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Kansas State doma la furia di Kentucky

Autore: Manuel Follis
Data: 23 Mar, 2018

La sfida tra Wildcats l’ha vinta Kansas State che ha eliminato Kentucky dopo una partita avvincente ed equilibrata ma anche brutta, sporca e cattiva. Così cattiva che alla fine coach John Calipari e i ragazzi di UK non hanno nemmeno stretto la mano agli avversari, scatenando un caso. “Stavano festeggiando, ero felice per loro e non volevo disturbarli” ha detto poi l’allenatore. Al di là di come sia andata davvero, l’episodio rende bene l’idea di che tipo di guerra sia stata in campo.

Tiro da 3 e tiri liberi

Come si suol dire “it’s all about making shots”. Rimaniamo sulla descrizione iniziale: avvincente ed equilibrata ma bruttina. Il perché è facile da spiegare: due difese fisiche e tanti errori al tiro. Alla fine 35.2% dal campo per Kansas State e 38.1% per Kentucky. La grande differenza l’ha fatta il tiro da 3, ovvero il 9/22 messo a segno dalla squadra di coach Bruce Weber (40.9%) contro il 3/12 (25%) degli avversari. Ah beh, poi c’è il capitolo tiri liberi.

Nell’articolo sulle statistiche della nostra guida avevamo segnalato che Kentucky era la squadra del torneo che andava di più in lunetta ma tra le meno precise. Una profezia amara per la formazione di Calipari che nella partita più “fallosa” dell’intera March Madness (51 fischi) ha pagato l’imprecisione di PJ Washington. Nel finale di partita Kansas State non ha avuto antidoti contro il lungo di UK, immarcabile. Peccato che il buon PJ abbia chiuso con 8/20 dalla linea della carità, condannando i suoi Wildcats.

La chiude Barry Brown Junior

La giocata della gara l’ha messa a segno Barry Brown, che fino a quel momento era stato impreciso (3/14 al tiro) anche se nel finale era chiaro a tutti (soprattutto a UK) che sarebbe stato lui a gestire i palloni pesanti. Tanto più che Dean Wade (in teoria il miglior marcatore dei Wildcats) è sì tornato in campo (4 punti), ma visto che veniva da un infortunio è stato limitato a 8 minuti. In sua assenza, palla a Brown e pedalare. Ed è andata bene. A 20 secondi dal termine la guardia ha segnato un canestro difficilissimo contro i lunghi di Kentucky. Ironia della sorte da 2 (in penetrazione) quando la squadra fino a quel momento aveva realizzato solo 9 canestri su 31 tentativi e quasi nessuno al ferro.

 

Kentucky ha giocato la sua partita, molto fisica e poco tecnica, avendo molto vicino a canestro da Washington (impreciso in lunetta ma 40 minuti di presenza costante in campo con 15 rimbalzi). Shai Gilgeous-Alexander ha contribuito a tratti: 2/10 al tiro per lui con 11 dei 15 punti totali arrivati dai liberi ma 5 palle perse di cui una nel finale davvero sanguinosa.

 

Si salva in parte Kevin Knox, osservato speciale della difesa di K-State, tenuto a 13 punti e 8 rimbalzi. Nick Richards si è confermato l’inutilità spalmata su 210 centimetri e Sacha Killeya-Jones qualcosa di simile. Quade Green ha messo le prime due triple (utilissime) ma si è convinto di essere un tiratore, e nel finale si è preso d’imperio un tiro da 3 bislacco di quelli “o sei un eroe o sei un cretino”. Ed è andata male.

L’eroe della gara

Brown ha segnato il canestro della vittoria, tutti si ricorderanno di lui. Ma chi era in palla, ma in palla per davvero, è Xavier Sneed, giocatore che per la seconda partita consecutiva è stato decisivo per Kansas State (lo era stato anche nel finale della gara contro Xavier). Carico a mille, ha sostenuto l’attacco dei ragazzi di Weber quasi da solo e il suo 5/8 dall’arco scintilla in una gara in cui nessuno ha avuto percentuali eccelse. Oltre ai punti anche 9 rimbalzi e tanto trash talking. Che probabilmente non è stato troppo gradito dai giocatori di UK.

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