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La Ncaa indaga, Arizona sempre più nel caos

Autore: Manuel Follis
Data: 6 Mag, 2019

All’inizio è stata una goccia. Un nome, quello di Sean Miller, coach di Arizona University, all’interno di un faldone, quello dell’inchiesta Fbi sulla Ncaa, che comprendeva molti altri allenatori e ancora di più assistenti. Qualcuno è stato allontanato in sordina, altri sono stati licenziati con grande clamore come Rick Pitino a Louisville, altri ancora hanno respinto al mittente le accuse, come Miller. Il 1 marzo 2018 il coach dei Wildcats ha tenuto una conferenza stampa in cui, in meno di 5 minuti, ha detto in maniera perentoria: “I have never paid a recruit“. Mai pagato nessuno. Punto. Capitolo chiuso. Le accuse allora sembravano una goccia.

 

Quella goccia ha comunque avuto la forza di pesare sulla stagione dei Wildcats. L’università ha fatto quadrato attorno al suo allenatore, che in ogni caso ha dovuto affrontare una stagione complessa, chiaramente partita con poche aspettative nonostante Brandon Williams dopo qualche ripensamento abbia poi deciso di confermare il suo commitment (Shareef O’Neal invece, il figlio di Shaq, ha preferito andare a UCLA). E così Arizona ha mancato la partecipazione al Torneo Ncaa dopo 6 anni consecutivi di presenza. Poco male, commentavano i tifosi, la squadra non perde quasi nessun giocatore importante mentre arrivano i rinforzi: in primis le due guardie (Josh Green e l’italiano Nico Mannion), ma anche l’ala piccola Terry Armstrong e il centro Zeke Nnaji. La strada era tracciata: dopo un anno di purgatorio il college della Pac 12 doveva tornare in Paradiso. Invece no.

Nico Mannion

Nico Mannion

L’indagine sulla Ncaa è ancora in corso e stanno emergendo molti dettagli che complicano parecchio l’immagine di Arizona e quella di Miller. In particolare, nel corso dell’inchiesta che ha già riconosciuto colpevole l’assistente dei Wildcats, Emanuel “Book” Richardson, di aver incassato una tangente da 20mila dollari pagata dall’agente Christian Dawkins, è stata ascoltata in tribunale una telefonata in cui Richardson al telefono con Dawkins spiegava a quest’ultimo come l’allenatore, Sean Miller, stesse pagando 10mila euro al mese a DeAndre Ayton per poterlo reclutare.

 

Alcuni dei titoli post pubblicazione delle intercettazioni

 

Un’altra goccia. Questa volta più grossa. Certo, i pagamenti ora sono tutti da dimostrare e Richardson potrebbe aver inventato tutto, ma è evidente che la posizione del college e del suo capo allenatore va peggiorando, tanto è vero che la stessa università sta perdendo qualche colpo come evidenzia la comunicazione tenuta in occasione delle ultime news. La novità, l’ennesima goccia, è che secondo l’Arizona Daily Star, un portavoce dell’università avrebbe confermato che la Ncaa ha avviato un’ispezione ufficiale sul programma dei Wildcats. Il giorno dopo l’articolo, sempre un portavoce del college (lo stesso?) ha invece negato che fosse in corso un’ispezione. Ispezione che in realtà, anche in base a quanto riportano altri media americani, sarebbe effettivamente in corso. A questo punto la domanda è quanto tutte queste vicende extra-cestistiche possano influenzare o stiano già influenzando l’ambiente. Domanda legittima, che negli Stati Uniti si stanno facendo tutti.

Un articolo su Sean Miller

Un articolo su Sean Miller

Dick Vitale e Jay Bilas famosi commentatori Espn, tra i massimi esperti di college basketball hanno usato parole non gentili. Vitale ha scritto su Twitter: “Sean Miller is a disgrace to the University and it’s fan base. They need to get rid of him. Here is a guy that clearly cheats and is still there. Coaches like Pitino, whom they have nothing on, loose their jobs. It is messed up! Rick Pitino has paid a big price“. Bilas invece all’inizio era stato uno dei più strenui difensori di Miller all’inizio della vicenda Fbi, ha ammesso di aver cambiato idea sul caso. “You would have to have your head buried very deep in the sand and do some pretty tortured mental gymnastics to try to suggest that there was no improper NCAA activity on the part of Coach Miller and the Arizona program”. Posizione, quella di Bilas, che al momento sembra la più razionale, sostanzialmente perché non si vede il motivo per cui Richardson dovesse mentire al telefono con Dawkins e perché comunque aumenta la probabilità che l’head coach sapesse benissimo cosa stava avvenendo.

La preoccupazione dei tifosi ora riguarda la prossima stagione e le decisioni dei giocatori reclutati, tra cui appunto il nostro Mannion. Finora sono usciti solo flebili sussurri qua e là che paventano possibili rinunce. In realtà, al momento il reclutamento sembra salvo e anzi Terry Armstrong ha voluto far sapere che le recenti news non cambiano la sua idea. Ma le gocce continuano a cadere. Una goccia è una goccia, due gocce sono due gocce, tre gocce sono tre gocce. Quando diventa mare?

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