Home 9 Focus 9 Ayton miglior centro, McCoy old school

Ayton miglior centro, McCoy old school

Autore: Stefano Russillo
Data: 12 Gen, 2018

Se la classe della passata stagione era piena di PG dal grande talento (Markelle Fultz, Lonzo Ball, De’Aaron Fox, Dennis Smith) che dopo un solo anno da protagonisti al college hanno saputo conquistare la Nba, i freshmen che nel 2018 fanno la voce grossa in Ncaa sono i centri, e non solo per via del fisico. Ci sono lunghi che stanno dominando il college basketball a suon di doppie-doppie, oggetto dei desideri di mezza Nba al prossimo draft. Ecco i cinque migliori.

 

DeAndre Ayton – Arizona

(20pts, 11.5reb, 1.5ast, 1.5blk, 63%FG, 33.3%3PT)

“Unmatched”, lo ha definito coach Sean Miller e non c’è termine migliore. Talento insuperabile con un fisico da divinità greca (216cm x 113kg) che porta a spasso come se fosse una guardia e uno skill-set in attacco che lo rende merce rara. È la versione perfetta del centro che oggi fa comodo ai professionisti, affidabile da ogni zona del campo, esplosivo in post e nei pressi del ferro, immarcabile dalla media (97percentile in isolamento) e sempre più a suo agio anche con il tiro da tre, anche se deve migliorare le sue scelte. A vederlo giocare sembra un gigante in mezzo ai bambini (rimbalzista mostruoso, per defensive rebounding percentage tra tutte le big conference). Decisivo e clutch come dimostra la prova da 23+19 nella vittoria contro Arizona State. Se migliorerà la capacità di difendere il ferro, l’anno prossimo potrà già dire la sua contro i lunghi Nba.

 

Marvin Bagley – Duke

(22.1pts, 11.8reb, 1.5ast, 1.1blk, 62.6%FG, 33.3%3PT)

“He’s just unique”, ha detto Coach K, uno che di talenti se ne intende. Sta abbattendo tutti i record per un freshman nella storia di Duke a suon di prestazioni monstre come i 32+21 nella vittoria contro Florida State. Mancino che sta sul parquet con una naturalezza rara, se si considera il mix di centimetri e talento a disposizione. Giocatore di pura energia nei pressi del ferro, animale da rimbalzo offensivo, capace di segnare in mille modi diversi in area con un ball-handling e una visione di gioco sottovalutati. Sta prendendo sempre più confidenza e sicurezza con il tiro dalla media e dalla lunga distanza. Nonostante sia già uno dei migliori cinque giocatori del college basket, il potenziale e i margini di miglioramento sono ancora ampi. Campi nei quali migliorare? La difesa visto che, complice anche un fisico sul quale c’è ancora da lavorare (bisogna mettere su massa in ottica Nba), tende a soffrire contro centri di peso e l’affidabilità ai liberi (60.2%).

 

Mo Bamba – Texas

(11.8pts, 10.5reb, 0.3ast, 4.5blk, 51.5%FG, 22.2%3PT)

“Man, he blocked everything it seemed like”, è stato il commento di Devonte’ Graham dopo averlo affrontato. È il miglior difensore del college basket e, in previsione, un futuro candidato a Defensive Player of the Year al piano di sopra. Perno della quinta miglior difesa dell’Ncaa per efficienza difensiva e macchina da rimbalzo (nella top18 in Division I per % di rimbalzi difensivi). La sua apertura di braccia di 2.4 metri aiuta (sarà il più grande wingspan nella storia dell’Nba) ma, oltre a muscoli e centimetri (211), il motivo delle 4.5 stoppate di media ( tra le big conference) risiede nel suo spiccato IQ e nel senso della posizione. Peraltro la agilità e la velocità di piedi lo aiutano a marcare anche i più piccoli. Cosa manca per diventare un giocatore totale? L’attacco. Deve prendersi più responsabilità ( in squadra per % di possessi) e tiri. Per ora vive di lob, putback e punti da seconde opportunità anche se, nelle ultime uscite, ha mostrato di poter essere una credibile minaccia offensiva (22 punti vs Kansas) e di avere mani educate in ottica stretch-5.

 

Brandon McCoy – UNLV

(18.6pts, 9.9reb, 0.5ast, 1.5blk, 61.9%FG, 100%3PT, ma su un solo tentativo)

Nell’era degli unicorni, McCoy è invece un centro tradizionale, un lungo old school capace di fare poche cose ma essenziali. Gioco in post, catturare rimbalzi (ottimo istinto soprattutto per quelli offensivi) e difendere il proprio ferro sono i suoi punti di forza. Eccellente in situazioni di post-up, nei tagli a canestro e come finisher, i problemi arrivano quando si allontana dal ferro, a causa della mancanza di tiro. Altro problema sono le palle perse (3.2 di media), frutto dei numerosi raddoppi ai quali è sottoposto essendo la prima opzione offensiva dei Runnin’ Rebels. Nonostante il talento (recruit 5 stelle) pochi si aspettavano, infatti, un impatto così immediato in soli 27 minuti di gioco. Top scorer e miglior rimbalzista della MWC: se UNLV è una delle candidate a insidiare il trono di Nevada, gran parte del merito è suo.

 

Omari Spellman – Villanova

(10.1pts, 7.6reb, 0.6ast, 1.6blk, 46.2%FG, 43.5%3PT)

“This kid can shoot”. Come dare torto a coach Jay Wright? Spellman dopo 14 partite sta tirando con 20/46 da oltre il perimetro. In teoria, visto anche il corpaccione che si porta a spasso (207cm x 111kg), doveva essere un giocatore da post con la soluzione dalla lunga distanza come arma in più nel proprio arsenale. La realtà è che Spellman finora è più efficiente come tiratore piuttosto che come giocatore d’area. Tra i freshmen dovrebbe essere il più esperto, visto che si tratta di un redshirt dopo il problema di ineleggibilità che lo ha tenuto lontano dai campi la scorsa stagione (nella quale oltre ad allenarsi con la squadra si è potuto dedicare alla sua passione per la scrittura creativa). Dopo qualche difficoltà nelle prime partite, i tifosi dei Wildcats sperano che il match contro Temple sia stato lo spartiacque della stagione (anche se nelle ultime uscite ha continuato a mostrare alti e bassi) con il career high da 27 punti e 4/7 da tre.

Articoli correlati

Finale Ncaa, la parola ai protagonisti

Dopo una finale così emozionante decisa da un tiro allo scadere è normale che le reazioni dei protagonisti che l’hanno Leggi tutto

Italia-Arcidiacono, c’è ancora da aspettare
Ryan Arcidiacono (Villanova)

Un ragazzo “con il dna del leader”, da prendere “a prescindere dal passaporto” perchè può diventare “un giocatore da medio-alta Leggi tutto

Villanova, una questione di tradizione
Novanation

“This is Villanova basketball”: a sentire un’intervista di coach Jay Wright o di qualsiasi giocatore del roster dei Wildcats, ritroverete Leggi tutto

Niente Arizona, Ferguson va all’estero

Terrance Ferguson saluta Arizona e decide di "parcheggiarsi" per un anno in una squadra di professionisti in Australia. "Terrance mi Leggi tutto

Nozze tra Under Armour e UCLA
Under Armour UCLA

La lotta delle sponsorizzazioni sportive legate al basket americano continua senza esclusione di colpi. Mentre gli analisti (non quelli sportivi, Leggi tutto