Home 9 NBA 9 Draft Nba 2023: è la notte di Wemby

Draft Nba 2023: è la notte di Wemby

Draft Nba 2023
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 23 Giu, 2023

Non succedeva dal 2001 che soltanto un giocatore proveniente dalla Ncaa finisse in Top 5 del Draft. Allora fu Jason Richardson, in mezzo a un’ondata di high schooler più Pau Gasol, nel Draft Nba 2023 è Brandon Miller scelto alla #2 tra Victor Wembanyama, Scoot Henderson e i gemelli Thompson.

Le mosse attese

Le prime tre scelte sono andate come da programma. Tutti sapevano dalla lottery che Victor Wembanyama sarebbe andato alla #1 da San Antonio e da qualche settimana si era certi anche Brandon Miller a Charlotte alla #2, più per una questione di fit con LaMelo Ball che per talento puro. Certo che fa sorridere la decisione degli Hornets di di scegliere una guardia che ama avere la palla in mano come Nick Smith alla 27 con la seconda scelta. Perchè non prendere direttamente Scoota Henderson? Probabile che il front office si sia lasciato ingolosire dalla presenza del giocatore di Arkansas in quelle posizioni. Per il giocatore dell’Ignite League sarà interessante capire come si integrerà in backcourt folto come quello di Portland.

Playmaker secondari e dove trovarli

Houston, Detroit e Orlando. Tre scelte accomunate dalla necessità di trovare un altro creatore di gioco da mettere accanto alle stelle. Sia a Rockets che ai Pistons serviva qualcuno che potesse facilitare e imboccare bocche di fuoco del calibro di Jalen Green e Cade Cunningham, entrambe hanno optato per i grandi istinti atletici e da passatore dei gemelli Thompson con Amen in Texas, mentre Ausar vestirà la maglia Pistons chiudendo così la Top 5

Anche Orlando è andata in questo senso con la No.6: Anthony Black, oltre a promettere duri quarti d’ora in difesa agli avversari con Franz Wagner, sembra essere l’uomo giusto per alleviare Paolo Banchero da compiti di creazione. Sembra essere una pietra tombale sulle prospettive di Jalen Suggs.

Trade

Non esiste notte del Draft senza trade a sconvolgere l’ordine di scelta. A dare inizio alle danze ci pensa Indiana: sceglie Bilal Coulibaly ma scende di una posizione cedendolo ai Washington Wizards, in piena smobilitazione ma con un Jordan Poole in più, per due seconde scelte. Con la No.8 scelgono Jarace Walker come compagno di merende sotto canestro di Tyrese Haliburton e Bennedict Mathurin.

Anche Dallas si iscrive alle trade di serata con ben due. Cede prima la 10 a Oklahoma City che sale per prendere Cason Wallace da Kentucky. In cambio riceve la 12, convertita in Dereck Lively, ma soprattutto una Trade Player Exepction da 17 milioni che crea, dal nulla, spazio salariale per sistemare la squadra. Cedono invece Richaun Holmes per prendere Olivier Maxence-Prosper alla No.24. Due centri, uno più semplice e grezzo, l’altro più raffinato, per Luka Doncic

Golden State si era mossa prima dell’inizio del Draft, acquisendo dai Wizards Chris Paul. Alla 19 hanno preso il potenziale sostituto di Jordan Poole: Santa Clara per il secondo anno di fila produce un primo giro al Draft, stavolta sotto il nome di Brandin Podziemski. A fare la danza della miseria ci pensa Boston che cede la 25 a Detroit, che prende Marcus Sasser, in cambio della 31, a sua volta scambiata per 34 e 39.

Parentesi tiratori

Di colpo arrivano i tiratori. Utah inaugura il suo Draft prendendo alla No.9 lo stretching big Taylor Hendricks che formerà una coppia di rim protector di altissimo livello con Walker Kessler. Orlando fa storcere il naso a molti con la sua seconda scelta: non tanto per il valore in sé o per il fit ma per il nome. Jett Howard, davanti a due tiratori come Gradey Dick (alla 13 a Toronto) e Jordan Hawkins (alla 14 a NOLA) sembra una follia. Il figlio di coach Juwan non è l’unico Wolverines ad essere scelto perché Kobe Bufkin finisce ad Atlanta alla No.15. Insieme a Duke, Arkansas e Houston, Michigan è l’unica squadra a veder scelti due propri giocatori al Draft.

Tanto talento fuori la lottery

Il talento fuori dalla lottery abbonda. Utah chiude il suo Draft aggiungendo esterni con punti nelle mani: alla 16 propende per il talento limpido ma fumantino di Keyonte George, mentre alla 28 sceglie Brice Sensabuagh da Ohio State. Jalen Hood Schifino ai Lakers con la No.17 invece sembra un connubio particolare fatto di tanta difesa ma poco tiro. Houston non ha paura di prendere doppioni e alla 20 sfrutta la caduta rovinosa di Cam Whitmore per provarci. A nessuno importa se potrebbe fare scopa con Jabari Smith, i Rockets ci provano.

Così come ci prova Brooklyn che con la 21 prende un altro lungo, Noah Clowney, simile a Nic Claxton ma più tiratore, e con la 22 scommette sulla salute e sulla guarigione del piede di Dariq Whitehead. Alla 18 avviene il fit perfetto: Jaime Jaquez Jr a Miami, un hustle player in un sistema quasi militare. Indiana punta sull’intelligenza di Ben Sheppard, in crescita durante le ultime combine, mentre Denver porta a casa il tiro da tre di Julian Strawther alla 29. Chiude Kobe Brown in una scelta poco comprensibile dei Clippers.

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