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Moretti protagonista, Martin in giornata no

Autore: Manuel Follis
Data: 8 Gen, 2019

Chi sale

Zion Williamson (Duke). Ancora lui? Sì per due motivi. Il primo è che, al di là della spettacolarità è davvero forte, unico a far male fin dall’inizio alla difesa di Clemson. Il secondo è che, nonostante ormai siamo preparati, riesce sempre a stupire con qualche giocata ad effetto.

Davide Moretti. 12 punti compresa una tripla fondamentale per la prima vittoria nella storia di Texas Tech sul campo di West Virginia, career high da 19 contro Kansas State. C’è un nuovo protagonista nella Big 12, ed è italiano.

Terry Nolan (George Washington). Nessuno si sarebbe aspettato la vittoria dei Colonials in casa di Saint Joseph’s. Gran parte del merito va alla guardia di GW, un incubo costante per la difesa degli Hawks, sia da fuori sia in penetrazione.

St John’s. La domanda dopo l’ottima partenza era “i Johnnies sono un bluff o sono forti davvero?”. Dopo 3 partite di Big East la risposta è chiara: la squadra ha ancora tanta strada da fare, ma è evidente che scende in campo per vincere. E quest’anno ha le carte in regola per farlo. (Ps. Fatevi un favore, quando potete guardate cosa è diventato Shamorie Ponds, che adesso sì che assomiglia a una guardia Nba).

Juwan Morgan (Indiana). La squadra ha perso, ma lo show offensivo messo in mostra dal lungo degli Hoosiers contro una delle migliori difese della nazione merita una menzione d’onore. Immenso. Meriterebbe maggior supporto.

Houston. Una delle tre squadre ancora imbattute insieme a Virginia e Michigan. Va detto che su 15 gare, 13 le ha giocate in casa (ma le due trasferte in casa di BYU e Oklahoma State erano serie). Dopo Texas Tech, è la squadra che fa tirare peggio gli avversari (Effective FG%). Per gli statistici c’è la possibilità che finisca la stagione regolare imbattuta, unici scogli le trasferte contro UCF e Cincinnati a inizio febbraio e inizio marzo.

Virginia. A proposito di imbattute, ma una partita dei Cavaliers l’avete mai vista? Vedrete 5 indemoniati con braccia e gambe sempre in movimento costringere gli avversari a cercare le vie più improbabili per fare canestro. (Ancora una volta) prima difesa della nazione, siamo a 51.5 punti subiti, mai fatto di meglio nell’era Bennett. Ultimi a inchiodarsi a 52 i Seminoles di Florida State, che sarebbe poi una squadra nella top15 del ranking.

New Mexico. Ha giocato le prime partite della stagione difendendo a uomo. Risultato 5-5. Coach Paul Weir, al secondo anno sulla panchina dei Lobos, ha detto: “Ok non funziona, passiamo a zona”. Ecco, con la zona il risultato è 3-1. Ultimo scalpo quello di Nevada (che arrivava imbattuta) che non ha capito nulla della difesa di New Mexico ed è stata spazzata via, tenuta a 58 punti.

Oregon State. La squadra aveva perso le ultime 6 (e le ultime 23 su 25) in casa di Oregon, ma finalmente grazie al solito Tres Tinkle (che meriterebbe più visibilità) autore di 28 punti con 5/7 e 4/8 dal campo, i Beavers hanno espugnato il campo dei rivali storici.

Michigan State. Negli ultimi 5 minuti in casa di Ohio State, la squadra ha mostrato perché sarà una terribile contender per chiunque. Difesa saracinesca, buone scelte offensive e precisione ai liberi. E vittoria importantissima, peraltro senza un top scorer come Joshua Langford.

Rick Pitino. Al di là della sua partenza 2-1 in Eurolega, sembra che notabili, sponsor e influencer di UCLA stiano facendo pressioni perché il college affidi la guida tecnica all’ex coach di Louisville. Lui però ha detto che preferirebbe la Nba. Intramontabile.

Chi scende

Kansas. Non è solo l’upset contro Iowa State, è che la sconfitta è stata netta e la squadra ha dato ancora una volta l’impressione di essere Azubuike-dipendente. Il centro dopo i guai alla caviglia salterà il resto della stagione per un problema al polso (suo cronico tallone d’Achille). Senza di lui, il pur immenso Dedric Lawson potrebbe non bastare.

Illinois. Finisce sempre tra le bocciate, ma il record di 4-11 e la partenza 0-4 in Big Ten non si può interpretare altrimenti. Unica nota positiva il reclutamento del centro Kofi Cockburn. Ma parliamo dell’anno prossimo.

Kentucky. “We didn’t have any business winning that game”. Ha perso solo di 2, ma coach Calipari ha ragione: l’esordio nella SEC è stato decisamente diverso da come se lo aspettava e, pronti via, sconfitta in casa di Alabama. Che gioca con un play di 17 anni, è bene ricordarlo.

Pat Chambers. Il coach di Penn State (0-4 in Big Ten) è stato sospeso per una gara dalla sua stessa università per aver spintonato un suo giocatore durante un time out nella gara (persa in casa) contro Wisconsin.

Romeo Langford (Indiana). Ancora una volta messo a confronto con un grande difensore come Charles Matthews, ha perso. Le cifre nella sconfitta contro Michigan (17 punti con 5/11 al tiro 6 rimbalzi e 2 assist) non rappresentano bene la partita apatica del talento dell’Indiana. Il suo punto forte è la penetrazione andando a destra, ma… come dire… ormai l’han capito tutti.

Caleb Martin (Nevada). Quando prendi tiri “ignoranti” ed entrano la gente pensa al talento. Quando prendi tiri “ignoranti” e finisci con 2/14 dal campo, una domandina sulla selezione di tiro diventa legittima.

Terance Mann (Florida State). Vedi sopra al capitolo Virginia. Di solito entra dalla panchina e fa danni alle difese avversarie. Di solito. Ma a coach Tony Bennett sta cosa non piace e così, quando Virginia gioca contro Florida State, i Cavaliers fanno di Mann un osservato speciale. Risultato negli ultimi anni: 2, 6 e 3 punti nelle gare 2016, 2017 e 2018. Quest’anno, la stagione che Mann sta giocando meglio, Virginia l’ha tenuto a 0. Salute.

Ethan Happ (Wisconsin). Possibile mettere uno dei più forti centri della nazione tra i bocciati? Sì, se la sua cronica inefficacia ai liberi diventa fatale per la squadra. Siamo grandi fan del lungo dei badgers, ma Minnesota ha vinto la sfida di Big Ten praticando l’hack-a-Happ. E il suo 1/7 dalla linea della carità si è fatto sentire.

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