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DiVincenzo da 10: le pagelle della finale

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 3 Apr, 2018

Villanova

Eric Paschall, 6.5 – Lontano dalla versione dominante vista con Kansas, in difesa fa sempre fatica quando Wagner lo attacca frontalmente dal palleggio. Sotto i tabelloni però risponde “presente” e, a inizio ripresa, è autore di un bel uno-due personale (tripla dal lato e 1-vs-1 vincente contro il tedesco) che proietta subito i Wildcats sul +14.

Omari Spellman, 6.5 – Porta atletismo, fisicità ed energia fondamentali sotto canestro, con 11 rimbalzi catturati fra cui 4 offensivi che hanno contribuito a infastidire lo spauracchio teutonico.

Mikal Bridges, 7 – Abbastanza evanescente nel primo tempo, dove subisce la verve offensiva di Abdur-Rahkman. Riesce però a rialzare la testa nel secondo (in cui segna 15 dei suoi 19 punti totali), risultando determinante nell’uccidere definitivamente la partita.

 

Jalen Brunson, 5.5 – Nonostante la partenza a razzo, non è stata proprio la sua miglior partita: anzi, dal punto di vista realizzativo, è stata la peggiore dell’anno (9 punti con 4/13 al tiro). I problemi di falli lo estromettono dal match a metà ripresa, quando se ne ritrova 4 a carico. Per fortuna sua e della squadra, i compagni sono più che sufficientemente quadrati da non subire il contraccolpo della sua assenza.

Phil Booth, 6.5 – Nella ripresa ci sono stati diversi giocatori che si sono alternati (bene) su Wagner e lui, insieme a Spellman, è senza dubbio quello che ha fatto il lavoro migliore, giocando sapientemente d’anticipo ed entrando nella testa del lungo avversario.

Collin Gillespie, 7.5 – Entra in campo e subito si attacca alle caviglie di chi gli capita a tiro mentre in attacco si rende utile con due viaggi in lunetta senza errori. Sedici minuti pulitissimi e importanti.

Donte DiVincenzo, 10 – Una partita semplicemente perfetta, nella quale ha giocato da protagonista proprio nei due momenti più complicati per Villanova, ovvero nella metà iniziale del primo tempo e in quella centrale del secondo. Devastante con le sue triple dal palleggio (5/7 da tre), in attacco riesce a non cedere il fianco ai suoi due difetti ricorrenti (percentuali nelle conclusioni al ferro e palle perse), è bravo nel servire i compagni e, come se non bastasse, fa la differenza anche in difesa, segnalandosi per una stoppata alla Konate (cioè a due mani). Mette insieme un career-high (31 punti) proprio nell’incontro più importante della sua vita, venendo eletto come Most Outstanding Player. Impossibile sognare qualcosa di meglio.

 

Michigan

Moritz Wagner, 5.5 – Un inizio da iradiddio (9 punti nei primi cinque minuti) per poi sparire piano piano. La svolta difensiva di Villanova nel secondo tempo gli nega o rende complicate tante ricezioni (vicino e lontano dal canestro), frustrandolo in maniera evidente.

Isaiah Livers, 6 – Solito match di bassa manovalanza e pochissimi palloni toccati in attacco.

Charles Matthews, 4 – La delusione della partita. Confusionario, pasticcione, impreciso. Rari bagliori di classe in mezzo a una serie di errori inedita in questo Torneo: chiude la serata con appena 6 punti segnati (3/9 dal campo, 0/4 ai liberi) e 3 perse.

Zavier Simpson, 7 – Un ottimo lavoro difensivo su Brunson e in attacco si spinge fin dove i suoi limiti glielo consentono (10 punti e 2 assist).

Muhammad-Ali Abdur-Rahkman, 8 – Il migliore di Michigan, unico a produrre tanto e con continuità in attacco. Ottime le letture sfruttate per attaccare il canestro (dove risulta infallibile), meno la mira dall’arco (2/7): è comunque protagonista di un incontro da 23 punti con 8/13 dal campo, 5/6 ai liberi e nemmeno un pallone perso.

 

Jordan Poole, 6.5 – Solo dieci minuti in campo con una prestazione al tiro non strabiliante (1/5), ma porta tanta energia e il suo impatto, in generale, è molto buono, soprattutto a metà primo tempo.

Duncan Robinson, 5 – Non riesce mai a prendere ritmo e a fare ciò che gli viene chiesto in primis, cioè segnare da fuori: nessun punto in 22 minuti (0/3 dall’arco).

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