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Da Moore a York, i rookie in Italia

Nic Moore
Autore: Raffaele Fante
Data: 27 Set, 2016

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I tre campioni Ncaa ingaggiati l’anno scorso se ne sono andati, ma non è proprio il caso di abbattersi. Dal mondo del college basketball sono arrivati in Italia tanti rookie interessanti, alcuni direttamente dalle università, altri dopo un’esperienza in D-League o in Europa, e tra loro ci sono potenziali stelle che possono fare la differenza nel nostro campionato. Vediamo chi sono i rookie americani della serie A.

Iniziamo da chi se n’è andato: i due Cardinals campioni 2013 hanno lasciato rispettivamente Caserta e Pistoia ma, mentre Peyton Siva si è trasferito nella Bundesliga con l’Alba Berlino, Wayne Blackshear ha deciso di scendere in A2 ed è il grande colpo dell’estate di Forlì. E’ un vero peccato aver perso Ryan Boatright, vincitore del titolo con Uconn nel 2014, senz’altro uno dei giocatori più forti arrivati in Italia l’anno scorso: dopo aver girato la stagione dell’Orlandina, Boatright sarà allenato da coach Andrea Mazzon ai Foshan Long Lions dove troverà un altro giocatore che ha fatto il suo stesso percorso Usa-Italia-Cina, l’ex New Mexico Lobos e Pistoia Alex Kirk.

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Brindisi University

Gli appassionati di college basketball non potranno non seguire con attenzione la stagione dell’Enel Brindisi, perchè coach Meo Sacchetti e il gm Alessandro Giuliani hanno allestito un quintetto che avrà ben tre giocatori appena usciti dal college: Nic Moore, AJ English e Robert Carter. Quest’ultimo è senz’altro la sfida più intrigante, anche perché è stato preso per fare il centro, come ha confermato Sacchetti in più interviste. In realtà, nella sua ultima stagione trascorsa a Maryland, Carter era uno degli starter in un quintetto super lungo con lo stretch four Jake Lyman e il centro Diamond Stone, e bisogna tornare ai primi due anni passati a Georgia Tech per ricordarlo stabilmente più vicino al canestro. Intendiamoci, è un 2.05 pesante ben oltre il quintale (e che deve stare attento alla bilancia), e nei suoi tre anni al college ha una media di 7 rimbalzi a partita, ma di certo ama giocare fronte a canestro (3 triple tentate di media a partita anche se con un modesto 30%) e sa decisamente muoversi con la palla in mano:

 

Non sempre la sua partenza in palleggio è corretta per gli standard europei e quindi è un serio indiziato per vincere la classifica di infrazioni di passi, ma a Maryland il suo pick’n’pop con Melo Trimble ha funzionato in più di un’occasione e Sacchetti sicuramente lo userà in molti giochi a due.

A sua disposizione c’è infatti una delle migliori PG del college basketball: come lasciano facilmente intendere i suoi 175 cm, Nic Moore non è un’ala come sostiene la Legabasket ma un ottimo play che non rientra certo nella categoria nani razzenti. Leader di SMU in una delle stagioni più assurde e vincenti allo stesso tempo (finita così), Moore è un ottimo tiratore, sempre sopra il 40% da 3 nelle sue tre stagioni con i Mustangs, e la mano non gli ha mai tremato anche nei momenti decisivi. Floor general se ce n’è uno, a lui un santone della panchina come Larry Brown ha concesso totale libertà, anche perché non ha pecche evidenti su entrambi i lati del campo. Certo, è piccolo, ma qualcuno ha detto Terrell McIntyre?

Nic Moore

Nic Moore

A tutto questo aggiungete un super marcatore come AJ English e avete il quadro completo della nuova Brindisi versione Ncaa. Figlio dell’AJ visto a più riprese in Italia, English ha giocato quattro stagioni a Iona, una migliore dell’altra, coronando la sua carriera collegiale portando la squadra al Torneo da leader. Nella partita decisiva della Maac ha segnato 19 punti contro Monmouth (quelli delle esultanze creative, ve li ricordate?) chiudendo con la rubata che ha deciso la partita. La caratteristica di English, che lo ha portato anche a essere considerato da alcune squadre Nba, sono i punti nelle mani e il tiro dalla distanza: se è “on fire”, fa male per davvero. Nella stagione appena conclusa ha realizzato anche il suo career high (46 punti) con 13/19 da 3 ma come si può vedere da questo video, sa fare canestro davvero in molti modi:

