Terminata la March Madness, per i talenti del college basketball è già tempo di rivolgere lo sguardo al Draft NBA. La deadline del 24 aprile, entro la quale vanno consegnate le cosiddette early entry per la selezione di fine giugno, è sempre più vicina, e come ogni anno sono tantissimi i giocatori che hanno annunciato l’intenzione di provare il grande salto verso il professionismo.
Al di là dei grandi talenti già sicuri di un posto in lottery, da Paolo Banchero a Chet Holmgren passando per Jabari Smith, Jaden Ivey e Jalen Duren, c’è tutto un universo di giocatori più o meno affermati, spesso junior o senior, che testeranno le acque cercando di strappare una chiamata e provando a ritagliarsi uno spazio in NBA, nonostante l’età un po’ più avanzata. Per tutti coloro che si dichiareranno al draft, ci sarà comunque la possibilità di tornare indietro al college fino al 13 giugno, se cambieranno idea e capiranno che non è ancora il loro momento al piano di sopra.
Vediamo quindi tra i giocatori meno noti chi può avere delle chances Nba
Keon Ellis, cagnaccio di Alabama, è stato nominato nell’All-SEC Defensive Team dopo una stagione in cui è stato leader dei Crimson Tide per rimbalzi e palle rubate. È di pochi giorni fa la notizia della sua firma con l’agenzia EZ Sports Group, che avrà il compito di far salire le sue quotazioni in vista della Combine.
Proverà a sfruttare una stagione super-positiva (18.5 punti, 6.4 rimbalzi e 5.2 assist di media) anche Alondes Williams, star di Wake Forest ed ACC Player of The Year. Ottimo floor general e scorer dall’atletismo non indifferente, Williams si porta dietro l’esperienza di un senior, ma anche tante lacune al tiro da tre (appena oltre il 28% in stagione) che gli renderanno molto difficile ottenere una chiamata prima delle ultime dieci del secondo giro.
Con un toccante messaggio su Instagram, all’inizio del mese anche l’altro Williams, Trevion, ha salutato Purdue: il centro da Chicago aveva già provato ad inserirsi nel Draft dello scorso anno, salvo poi ritirare la propria candidatura per provare a vincere un titolo con i Boilermakers. La missione è però fallita, e ora Williams proverà ad entrare in NBA dalla porta di servizio delle ultime chiamate.
Nutre le stesse speranze anche Isaiah Mobley: dopo una discreta annata da junior con USC, il “fratellino” di Evan ha da poco annunciato la sua intenzione di candidarsi al Draft e di firmare con un agente, escludendo quindi totalmente la possibilità di un ritorno al college. Lungo di personalità, rimbalzista fenomenale e attaccante completo, Mobley sfrutterà l’onda lunga di una stagione chiusa ad oltre 14 punti ed 8 carambole di media per provare ad inserirsi nel secondo giro.
Molto chiacchierata anche la scelte di quello che possiamo definire il grande sconfitto delle ultime due stagioni: Drew Timme, dopo due tornei in cui Gonzaga partiva da favorita e non ha vinto, ha annunciato di voler provare il salto al piano di sopra. Scelta opposta invece per Armando Bacot, reduce da una stoica finale in cui pur di aiutare la sua UNC ha giocato sopra una caviglia palesemente infortunata, che è intenzionato a vendicare la sconfitta subita da Kansas. Il junior da Richmond ha infatti deciso di tornare per una quarta stagione con i Tar Heels, e lo ha comunicato tramite un post su twitter che ricalca il celeberrimo “I’m back” col quale Michael Jordan annunciò il suo ritorno in NBA.
"I'm back." pic.twitter.com/LooDQ3pVyc
— Carolina Basketball (@UNC_Basketball) April 13, 2022
James Akinjo, reduce da una buona stagione con Baylor inserito nel first-team della Big-12 di quest’anno, ha deciso di rinunciare all’anno extra di eleggibilità per seguire i suoi compagni freshman Kendall Brown e Jeremy Sochan in direzione Draft, anche se l’ala anglo polacca non si è ancora dichiarata. Assieme a lui, potrebbe strappare una chiamata anche JD Notae, guardia di Arkansas, reduce da una stagione da 18.9 punti che gli è valsa gli onori del first-team della SEC, mentre la strada sembra più in salita per altre due guardie dagli ottimi numeri come Marcus Sasser di Houston e Santiago Vescovi di Tennessee. In quanto junior, però, entrambi hanno ancora la possibilità di ritirare la propria candidatura per provare un altro giro di giostra al college.
Tra i lunghi, Oscar Tshiebwe ha annunciato l’intenzione di testare le acque, dopo una stagione fenomenale da junior (17.4 punti, 15.1 rimbalzi di media con il 60% dal campo) che gli è valsa il titolo di National Player of the Year all’unanimità. Anche Trayce Jackson-Davis proverà ad inserirsi nel discorso Draft ma senza perdere l’eleggibilità per il suo anno da senior al college: il lungo da Indiana è dato undrafted dalla maggior parte dei mock, ma qualcuno lo piazza addirittura ad inizio secondo giro.
Non avrà possibilità di tornare, invece, Brady Manek, che dopo quattro anni con Oklahoma ha sfruttato il suo extra-year per vivere in prima persona l’incredibile cavalcata di UNC fino alla finale del Torneo. L’età non è dalla sua, ma la versatilità ed il range di tiro potrebbero comunque convincere qualcuno a puntarci.
Tra gli altri junior e senior intenzionati a provare il grande salto vanno citati sicuramente Gabe Brown (MSU), Ron Harper Jr. (Rutgers) e Julian Champagnie (St. John’s); tra chi si è lasciato ancora una via di fuga per tornare all’università, invece, troviamo Keion Brooks (Kentucky), Keve Aluma (Virginia Tech) e Tevin Brown (Murray State).
E poi ci sono i super improbabili come David Roddy, ala forte di 1.95 per 115 kg, idolo (con la pancia) di Colorado State che è l’esempio di come dichiararsi al draft in fondo non costi nulla. Ci si dà un tono per qualche mese e poi o si torna al college (se si può), o si cerca una squadra messicana dove giocare da professionista.