilità. Parole su cui riflettere.

Armel Potter (George Washington). La PG transfer da Charleston Southern doveva essere un’arma in più per i Colonials, ma fino ad ora ha fatto più danni che altro. La squadra non era la favorita della A10, ma la partenza 0-5 e la sconfitta di 35 punti contro Texas A&M sono un po’ troppo.

Ashton Hagans (Kentucky). In 4 partite, punti 9 e palle perse 7. Il più in difficoltà tra i freshman, è l’emblema delle difficoltà di UK. Ma ha tutto il tempo (e il talento) per migliorare.

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