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Le scommesse di Cremona

Compito non facile quello che attende Gabe York alla Vanoli Cremona, dato che deve sostituire uno dei giocatori più solidi della passata stagione: Tyrus McGee garantiva punti e difesa partendo dalla panchina ed è stato probabilmente il miglior sesto uomo della serie A, ma al ragazzo uscito da Arizona il talento non manca di certo. Decisamente più playmaker di McGee, coach Sean Miller lo faceva partire in quel ruolo per poi utilizzarlo come guardia tiratrice quando inseriva Parker Jackson-Cartwright. La timidezza non sa cosa sia (7 i tiri da 3 di media a partita, 16 quelle tentate nella semifinale della PAC 12 persa contro Oregon), ma la mano è buona, come dimostra il 42% dall’arco e il record di 9 triple realizzate nella senior night contro Stanford che ha chiuso la sua carriera al McKale Center. Clutch? Sì, anche clutch:

 

Non certo un mastino in difesa, York è chiaramente un attaccante, più esplosivo di quanto la sua stazza dica e dotato di un più che discreto ball handling. Può essere una grande presa o un grande buco, a seconda di come si inserirà nel basket europeo.

L’altra scommessa a disposizione di coach Cesare Pancotto è Tashawn Thomas che in realtà in Europa ha già giocato (12,9 punti e 7,1 rimbalzi con il Mittledeutscher in Germania), ma l’idea di vedere questo animale da tabelloni (soprattutto offensivi) in Italia è intrigante e merita almeno un paio di righe di citazione. Il lungo texano ha giocato tre anni a Houston e l’ultima stagione a Oklahoma (dove ha messo su peso) ed è sempre stato un giocatore molto fisico e interno, con qualche limite tecnico che finora ne ha impedito l’utilizzo in squadre di alto lignaggio europeo.

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Un idolo a Trento

Nel gruppo tutto nuovo di giocatori che il gm Salvatore Trainotti ha messo insieme per la Dolomiti Energia Trento, ci sono tre americani che hanno lasciato il segno nella loro recente carriera universitaria. Nessuno dei tre è appena uscito dal college ma non potevamo trascurare soprattutto l’arrivo di Aaron Craft, uno dei giocatori più amati e popolari di sempre di Ohio State. Che non vuol dire, ovviamente, uno dei più forti perchè giusto per rimanere alla storia recente dei Buckeyes, D’Angelo Russell ha talento in quantità molto superiore. Ma Craft ha giocato 4 anni dando sempre tutto dal primo all’ultimo minuto passato in campo e chiudendo la sua carriera collegiale come leader in assist e palle rubate della storia di Ohio State.

 

Come si intuisce da questo video, coach Maurizio Buscaglia avrà a disposizione energia e QI elevato, due doti che hanno fatto di Craft uno dei migliori difensori di sempre visti nell’Ncaa. Certo, in attacco tra lui e Toto Forray è sicuro che di punti non ne arriveranno tanti, perchè sono due giocatori simili che non hanno certo nella pericolosità offensiva la loro dote migliore. Ma i portatori di palla avversari non saranno felici di incontrare la Dolomiti Energia e poi ci penseranno gli altri Usa arrivati in Trentino a fare canestro.

Per esempio Will Cummings, che arriva dalla D-League dopo aver giocato quattro anni a Temple dimostrandosi una delle guardie più efficaci degli ultimi anni. Di sicuro non è un timido, come dimostrano i 20,5 punti di media con i Rio Grande Vipers. A volte però sparacchia a salve e non sempre gestisce alla meglio il pallone anche se la sua rapidità è indiscutibile e non è nemmeno un giocatore troppo egoista. Sarà interessante capire se sarà titolare o se partirà dalla panchina.

Will Cummings

Will Cummings

C’è infine un altro giocatore che ha già provato il basket europeo (nella serie B greca con il Nea Kifissia) e che sicuramente farà innamorare i tifosi trentini ed è Dustin Hogue, ala grande/centro che non arriva ai 2 metri, ma che fin dai tempi di Iowa State si contraddistingue per la capacità di uscire dall’area con la palla in mano. Hogue è il prototipo del giocatore duro, del lottatore che strappa la palla dalle mani degli avversari, non a caso ha finito la stagione come miglior rimbalzista della lega. Attenzione però, perché con i Cyclones ha chiuso la stagione con un confortante 43,1% da 3 punti.

