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Mike Daum, Re dei Re mid-major in Italia

Autore: Manuel Follis
Data: 30 Set, 2022

Ci sono tantissimi giocatori americani in giro per l’Europa, ma quelli che possono vantare una carriera Ncaa leggendaria si contano sulle dite di una mano. Mike Daum è uno di questi. Il lungo del Derthona Basket è al suo quarto anno da pro e al secondo in Italia dopo aver messo insieme un quadriennio al college da Re dei Re delle mid-major. Tre titoli della Summit League con South Dakota State, altrettante apparizioni al Torneo Ncaa e titoli di POY della conference, ma soprattutto il record che lo distingue fra i giocatori più memorabili del decennio passato: 3067 punti in carriera, 7° marcatore d’ogni tempo in Division I. La nostra intervista fra passato e presente col giocatore di Tortona.

 

Quattro stagioni nella Ncaa, tre partecipazioni al Torneo. Quali sono i ricordi preferiti del tuo periodo al college?

Troppi ricordi per contarli tutti. Tutto il mio periodo al college è il mio ricordo preferito! Ma uno che spicca davvero è il mio primo titolo nella Summit League e giocare la prima partita al Torneo Ncaa contro Maryland.

Qual è la partita di cui conservi più ricordi?

Probabilmente quella nel mio anno da junior quando segnai 51 punti. Davvero una gara fantastica da vivere.

Perché scelsi South Dakota State?

Scelsi SDSU per via del loro successo a livello di mid-major e perché mi piacevano molto i coach e i ragazzi che erano lì all’epoca.

Hai avuto un tipo di carriera collegiale che i più giovani sognano di avere, il che è un qualcosa che nessuno aveva previsto quando eri una recluta: senti che ci sia stato un momento specifico del tuo percorso in cui qualcosa ha fatto clic e ti ha convinto che potessi essere un giocatore d’élite?

Ho avuto una carriera fantastica grazie al tempo passato a lavorare e all’impegno che ci ho messo dietro le quinte e grazie a coach e compagni di squadra grandiosi. Non so se ci sia mai stato un momento in cui è scattato qualcosa. Perché sapevo che ero capace di tutto. C’è stato però un momento verso la fine del mio anno da redshirt quando mi stavo allenando e capì che avrei davvero potuto aiutare SDSU ad avere successo.

Mike Daum in maglia SDSU

Hai una laura in Pubblicità: credi di essere capace d’inventarti un soprannome per un altro giocatore che sia stupendo quanto il tuo (Dauminator), che è probabilmente uno dei migliori in circolazione?

È una vera fortuna che il mio cognome “Daum” è quel che è. Ma se mi date una lista di giocatori scommetto di essere capace a inventarmi dei gran soprannomi per loro.

Prima del tuo anno da senior c’erano parecchi rumor su un tuo possibile trasferimento in un college e una conference più forti. È vero che avevi avuto questa opportunità? Come mai hai deciso di restare coi Jackrabbits?

Avevo avuto la possibilità di lasciare SDSU e molti di quei rumor erano veri. Decisi però di rimanere con SDSU semplicemente perché mi piace l’idea di finire il college dove lo inizi. Tanti ragazzi si trasferiscono e ciò può aiutarli ma anche danneggiarli. Per quel che mi riguarda adoravo i miei allenatori e i miei compagni di squadra e volevo finire la mia carriera al college accanto a loro.

Qual è l’avversario più forte che hai affrontato?

Uhhh, questa è una domanda tosta. Al college ho giocato contro un sacco di gente che è in NBA adesso e un sacco di ragazzi che erano davvero giocatori fantastici. Uno che ricorderà sempre è Jake Layman di Maryland (ora ai Minnesota Timberwolves, ndr).

Mike Daum contro Jake Layman nel primo turno della March Madness 2016

C’è qualche aneddoto o aspetto divertente della tua vita al college che ci puoi raccontare?

Ci sono un sacco di storie divertenti che potrei raccontare ma molte di queste probabilmente non sarebbero appropriate. Ma una delle più divertenti che ricordo fu una volta quando giocammo contro Cal quando avevano Jaylen Brown. Uno dei miei compagni si ritrovò in mezzo a una rissa e un altro compagno, Ian Theisen, venne a fare paciere cominciando a sorridere e salutare con la mano all’indirizzo delle telecamere. Ci mettemmo tutti a ridere.

Dagli Stati Uniti all’Europa, quali sono le differenze che hai trovato dentro e fuori dal campo?

Il gioco qui è più fisico e i giocatori hanno un QI cestistico molto più alto. Anche il ritmo di gioco è più veloce. Fuori dal campo ovviamente tutto è molto diverso: devi essere aperto ad imparare un po’ della lingua, capire la cultura e tutto ciò che ne deriva. Comunque mi piace vivere in un paese diverso e conoscere la gente del posto.

Mike Daum in trasferta col Derthona

Com’è stata la tua prima annata in Italia?

La mia prima stagione è stata fantastica. L’Italia è un posto davvero bello, sono contento di avere l’opportunità di vivere e giocare qui per un altro paio d’anni.

Quali aspettative hai per la seconda stagione?

Non mi piace condividere le mie aspettative perché la gente può interpretare in maniera sbagliata. La nostra squadra però è pronta a giocare duro e dare tutto ogni sera. E queste sono le sole aspettative che ho (ride).

Segui ancora la Ncaa?

Un po’, soprattutto i Jackrabbits. Ma da quando sono all’estero è diventato più difficile seguire.

Cosa ti aspetti dalla stagione a venire?

Spero che i Jacks tornino al Torneo Ncaa e vincano una partita!

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