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Pac12: in tre per il titolo

La Pac12 è ormai una corsa a tre tra Arizona e le due losangeline UCLA e USC entrabe a 1.5 gara di distanza dai Wildcats. ‘Zona in settimana ha giocato una sola partita: il sentitissimo derby statale contro Arizona State. Il mitico Michael Buffer a presentare le squadre e i 10.000 indemoniati tifosi del Wells Fargo Center non sono stati, però, un problema per la premiata ditta Trier&Ayton (19 punti il primo, 25+16 il secondo).

 

Sono stati loro due i soliti protagonisti, con le loro giocate clutch, del parziale di 12-7 con il quale Arizona ha chiuso la partita negli ultimi due minuti di gioco dopo essere stata anche sul +18 nel primo tempo, prima di subire la solita sfuriata di ASU a base di triple e transizione. Continua l’equazione Holder-Evans II uguale vittoria per i Sun Devils: se gioca bene solo uno dei due perdono (Evans 2/12 al tiro), se giocano bene entrambi vincono.

A proposito di duo: USC vince quando la coppia McLaughlin-Metu gioca onorando il proprio talento. In settimana l’asse play-lungo dei Trojans ha confezionato una giocata di prestigio per vincere allo scadere contro Oregon, con il play che ha viaggiato nelle due vittorie contro Ducks e Oregon State a 11 assist di media, confermandosi il miglior assistman della Pac12 (7.7 a partita) e facendo capire a tutti perché è uno dei dieci finalisti per il Bob Cousy Award.

 

Rimanendo sempre in tema coppie il vero x-factor di USC è, però, il tandem di guardie Mathews-Stewart. Da quando hanno iniziato a tirare con confidenza da oltre l’arco la stagione dei Trojans è svoltata. In settimana: 20 punti e 5/7 da tre per il primo vs Oregon e 28 punti e 5/5 per il secondo vs OSU. Ah, entrambe le W sono arrivate senza Bennie Boatwright, fuori per il resto della stagione.

Chi, invece, è essenziale per le sorti della propria squadra è Aaron Holiday di UCLA, “the Pac12 most indispensable player” come lo ha definito Dave Pasch. Scorer e assistman: nelle due vittorie settimanali ha dimostrato di saper mettere in ritmo i propri compagni (10 assist contro OSU) e di essere il go to guy al quale affidarsi quando bisogna vincere (29 punti e un gioco da tre decisivo nell’overtime vs Oregon). In una parola: leader.

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