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Hunter vs Culver, prospetti a confronto

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 13 Apr, 2019

Doveva essere una finale a basso punteggio e alla fine è stata quella con il punteggio più alto dal 2000, grazie ovviamente anche al supplementare. Virginia-Texas Tech è stata una partita particolare e combattuta, che ha proposto anche lo scontro tra due dei migliori prospetti Nba del college basket, ovvero Jarrett Culver e DeAndre Hunter.

Non ci sono molti dubbi su chi ne sia uscito vincitore, visto che Hunter ha piazzato il suo career high, 27 punti con quattro triple, giusto nella sua ultima e più importante partita collegiale, mentre Culver ha inciso pochissimo, anche se ha rischiato di portare il titolo a Lubbock con il suo canestro  più bello. Vediamo come è andato lo scontro tra due ali, con pregi e difetti in ottica Draft. 

Hunter attacca Culver

In una partita tra due sistemi difensivi ai massimi livelli, è stato in parte strano vedere che i due giocatori più forti, su entrambi i lati del campo, delle due squadre si siano affrontati più e più volte in lunghe sfide uno contro uno. In questa situazione, Hunter è riuscito a battere ripetutamente Culver dal palleggio, mostrando tutti limiti, soprattutto fisici, dell’avversario.

 

Cosa si può rimproverare alla difesa di Culver? Tiene la posizione, scivola e contiene ben due volte Hunter, anche su una virata che avrebbe mandato al bar la maggioranza dei difensori, e riesce anche a contestare il tiro. Soltanto che il giocatore di Virginia mostra potenza, agilità nel cambiare direzione e un tocco non indifferente in avvicinamento. E dire che Culver e la difesa di Texas Tech sono riusciti a limitarlo parecchio nel primo tempo. Quello appena visto è l’unico canestro che Hunter è riuscito a segnare su otto tentativi, proseguendo un po’ il trend mostrato per tutto il torneo.

 

Non a caso, le due triple che hanno messo in ritmo Hunter nel secondo tempo sono arrivate quando Culver aveva cambiato su un blocco e marcava qualcun altro. Tony Bennett infatti, ha iniziato a non usare più il suo prospetto Nba in punta e fronte a canestro per attaccare uno contro uno, ma lo ha spostato come bloccante, sfruttando il fatto che la difesa di Texas Tech cambiasse su tutti i blocchi per rimanere aggressiva. Allontanato Culver, Hunter è entrato in ritmo finendo il secondo tempo e l’OT con 7/8 dal campo e quattro triple. I punti fin qui sono quindici ma Hunter non ha ancora finito.

 

Nel momento migliore di Texas Tech, che ha rimontato due volte uno svantaggio che pareva incolmabile, Hunter si è fatto trovare pronto. Nella prima azione della clip qui sopra, attacca Culver in palleggio. Di nuovo, la difesa del numero 23 in maglia Red Raiders è quasi perfetta. Tiene botta alla spallata di Hunter, non è troppo appiccato a lui sia per non commettere fallo sia per essere pronto a scivolare nel caso in cui dovesse andare in penetrazione e anche il salto per contestare è in verticale. Soltanto che grande attacco batte grande difesa e la finale ha dimostrato che Hunter è soprattutto un ottimo attaccante, oltre le indubbie qualità difensive.

La seconda invece, è la tripla che manda tutti all’overtime ed è uno strano errore per la difesa migliore di sempre da quando KenPom calcola le statistiche. Odiase è altissimo sulle gambe e si fa battere facilmente da Jerome, Culver marca Hunter che sta in angolo, ruota per chiudere il centro ma è in ritardo, anche Francis aiuta al centro per cercare di stoppare Jerome e quindi non può ruotare su Hunter in angolo, che è solo e segna.

Culver soffre la fisicità

Culver incontra grandissime difficoltà quando viene marcato da giocatori fisici che tendono a togliergli lo spazio per operare e per andare al ferro. Ha tirato 8/34 nelle ultime due partite al torneo, pagando la preparazione ad hoc di Izzo e Bennett su di lui. Pur non riuscendo a segnare in maniera continuativa, è riuscito a coinvolgere i compagni, cinque assist in finale, grazie a delle letture sempre molto oculate e intelligenti. In uno dei suoi primi tiri della partita, batte una marcatura in post abbastanza pigra di Hunter ma non riesce a battere la fisicità di Diakite al ferro. Molte delle sue palle perse e tiri sbagliati in partita provengono da un fisico ancora acerbo nella parte superiore del corpo.

 

Anche Culver ha iniziato a segnare quando Hunter non lo ha più marcato e infila i primi due tiri quando ci sono Braxton Key e Ty Jerome su di lui. Il playmaker di Virginia viene sbranato dal post basso, Key invece, lo mette in difficoltà, tenendo botta alla penetrazione ma non riesce a fermarlo. Viene da pensare che Culver non riesca ad esprimersi al meglio quando il livello fisico dell’avversario è tra i migliori e questo in ottica Nba è preoccupante.

 

Ma come contro Michigan State, Culver è riuscito a sbloccarsi nel finale, dimostrando di non soffrire affatto la tensione quando la palla pesa. Qua attacca Hunter come Hunter ha attaccato lui tutta la partita. La difesa è ottima e la virata con cui guadagna spazio ancora di più. Hunter, a differenza dell’avversario, regge la prima finta, ma non il cambio di passo finale. Agilità, eleganza, capacità di concludere al ferro in più modi sono le caratteristiche di Culver.

Conclusioni

Il box score finale rende merito a una prova fenomenale di Hunter, ma abbiamo visto come sia riuscito a sbloccarsi solo quando Culver si è allontanato dalla marcatura. Allo stesso tempo, fa sorgere qualche dubbio sul 23 di Texas Tech dal punto di vista offensivo, ma ne elimina molti sul lato difensivo, dato che Culver ha quasi sempre difeso in maniera perfetta sull’avversario. I due sono due giocatori dal telaio e dallo skillset molto simile e potrebbe entrare entrambi in top 5/10 del prossimo Draft. Questa finale sposta forse un po’ la lancetta da parte del campione di Virginia e questa finale potrebbe essere la prima partita di una lunga rivalità.

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