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Nba 2020-21, cosa dobbiamo aspettarci?

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 2 Nov, 2020

É passato un mese mezzo da quella  Gara 6 delle finali Nba che ha decretato i Los Angeles Lakers e LeBron James campioni Nba e Adam Silver sta già architettando la struttura dell’Nba 2020-21. Immaginabile, visto che la pandemia ha compresso i tempi.

La situazione sembra essere complessa, ma partiamo dalle certezze: il 18 novembre, in via telematica, ci sarà il Draft Nba (qui il nostro Super Mock Draft). Adam Silver e il suo vice Mark Tatum siederanno negli studios di Espn a Bristol, Connecticut, e annunceranno mano mano tutte le sessanta scelte del Draft 2020. Una nuova veste rispetto al consueto evento estivo del Barclays Center (solitamente il terzo giovedì di giugno, dopo le finali). Niente Green Room con i prospetti migliori, niente consegna dei cappellini.

Il 20 si apriranno le danze della Free Agency, dopo quattro giorni rispetto all’apertura degli scambi. É una classe di FA poco talentuosa che non dovrebbe sconvolgere gli equilibri della Lega, ma giocatori come Danilo Gallinari, Serge Ibaka e Fred Van Vleet potrebbero essere pedine interessanti. Marc Stein, giornalista del New York Times, ha anche parlato dell’inizio del Training Camp.

Ecco, la grande disputa tra NBA, NBPA (Associazione Giocatori) e Boards of Governors (Associazioni Proprietari) si gioca sulla data di inizio e sulle partite da disputare. Da anni si discute di una possibile riduzione delle ottantadue partite di Regular Season e quest’anno sembra essere l’anno buono, ma nessuno sembra essere intenzionato a farlo. Il motivo? La contrazione del Salary Cap. Il casino fatto scoppiare da Daryl Morey in Cina, unito ai disagi economici provocati dalla Pandemia, porteranno ad una riduzione del Cap.

Secondo le proiezioni del 2018, nel 2020-21 si sarebbe dovuto alzare a 118 il tetto massimo, ma le circostanze di cui sopra porteranno il Cap a rimanere a 109 milioni, la stessa cifra di questa stagione. La riduzione delle partite a 70 o a 50 taglierebbe ancora di più le gambe ai Cap futuri e, di conseguenza, ai contratti dei giocatori. Se si dovesse optare per 70 la riduzione degli stipendi sarebbe del 15%, se si dovesse optare per 50 bisogna aggiungere un altro 15% perchè comporterebbe un ulteriore crollo del BRI (gli introiti generali della Lega che si dividono equamente tra giocatori e proprietari). In più, i proprietari vorrebbero pattuire una nuova cifra dell’Escrow (una sorta di trattenuta dello stipendio dei giocatori ad inizio anno) da 10% a 30%.

Tutto questo discorso si ripercuote sulla decisione della data di partenza della prossima stagione, che deve tenere conto anche delle Olimpiadi di Tokyo che si svolgeranno dal 23 luglio all’8 agosto. La data papabile per l’inizio sembra essere quella del 22 dicembre, o giù di lì, e andare spediti con 72 (o forse 50) partite fino agli inizi di luglio, quando poi inizierà il training camp di Team Usa. Nello specifico, il break per l’All Star Game è previsto tra il 5-10 marzo, mentre la fine della Regular Season per il 16 maggio. Il giorno dopo partirà, fino al 21 maggio, il torneo di Play In (come sperimentato nella Bolla) in cui giocheranno dalla settima alla decima classificata di ogni conference. L’inizio dei playoff è previsto il 22 maggio e in un mese preciso si dovrebbe arrivare all’epilogo della Finals programmate tra l’8 e il 22 luglio. La situazione è complicata, ma se si è riusciti a creare una Bolla indistruttibile per chiudere la stagione 19-20, si può fare tutto.

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