La squadra
Dal 2011 in poi, vale a dire dall’inizio dell’era di Jim Larranaga, i Miami Hurricanes hanno sempre avuto prestazioni altalenanti. Nel 2013 sono arrivati alle Sweet Sixteen, l’anno dopo non hanno neanche fatto la March Madness. Fino al 2022, poco è cambiato, l’incostanza continua a caratterizzare questo programma. Quest’anno, nonostante diversi passi falsi e difficoltà a livello difensivo, Miami ha fatto piuttosto bene, chiudendo la regular season con 23 vittorie e venendo eliminata soltanto dalla più attrezzata Duke al torneo dell’ACC.
Miami è una squadra molto tecnica e davvero poco fisica. Offensivamente riesce sempre a trovare un modo di segnare (54,2% di percentuale effettiva dal campo) e difficilmente perde palloni gratuitamente. A causa della mancanza di stazza, non arrivano grandi quantità di rimbalzi in attacco, ma la squadra di coach Larranaga sembra giocarsela con tutti da questa parte del campo. I problemi sono tutti concentrati nella metà campo difensiva. Sia sul perimetro che nel pitturato, non c’è nessun giocatore davvero di livello in questo fondamentale. In generale, qualche palla rubata a parte per provare a salvare la baracca, Miami soffre tantissimo avversari con un certo atletismo.
Fresco di rinnovo biennale fino alla stagione 2025-26, l’allenatore Jim Larranaga vuole festeggiare come si deve. L’esperienza acquisita in offseason ha reso gli Hurricanes un avversario temibile che, grazie al proprio talento offensivo, può dire la sua anche ai primi turni del torneo. Miami non parte per arrivare fino in fondo, ma le Sweet Sixteen sono uno degli obiettivi stagionali realizzabili.
I giocatori chiave
Kameron McGusty – Sr. – G – 196 cm – 86 kg
Il rendimento di questo suo ultimo anno di eleggibilità non era prevedibile. Certo, l’ex Oklahoma Sooners ha sempre performato abbastanza bene, ma in questa stagione ha deciso di spingersi oltre in quasi tutte le categorie di gioco. 17,6 punti, 4,8 rimbalzi e 2,5 assist sono la produzione del go to guy di Miami. Non avrà il talento e il potenziale di guardie più pronte e giovani come Johnny Davis o Jaden Ivey, ma il texano è una giocatore in grado di segnare in tutte le maniere possibili. La crescita delle percentuali da tre punti ha avuto anche benefici in termini di opportunità di assist, per McGusty, e di spazio creato, per i suoi compagni.
Isaiah Wong – So. – G – 190 – 84 kg
Guardia versatile come poche, Isaiah Wong, almeno attualmente, non pare avere ancora la fisicità necessaria per il professionismo. Per quanto riguarda il primo passo e la capacità di crearsi un tiro, siamo a dei livelli ottimi. Ha delle buoni mani, riesce a battere l’uomo piuttosto spesso e sembra a suo agio in ogni aspetto del gioco offensivo. Difensivamente può essere cercato dall’attacco per forzare un cambio, ma quando questo non avviene, sul perimetro fa la sua figura perché è abbastanza rapido lateralmente e capace di comprendere i giochi sviluppati dagli avversari.