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Ayo Dosunmu, il supereroe di Illinois

Ayo Dosunmu
Autore: Giovanni Bocciero
Data: 22 Feb, 2020

Già era amato dai tifosi, ma negli ultimi giorni è diventato il loro supereroe. A Champaign, nell’Illinois, non fanno altro che parlare di lui. Eh sì, perché Ayo Dosunmu sta facendo una seconda parte di stagione da leader indiscusso dei Fighting Illini, che torneranno molto probabilmente al torneo Ncaa dopo sei anni di assenza anche e soprattutto grazie alle sue prestazioni.

Ragazzo molto alla mano, non si limita solo a fare l’atleta ma è anche molto preparato culturalmente. “In campo voglio essere il miglior giocatore che posso diventare, fuori voglio essere una persona istruita e responsabile”, ha detto. Per questo si sta laureando in comunicazione e giornalismo, ed aspira a diventare un analista televisivo. Ovviamente quando avrà appeso le scarpette al chiodo.

Ayo Dosumnu - Illinois

Ayo Dosumnu

Combo guard (1.96 metri per 84 kg) a cui piace segnare ma anche coinvolgere i compagni. Ha come modello di riferimento Kyrie Irving, tanto che cerca di replicare i suoi movimenti. La sua giornata tipo inizia con la sveglia alle 6:00 e termina alle 22:30 quando si impone – letteralmente – di andare a dormire. È molto metodico da questo punto di vista perché “non posso fare bene senza riposare il giusto”.

È il giocatore più importante dell’ateneo dai tempi di Dee Brown, che è stato un Illini dal 2002 al 2006 risultando il più vincente (114 vittorie insieme a James Augustine), secondo nella Big Ten. Brown fu protagonista del titolo del 2005, Ayo Dosunmu a modo suo sta riportando la squadra al torneo Ncaa. “È il giocatore che può condurci a grandi risultati”, ha ammesso Underwood. La scorsa stagione è stato il primo freshman nella storia dell’università a guidare la squadra per punti segnati13.8 di media. Ed è stato primo anche negli assist (3.3).

Le origini e gli insegnamenti

È cresciuto a pane e basket insieme al fratello maggiore Kube e con un papà allenatore: “Ho iniziato a far giocare i ragazzi a pallacanestro quando avevano circa 3-4 anni. – dice il padre Quam Gli ho insegnato tutto ciò che sapevo, soprattutto l’etica del lavoro. Tutti e tre ci confrontiamo dopo ogni partita di Ayo, lui ci chiede consigli per migliorare. Facciamo tutto in famiglia, perché per come la vediamo io e mia moglie, senza famiglia non si è niente”.

Ayo Dosunmu coi suoi famigliari

Grazie a questi insegnamenti, Ayo Dosunmu si è messo in luce sin da giovanissimo. Al prestigioso torneo liceale del Tarkanian Classic di Las Vegas ha stabilito il record di punti in una gara (60). Anche grazie a quella prestazione ha conquistato la convocazione con gli Stati Uniti per i FIBA Americas U18, contribuendo alla vittoria finale con 9.5 punti, 4.5 assist e 2.3 rimbalzi di media. Tutto ciò non gli ha comunque fatto montare la testa. “Non mi interessano premi come il giocatore dell’anno. Quando arrivi a giocare in Ncaa non importa. Devi capire che hai davanti giocatori con tre o quattro anni d’esperienza ai quali non frega nulla che tu sia una matricola di livello nazionale. Gli devi portare rispetto impegnandoti in palestra. In questo senso il mio consiglio per i più giovani è di lavorare tanto e non essere mai soddisfatti”.

E lui s’impegna anche più del dovuto. Anche per questo da alcuni giorni è diventato il supereroe dei tifosi di Illinois. Martedì scorso, infatti, è sceso in campo a circa una settimana dall’infortunio contro Michigan State. Ha trascinato la squadra alla vittoria sul campo della temibile Penn State, interrompendo così una striscia di quattro sconfitte. E con quella vittoria gli Illini hanno ripreso slancio nella corsa alle prime posizioni.

Un giocatore dinamico

Statistiche alla mano è il miglior giocatore della squadra insieme a Kofi Cockburn. Sta viaggiando a quota 16.2 punti, 4.3 rimbalzi, 3.2 assist, con il 47.6% dal campo e il 77.8% ai liberi. Da il meglio di sé quando può spingere in transizione e ottenere canestri ad alta percentuale.

 

Ha un primo passo fulmineo che gli permette di battere gli avversari in 1-vs-1 e puntare dritto al ferro dove può concludere sia con la mano destra che con la sinistra. Certo, in ottica Nba dovrebbe mettere su un po’ di muscoli nella parte superiore del corpo per assorbire meglio i contatti.

 

E proprio pensando al piano di sopra, quest’anno sta facendo vedere cose sempre più interessanti in isolamento, situazione nella quale è molto efficace grazie ad un ottimo tiro in sospensione.

 

È molto sottovalutato come passatore. In realtà ha una visione ben al di sopra della media e capacità tecniche che gli permettono di trovare spesso e volentieri angoli di passaggio non proprio semplici.

 

Ha un potenziale difensivo ottimo, eppure non è così efficace. Un dato su tutti, le 0.8 palle recuperare in decrescita rispetto alle 1.3 dell’anno scorso. Davvero poche per uno come lui che ha un passo felpato per stare con gli avversari e mani veloci per infastidire il palleggio.

 

Il playmaking e il tiro dalla distanza sono le parti del gioco sulle quali deve migliorare. Ci sta lavorando, ma ancora una volta sono i numeri che ci danno l’esatta fotografia. Registra 2.6 perse, +0.3 rispetto l’anno scorso, e il 30.1% da 3, addirittura -5.1% rispetto a dodici mesi fa, con molte meno conclusioni prese.

 

“Voglio essere più costante nel tiro dall’arco, continuando a lavorarci. Conosco la mia rapidità, la mia velocità, ma migliorare al tiro mi renderà un giocatore più difficile da marcare per le difese”. Il concetto è chiaro e l’obiettivo fissato. Migliorato questo aspetto le porte della Nba gli si spalancheranno. Magari non per forza la prossima primavera.

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