I Wolverines di Michigan seppelliscono Oklahoma State dall’arco e alla fine passano il turno vincendo 92-91 in quella che finora è stata di sicuro una delle partite più belle del Torneo. La sorpresa della giornata è stata invece Rhode Island (11) che con una prova collettiva ha avuto la meglio su Creighton (6) per 84-72. Tutto facile per Oregon (3) contro Iona (93-77) mentre Louisville ha dovuto penare per avere la meglio (78-63) di un’indomita Jacksonville State. Michigan State, parte sotto 10-0, ma poi ritrova la formula magica per il bel gioco e vince 78-58 contro Miami e la numero 1 Kansas grazie a un Josh Jackson da All-Star Game Nba supera agilmente UC Davis 100-62. Ecco cosa è successo nelle altre partite del primo turno.
“Another three for Michigan!!!”
Questa esclamazione dei commentatori Espn è stata il leit movit del secondo tempo per i Wolverines, capaci di passare dal normale 5/14 della prima frazione all’impressionante prestazione balistica di 11/15 della ripresa, per un complessivo 16/29 che vuol dire 55.2% dall’arco dei tre punti. Un caso? Mica troppo. Citofonare Indiana (55%), Michigan State (47.6%), Purdue (42.3%), Wisconsin (43.5%) che in stagione e nel torneo di conference hanno avuto un assaggio.
AAA cercasi cinderella: i Wolverines?
Di vera e propria cinderella non si potrà parlare, ma l’ultimo periodo di Michigan è da incorniciare. Da seed #8 ha vinto il Big Ten Tournament, e ora da #7 vuol ripercorrere il miracolo di UConn del 2014. C’è anche un trascinatore, ovvero Derrick Walton Jr che dopo aver chiuso il torneo di conference con le medie di 20.5 punti, 6.3 assist e 4.8 rimbalzi ha esordito contro Oklahoma State con 26, 11 e 5.
Jacksonville St e il cecchino che non ti aspetti
Chi più di tutti ha fatto penare Louisville è stato Norbertas Giga, il lituano di 2,13 che vi avevamo segnalato nella nostra guida, un junior che però è al suo primo anno in Division I. Contro i Cardinals career high con 30 punti e 5/5 dall’arco. I precedenti 5 tentativi da 3 li aveva sommati nelle ultime 8 partite: con una sola realizzata. Se voleva mettersi in mostra ci è riuscito in pieno.
Louisville sprecona
Jacksonville State ha tirato 10/19 da 3 punti, comprese una tripla di tabella e almeno 3 preghiere, ma Louisville è stata troppo imprecisa e sprecona, caratteristica preoccupante se vuoi fare strada al Torneo. Donovan Mitchell era in partita-no (9 punti con 3/15 al tiro, ma 10 rimbalzi e 5 assist), il che fa ben sperare per il match contro Michigan visto che il sophomore gioca a prestazioni alternate. La forza dei Cardinals è stata la presenza sotto canestro (36-23 a rimbalzo) e non a caso il migliore per Louisville è stato il lungo Mangok Mathiang con 18 punti e 8/13 dal campo.
MSU e la partenza peggiore possibile
Il lungo Nick Ward ha commesso il primo fallo sulla palla a due dopo 2 secondi. Dopodiché una persa dopo l’altra fino a una tripla di tabella che ha portato al 10-0 iniziale di Miami. La faccia di coach Tom Izzo era di quelle funeree. Poi la squadra da bruco si è trasformata in farfalla, con tutti conivolti, a partire dalla difesa. E così si sono rivisti sprazzi degli Spartans che hanno conquistato tanti tifosi nel corso degli anni. Basterà per affrontare Kansas?
Freshmen alla riscossa
Miles Bridges come all-around e Nick Ward come centro che quando prende posizione ti fa male in attacco e in difesa. Michigan State ha disintegrato Miami quanto a energia nonostante gli Hurricanes con la zona abbiano provato ad “addormentare” la partita. Alla fine 36-23 a rimbalzo e i due freshmen a guidare la squadra con 18 e 19 punti e 16/21 complessivo dal campo.
I Gaels non interrompono la striscia… maledetta
Si allunga la striscia di sconfitte consecutive al Torneo per Iona che rimane primatista di questa speciale classifica a quota 11. L’ultimo successo? Nel lontano 1980 contro Holy Cross. I Gaels restano in partita contro Oregon per metà primo tempo, grazie a Jordan Washington che si dimena vicino canestro e mette a segno 14 dei primi 18 punti di squadra. Chiude con 22 punti e 12 rimbalzi, ma non basta.
Payton Pritchard lancia Oregon
I Ducks hanno dato la sensazione di controllare il match nel primo tempo senza schiacciare l’acceleratore, dominando nella ripresa. Da applausi il freshman Payton Pritchard, che dopo aver regalato due autentiche perle nel primo tempo con un canestro di pregevole fattura ed un assist no look, ad inizio ripresa ha infilato due triple (ha chiuso con 4/7 dall’arco) ed il layup del massimo vantaggio (+27).
Partenza diesel per Kansas…
Si possono segnare solo 5 punti in 6’, con 5 perse su 10 possessi, ma allo stesso tempo finire il primo tempo con 22 punti di vantaggio frutto di un parziale di 29-4? Se ti chiami Kansas è possibile. I Jayhawks non hanno giocato bene, tirando troppo spesso allo scadere dei 30′. Ma con il talento a disposizione il gioco è superfluo. E non è un caso che in ben due occasioni abbiano quasi doppiato gli avversari: 60-32 e 82-43. Occhio che però era solo il primo turno.
… ma poi i Jayhawks si godono “Doctor JJ”
Un protagonista su tutti nella vittoria di Kansas, e risponde al nome di Josh Jackson. Tra i più chiacchierati in ottica Draft Nba, ha fatto giocate per cui in telecronaca sono stati scomodati paragoni con Steve Nash e Julius “Dr. J” Erving. Non solo canestri, perché ha servito un alley-oop al bacio per Landen Lucas ed ha realizzato una stoppata perentoria. Box score: 17 punti con 8/12 dal campo.
Percorso perfetto per Rhode Island
Avevamo segnalato URI come delusione della stagione? Ecco, shame on us. La squadra è in serie positiva da nove gare, ha vinto il torneo dell’Atlantic 10 e ha battuto Creighton nel primo round (ora aspetta Oregon). Un percorso perfetto per i Rams, così come le sue guardie E.C. Matthews e Jeff Dowtin capaci di realizzare 16 e 23 punti, entrambe con un 10/10 dalla linea della carità.
Creighton e le statistiche invertite
Nelle passate apparizioni al Torneo, Creighton aveva registrato una media realizzativa di 82.1 punti mentre Rhody di 73.4. Il risultato della gara che le ha viste di fronte, sotto gli occhi dell’ex Rams Lamar Odom, è stato di 84-72. Vicino agli standard, ma purtroppo per i Bluejays con le statistiche invertite. E pensare che avevano anche un nemico in casa, l’assistant coach Preston Murphy, ex compagno di Odom.