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Due per (altre) tre

Avellino, Pistoia e Pesaro, come è già capitato altre volte in passato, si sono affidate più di altre squadre ai giovani provenienti dalla Ncaa. Per tutte e tre, un ingresso direttamente dal college e uno dopo un anno di D-league.

La Sidigas si è affidata ai due giocatori più rappresentativi di Alabama negli ultimi due anni, Levi Randolph e Retih Obashoan. Il primo, guardia pura, ha lasciato i Crimson Tide due anni fa e ha sempre fatto della parte realizzativa la sua principale skill. Non fa niente in maniera eccelsa (non è un cecchino dalla distanza, per dire) ma nel complesso ha capacità eccellenti come finalizzatore. L’aspetto positivo è che potrà far coppia con un giocatore che conosce bene come Obasohan, guardia dal buon fisico, che una volta partito Randolph ha preso in mano le chiavi della squadra mostrando buone doti come leader.

Retin Obasohan

Retin Obasohan

A nostro parere Pistoia ha fatto ancora meglio puntando sul centro bianco Nathan Boothe (Toledo) e sull’all-around Terran Petteway (Nebraska), entrambi giocatori che potrebbero stupire la serie A. Il primo è un lungo compatto (più di 110 kg per almeno 205 centimetri) che sa fare tutto, che predilige il rimbalzo difensivo a quello offensivo, che ha movimenti un po’ scolastici in post (ma li ha) e che soprattutto ha buona mano da fuori (ed è andato migliorando di anno in anno). Come si può vedere da questo video, che ai tifosi toscani potrà far venire in mente qualcuno visto di recente in maglia biancorossa:

 

Petteway è in grado di fare qualsiasi cosa, compreso inventare canestri nel deserto più assoluto, come ha dovuto fare a Nebraska in una delle stagioni più difficili nella storia del college. Gli piace avere la palla in mano e sa cosa farne, anche se può essere discontinuo al tiro.

Non male anche la coppia di Pesaro formata da Landry Nnoko (Clemson) e Marcus Thornton (ex William & Mary). Il centro africano Nnoko (2,10) viene dalla sua miglior stagione collegiale, tra i protagonisti di un’annata che Clemson ha vissuto sugli scudi con vittorie non preventivabili all’inizio del campionato. Tra i migliori rimbalzisti per efficienza, ha migliorato nella finalizzazione sotto canestro, e fa dell’aggressività un marchio di fabbrica. Thornton è un play-guardia che non ha convinto i Celtics (che nel ruolo però hanno abbondanza) ma che ha ottimi istinti offensivi e un tiro potenzialmente letale, anche se non è noto come grande difensore.

Landry Nnoko

Landry Nnoko

Infine, nella carrellata dei freshman per la serie A, abbiamo Melvin Johnson (da VCU a Varese) e Tyler Harvey (Eastern Washington, poi D-league e infine Torino). Johnson (guardia) viene dalla scuola di Shaka Smart della Havoc defense ed è quello che potrebbe diventare un perfetto 3-and-D player, visto che sfiora il 40% dall’arco. Anche Harvey è una guardia il cui principale problema in ottica Nba era il fisico, visto che non è abbastanza alto o veloce o muscoloso per incidere. In compenso è un ottimo realizzatore e tiratore sia dal palleggio sia sugli scarichi.

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Un salto in A2

Non poteva mancare un salto in A2, dove arrivano spesso giocatori giovani molto interessanti, come per esempio Romain Sato. E non si può non partire da Verona dove è arrivato Michael Frazier II, guardia uscita due anni fa da Florida University che ha passato l’anno scorso girovagando per la D-League. É un giocatore dal fisico compatto, 193 cm per 91 kg, e soprattutto un pazzesco tiratore da tre: suo il record di 11 triple messe a segno in SEC contro South Carolina.

