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Norris Cole, Miami mi ha cambiato la vita

Autore: Sergio Vivaldi
Data: 13 Ott, 2018

Norris Cole è fuori dal giro della Nba, ma la sua esperienza è incredibile. Scelto dai Miami Heat a fine primo giro, vince due titoli nei primi due anni con LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh per poi rimbalzare da una squadra a un’altra nel ruolo di veterano con esperienza ai massimi livelli.

Dopo l’esperienza con gli Oklahoma City Thunder nel 2017, di ritorno dalla Cina ha giocato con il Maccabi Tel Aviv e per questa stagione ha firmato in Italia con la Sidigas Avellino. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista, per parlare della sua esperienza con gli Heat, di QUEL tiro di Ray Allen, del ritiro di Wade, di James a Los Angeles, di Anthony Davis e ovviamente, della notte in cui Russell Westbrook ha fatto la storia.

Sei passato dall’essere un senior al college a due titoli Nba consecutivi con i Miami Heat nei tuoi primi due anni nella lega. Il passaggio fra le due realtà deve essere stato incredibile. Come è cambiata la tua vita in quei due anni?
La mia vita è cambiata tantissimo dopo il Draft: sono passato dall’essere un semplice studente che dipendeva dai coach e dalla famiglia, all’essere io stesso il punto di riferimento dei miei cari. Quindi sì, la mia vita è cambiata parecchio ed è cambiata ancora di più dopo aver vinto due titoli NBA a Miami: sono diventato ancora più famoso, non solo negli States, ma praticamente in tutto il mondo. Tutto è iniziato dal Draft ovviamente: è da lì che la mia vita è cambiata, in meglio, e oggi posso dire che è molto bello per me poter essere un punto di riferimento per le persone che amo.

Finali Nba 2013. Gara 6. Ray Allen realizza uno dei tiri più importanti della storia delle Finals. Puoi raccontarci quel momento?
Ray Allen ha messo a segno quel tiro pazzesco in Gara 6 delle Finals: sapevo che sarebbe entrato, lo sapevo e basta. Nel momento esatto in cui si è preso il tiro, ho capito che avevamo la possibilità di vincere la partita e il titolo. È stato fantastico per me poter vivere un’esperienza del genere ed essere diretto testimone di quel momento.

 

I leader di quella squadra erano LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh. Com’era allenarsi e condividere lo spogliatoio con loro tutti i giorni?
Condividere lo spogliatoio con D[wayne] Wade, [Le]Bron [James] e C[hris]B[osh] è pazzesco: sono leader veri e imparavo qualcosa da loro ogni giorno. Ho imparato a essere un professionista, a lavorare duro ogni giorno per perseguire determinati obiettivi, ho imparato a gestire la pressione dei riflettori puntati addosso e a rimanere umile allo stesso tempo. Ho imparato cosa vuol dire la competizione ai massimi livelli… apprezzo moltissimo tutti questi ragazzi, che sono stati dei veri esempi per me: hanno dato un grande avvio alla mia carriera e tutto ciò che ho imparato da loro non lo dimenticherò mai e resterà per sempre nel mio bagaglio personale.

A proposito di Wade, ha annunciato il ritiro a fine stagione. Quanto mancherà Dwayne Wade alla Nba?
Sarà la sua ultima stagione e la NBA sentirà tantissimo la mancanza di D[wayne] Wade: è stato uno dei più grandi ambasciatori di questo sport. È uno che sa cos’è la competizione, è un campione, un leader e anche un imprenditore. È innovativo e la pallacanestro sentirà sicuramente la sua mancanza quando smetterà di giocare. Sono fortunato perché, una volta ritirato, potrò continuare a tenermi in contatto con lui.

James si è spostato a Los Angeles. Pensi che riuscirà a portare i Lakers al titolo? Magari l’anno prossimo?
LeBron a L.A.? La stagione si preannuncia sicuramente interessante. Non posso dire con certezza se riusciranno a vincere il titolo perché c’è moltissima competizione, quindi è da vedere. Quello che è certo è che qualsiasi squadra in cui gioca LeBron ha una possibilità di vincere il titolo.

Cole

Norris Cole con la maglia dei New Orleans Pelicans

Hai avuto la possibilità di giocare con Anthony Davis a New Orleans. Di recente Davis ha detto, cito, “penso di essere il miglior giocatore al mondo”. Lo è? Pensi possa vincere l’MVP?
Davis ha un talento speciale e sono convinto che abbia tutte le carte in regola per vincere il trofeo di MVP: sono fiducioso, prima o poi lo vincerà, probabilmente anche più di uno. È sicuramente un talento da MVP.

Alla tua prima esperienza con i Pelicans avete raggiunto i playoff ma poi è arrivata la sconfitta contro i Golden State Warriors, che avrebbero poi vinto il loro primo titolo. Quella serie ti ha fatto pensare che potessero essere così dominanti così a lungo?
Quando giocavo ai Pelicans siamo arrivati ai playoff e abbiamo affrontato subito i Warriors: sapevo quanto fossero bravi ma non potevo immaginare che si sarebbero rivelati così dominanti. Non me lo aspettavo ma, chissà, forse è anche questo ciò che rende così speciale questo sport: non sai mai cosa può succedere e questa è la parte più entusiasmante della NBA.

9 aprile 2017. Oklahoma City Thunder, in trasferta sul campo dei Denver Nuggets. Russell Westbrook chiude la gara con una tripla doppia da 50 punti, incluso il buzzer beater da 12 metri che decide il risultato. 42esima tripla doppia stagionale, tripla doppia di media in stagione assicurata. Il palazzetto impazzì anche se eravate gli ospiti. Puoi descrivere quei momenti?
Il 2017 è stato un anno speciale per Russ[ell Westbrook], che è riuscito a conquistare la tripla doppia. Ha avuto tanti bei momenti nella sua carriera ma quello è stato sicuramente il più emozionante: è entrato di diritto nella storia, erano più di 40 anni [Oscar Robertson, l’unico a riuscirci prima di Westbrook, chiuse in tripla doppia la stagione ’61-62, quindi 55 anni, ndr] che un giocatore non riusciva a raggiungere una tripla doppia. Quindi giocare con lui, essere stato presente in un momento così importante come quello e averlo vissuto in prima persona è qualcosa che ricorderò per tutta la vita. Anche Russell ha un talento speciale, non c’è nessuno come lui in tutta la lega ed è stato divertente essere parte della sua squadra e vederlo con i miei occhi in azione.

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