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Mac McClung: leadership, punti e faccia tosta

Mac McClung
Autore: Andrea Indovino
Data: 27 Gen, 2021

“My teammates are telling me I gotta go. I respect you a lot, Fran. You’re the man, but I gotta go celebrate with my teammates”. Bello essere intervistati da Fran Fraschilla su Espn, ma Mac McClung ha altro da fare. Ha appena segnato il canestro che ha consentito a Texas Tech di sbancare il campo di Texas, ma non si tratta solo della prima vittoria importante della stagione per i Red Raiders. È la definitiva consacrazione di un giocatore diventato leader che non è più famoso solo per le sue schiacciate ma per le sue giocate decisive. Da celebrare con i compagni.

Dal football al basket in Virginia

Nato nel 2000 a Gate City, piccola cittadina nel sud-ovest della Virginia, Matthew ‘Mac’ McClung è straordinariamente competitivo sin da piccolo ma preferisce giocare a football, piuttosto che tirare un pallone verso il canestro. D’altronde, è lo sport più popolare (anche) in quella zona degli Stati Uniti e poi è semplicemente la sua passione. In realtà è anche bravino e avrebbe tutto per poter provare a sfondare anche perché diventa subito in campo ‘Il Capitano’.

Ma il football esce ben presto dal suo destino. Perché mamma Lenoir decide di iscriverlo a un campionato di pallacanestro giovanile locale. Scott Vermillion, che è l’allenatore di McClung alla Gate City High School, in un’intervista del 2018 ricorda: ‘Si è subito interessato al basket. Ha abbassato lo sguardo, subito dopo il nostro primo colloquio, e ha iniziato ad allenarsi regolarmente, confidandomi dopo qualche settimana che gli piaceva troppo. E il suo sogno è stato subito quello di giocare un giorno in NBA’.

A Gate City fa sfracelli e colleziona record. Addirittura tocca punte di 60 e più punti realizzati e sembra un gigante tra i bambini, seppur abbia tutto tranne che un fisico prestante. Sa fare praticamente tutto in campo ed è una macchina da punti con un atletismo fuori dal comune. Raggiunge a fatica il metro e novanta ma è lì che inizia a essere famoso per le sue schiacciate, diventando subito una highlight machine.

 

Best white dunker? Sembrerebbe proprio di sì e arriva a Georgetown, sua prima tappa collegiale, ‘spinto’ da un doppio primato, quello di miglior scorer liceale in Virginia sia per punti accumulati in carriera che in una singola annata. Record infranti superando un mostro sacro che corrisponde al nome di Allen Iverson, l’ultimo grande Hoyas e una delle migliori point guard mai viste in assoluto.

Bene ma non benissimo a Georgetown

McClung compone con James Akinjo uno dei backcourt più geniali e talentuosi dell’intera Division I. Ma la squadra allenata da Pat Ewing non ingrana. Un po’ perchè la scintilla tra i due giocatori non si accende, un po’ perchè l’università di Washington DC finisce su tutti i giornali per l’inchiesta sulle molestie sessuali nel campus. Con le faccende di campo che passano in secondo, se non terzo, piano. Da freshman, viaggia a 13.4 punti di media, e 2.1 assist in una squadra che non sente sua. Fa leggermente meglio in termini numerici l’anno successivo (15.7 punti e 2.6 assist), ma la sua stagione da sophomore è condizionata da un infortunio al piede che ne limita profondamente le prestazioni in campo.

Decide di dichiararsi al Draft ma fa un passo indietro dopo qualche settimana, finendo invece nel portale dei trasferimenti. Per rilanciarsi, per dimenticare un’esperienza a Georgetown che non è andata come lui avrebbe desiderato e voluto. Viene reclutato da Texas Tech. Ottiene il waiver dalla Ncaa, si imbarca sul primo volo utile per il Texas, e atterra a Lubbock.

Chris Beard e i suoi insegnamenti

Ed eccoci al presente, con Mac McClung che è il perno dei Red Raiders allenati da Chris Beard. Che gli dà in mano la squadra, dandogli grande libertà in attacco ma cercando di trasformare le sue debolezze in punti di forza. Non è più solo corsa e tiro, come a Georgetown, ma è un giocatore più disciplinato. Innanzitutto, si sbatte in difesa. D’altronde, a Texas Tech o lo fai o ti accomodi in panchina a guardare i tuoi compagni giocare. E poi la fiducia è reciproca: McClung sa che Beard è un allenatore che sa tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi ed è molto meglio ascoltarlo.

McClung

McClung con la maglia di Texas Tech – Photo by Texas Tech account Twitter

I miglioramenti difensivi

Non è più il giocatore a cui piace solo fare canestro. In difesa è più continuo, non ha più blackout totali e tiene il suo uomo, senza considerare l’attacco come unica dimensione del suo gioco.

Nel video sotto, McClung prende posizione contro l’attaccante, più forte di lui fisicamente, e lo anticipa con la giusta scelta di tempo. Gli porta via il pallone e corre lungo tutto il campo, andando a chiudere l’azione con il lay up vincente.

 

Le gambe poi sono sempre esplosive e quindi può cancellare con una gran stoppata anche un avversario lanciato a canestro, più alto di lui di almeno 15 centimetri.

Le sue tante armi offensive

In attacco, è la solita macchina da punti che sa segnare in tanti modi, creandosi da solo e dal nulla due punti da sotto…

 

…oppure muovendosi di continuo sull’arco dei tre punti a caccia dello spiraglio giusto per prendersi una tripla.

 

E quando serve prendersi responsabilità, non si tira indietro. Questo il game-winner di cui abbiamo parlato all’inizio, nel derby contro i cugini di Texas, con parabola impeccabile che va a morire nella retina.

 

La stellina luminosa di Lubbock

Viaggia a 17.2 punti di media, giocando meno di 30 minuti perché Beard è maniacale nella rotazione dei suoi giocatori. Da tre punti la percentuale non è eccelsa, sfiora il 35% con oltre 5 triple prese a partita spesso con coefficiente di difficoltà molto alto. L’ORtg però è schizzato alle stelle, a Lubbock: 115.7 punti per 100 possessi, a fronte dei 104.5 al secondo anno a Georgetown, e addirittura 98.1 nel suo anno da rookie.

Da most exciting player, dal ‘tiratore e basta’ di Gate City High School e di Georgetown, Mac McClung ora va categorizzato nelle schiera dei giocatori completi. Perché il lavoro di coach Beard sta raffinando le sue grandi doti di attaccante, facendolo diventare anche un difensore discreto. È quindi efficiente su entrambe le metà campo, oltre che fondamentale per una Texas Tech molto rinnovata che fatica in una Big 12 super competitiva.

Aspettando marzo

Texas Tech è al momento a quota 4 vinte e 4 perse, dopo aver perduto la grande occasione di sbancare il campo di West Virginia. Sotto anche in doppia cifra nel primo tempo, McClung ha segnato 15 punti negli 8 minuti iniziali della ripresa, ribaltando la partita. Ha poi chiuso con il suo season-high di 30, ma questa volta il suo buzzer per la vittoria è finito sul ferro.

 

Poco male, c’è ancora tempo per migliorare e arrivare nel modo migliore a marzo. Quando saranno in pochi che vorranno affrontare Texas Tech e McClung.

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