Frazier faceva parte nel 2013 della spedizione trionfale degli Usa ai mondiali di categoria e ci si aspettava una crescita diversa e più rapida da lui. Buona comunque l’idea di iniziare la carriera oltreoceano dalla A2. E’ durata pochissimo invece l’avventura alla Tezenis di Kareem Canty che, dopo esser stato sospeso a Auburn per problemi con coach Bruce Pearl, è stato tagliato da Fabrizio Frates ancor prima che iniziasse la stagione.

A Casale coach Marco Ramondino ha trovato due giocatori su cui può basare le sorti offensive e difensive della sua squadra. A detta di Larry Brown, che lo ha allenato a SMU, Jordan Tolbert è uno dei migliori difensori che l’ex coach di Detroit Pistons e di Kansas ha mai visto. Centro sottodimensionato, appena due metri per cento chili, ma dall’ottima mobilità sotto canestro e feroce rimbalzista. Il suo apporto in attacco si limita al ruolo di rollante e di rimbalzista offensivo, ma il grande contributo dell’ex Mustang dovrà essere principalmente rivolto alla fase difensiva.

Jordan Tolbert

Jordan Tolbert

A produrre punti per la Novipiù, ci penserà Obi Emegano, guardia nigeriana di un 1.90 uscita da Oral Roberts. Nel suo senior year ha viaggiato a 23 punti di media con 45% sul campo e quasi il 40% da tre. É un attaccante molto maturo e moderno, è una calamita di falli e questo lo porta a tirare molti liberi, segnati con l’85% nella sua ultima stagione.

Altri general manager hanno scandagliato il sommerso Ncaa alla ricerca di un colpo. Su tutti Roma che ha firmato il lungo proveniente da High Point University John Brown. Ottima l’impressione fatta a coach Fabio Corbani alla Summer League dove Brown ha giocato con la maglia degli Hornets. La neopromossa Udine si affida a Eddie Delegal, tweener di Warner University, il quale ha firmato un biennale con la società friulana. É un giocatore alla Kj McDaniels, cioè uno che riempie tutta la “stats line”. Imola ha firmato la combo guard da IUP, Indiana University Of Pennsylvania (da non confondere con la più famosa Indiana University), Brandon Norfleet, guardia di quasi due metri che potrà essere un “mismatch nightmare” per molti difensori.

Brandon Norfleet

Brandon Norfleet

Le due società laziali, Ferentino e Latina, hanno firmato due dei migliori giocatori della MAAC e della Ohio Valley Conference. A Ferentino si accasa l’ala grande Marcus Gilbert, go-to-guy di Fairfield, first team della MAAC, capace di segnare 25 punti nella sconfitta contro North Carolina, mentre a Latina Keron DeShields potrà vedersi The Walking Dead e giocare a basket, le due più grandi passioni del playmaker da Tennessee State. Gilbert è un fenomenale attaccante che ha scollinato più di una volta di 30 punti, mentre DeShields è un giocatore più equilibrato che ogni anno ha aggiunto qualcosina al suo repertorio.

L’affaire JayVaughn Pinkston a Mantova si è chiuso dopo l’esito negativo delle visite mediche, meglio è andata a Scafati aggiunge un pezzo molto importante come Chase Fischer per la rincorsa alla promozione. Il mormone di BYU ha subito un grande sviluppo dopo il cambio di università (prima giocava a Wake Forest), e si è affermato come tiratore dalla grande distanza. Spesso sparacchia, tira con il 37%, ma se entra “in the zone” può essere distruttivo. Per informazioni chiedere a New Mexico. Recanati firma due rookie Korey Billbury da VCU e Jaylen Reynolds da Xavier. La guardia di VCU è una creatura di Shaka Smart, difensore intelligente e attivo, dal buon fisico e buon tiratore da tre. Reynolds invece è un giocatore d’area, sia fronte che spalle a canestro, molto lungo, sarà il centro titolare di Recanati. Treviso invece si prende un first team AAC come Quenton Decosey eccezionale collante di Temple. Anche lui come Delegal, riempie la linea delle statistiche, ma sa essere anche decisivo. Lo abbiamo ammirato al Torneo nella pazza partita contro Iowa, finita con un buzzer-beater degli Hawhkeys, dove ha piazzato una solidissima prestazione, da 26 punti e 8 rimbalzi. Da Georgia Tech arriva la nuova combo guard di Roseto, Adam Smith. Discreto tiratore in uscita dai blocchi, 42%, e ottimo creatore di gioco dal pick and roll.
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