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Walter Clayton Jr, l’eroe hollywoodiano di Florida

Walter Clayton - Florida
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 11 Apr, 2025

La storia di Walter Clayton Jr, la guardia di Florida che ha trascinato la sua squadra al titolo Ncaa, è quella che potrebbe scrivere uno sceneggiatore di Hollywood se dovesse fare un film su un talento del college basket americano. Se un amico vi chiedesse: “mi spieghi perché ti piace tanto la pallacanestro universitaria? Mi fai un esempio di una storia speciale?”. Ecco, potreste tranquillamente parlargli di Walter Clayton.

La stella del football

E adesso voliamo in Florida a Lake Wales, una cittadina da 16 mila abitanti nel bel mezzo dello stato, a più di un’ora di macchina a sud di Orlando. Sole, verde, acqua e paludi. Case basse, ampi giardini e poca criminalità. Lì vive la famiglia di Walter Clayton che gioca a… football. Nessun errore, gioca proprio a football americano alla Barton High School. Nella sua breve carriera ricopre vari ruoli, ma quello per cui è più quotato è safety, posizione che si riserva a chi ha un grande atletismo ma ha anche doti intuitive: è l’ultimo baluardo della difesa. Quando tutto sembra perduto o qualcuno ha commesso errori, si spera che il safety ci metta una pezza. Una specie di salvatore della patria. Il ruolo è perfetto, lo sport è quello sbagliato.

In realtà, tra il 2018 e il 2019 il mondo della palla ovale impazzisce. Lo vogliono tutti. Georgia, Notre Dame, Penn State, le grandi università del football americano non vedono l’ora di farlo entrare in squadra. Ma nell’estate del 2019 Walter decide che basta, il football non gli piace più. Un po’ alla Forrest Gump tipo “adesso smetto di correre” lui decide che preferisce il basket. Il problema è il contatto fisico: non gli piacciono i placcaggi. Quella parte del football proprio non lo convince e così smette. I commenti? Beh i più gentili dicono “è una scelta da idioti”.

Si riparte da zero e non a caso lui ricorda ancora quei momenti. Deve tornare a farsi notare e inizia a giocare in alcuni circuiti estivi. Ma i grandi riflettori sono lontani, le offerte delle big sono un miraggio. Però abbiamo detto che dietro la storia di questo ragazzo sembra ci sia la mano di uno sceneggiatore. Eccola. Un suo video viene visto quasi per caso da un gruppo di assistenti. Riceve qualche timida offerta. Una è più spavalda. Proviene da un piccolo college di New York, Iona, che non è molto conosciuto. Ma è molto più conosciuto il suo allenatore: Rick Pitino.

Da Iona al portal

Coach Pitino è una leggenda, ma è anche stato accusato di reclutamenti illegali ed è stato sospeso per qualche anno. Il suo passato dice che in ogni college in cui ha allenato ha vinto, ma adesso è da un po’ che è fuori dal giro. A Iona deve ripartire dal basso. Certo, è la “sua” New York, ma è anche una piccola università. L’allenatore deve scrivere da zero un nuovo capitolo della sua storia, proprio come Clayton. Lo sceneggiatore è contento e così Walter lascia la calda Florida per la tentacolare New York. Un salto nel buio. Ma indovinate un po’? È un successo per entrambi.

Walter Clayton - Iona

Nel suo anno da sohpomore, oltre a portare i Gaels al torneo, vince anche il MAAC Player of the Year

 

Pitino non concede mai molti minuti ai giocatori al primo anno e inizia così anche con Clayton, che però guadagna pian piano spazio in campo. Parte quasi sempre dalla panchina, ma si capisce che ha qualcosa di speciale. L’anno successivo è quello che cambia la vita a tutti e due. Iona vince tanto, riesce a entrare al Torneo Ncaa e per 10 minuti gioca alla pari con l’imbattibile Connecticut (che poi si aggiudicherà la March Madness). Alla fine di quell’anno Pitino viene chiamato sulla panchina di St John’s, college sempre di NY ma con ben altro pedigree e Walter si ritrova senza mentore e con una scelta da fare.

Lo sceneggiatore birichino nel frattempo ha inserito un diversivo nella trama. L’11 dicembre 2023 nasce sua figlia Leilani, frutto della relazione con Tatiyana Burney, sua compagna di scuola delle medie. Tatiana (con figlia neonata) segue Walter a New York, ma la vita non è facile. Quando in estate il ragazzo si inserisce nel transfer portal, pronto a seguire Pitino nella sua nuova squadra, arriva l’offerta di Todd Golden: una grande università e soprattutto la possibilità di tornare in Florida vicino alla sua famiglia, riportando la compagna e la figlia a casa. Non gli serve pensarci troppo. Si torna nella terra delle paludi.

Nel 2023-24 Florida gioca mostrando luci ed ombre, arriva al Torneo ma perde al primo turno. Tra le luci c’è sicuramente quella del figliol prodigo tornato nella terra natia: per lui 17.6 punti di media, 2.6 assist e il 35.5% da tre punti. È finito anche nei radar della NBA ma è “uno tra tanti”. Lui prova, fa qualche allenamento, poi scrive su Instagram “1 more”. È il segnale che i tifosi dei Gators aspettano: Clayton ha deciso di giocare un ultimo anno perché, dice, c’è ancora del lavoro da fare.

Il finale perfetto

Il finale è quello perfetto per un film di questo tipo. Clayton gioca una super stagione che però al Torneo diventa stellare, epica. Al secondo turno Connecticut sembra poter fare lo sgambetto a Florida, ma Walter ha un conto in sospeso con gli Huskies e nel secondo tempo ricaccia indietro gli avversari. Contro Maryland non servono troppi punti, ma quelli giusti. Avanti un altro turno. Da qui in poi, il ritmo cresce come nel finale di Stairway to Heaven. Texas Tech ha già virtualmente eliminato i Gators, ma 10 punti in fila di Clayton permettono la rimonta del miracolo. Alla fine ne segna 30 e adesso tutti parlano di lui. Si va alla Final Four.

In America usano l’espressione “in the zone” per indicare un giocatore che è in quello stato di forma per cui non sbaglia mai. Di solito si entra “in the zone” in una partita. Walter ha fatto durare il momento per 15 giorni. In semifinale Auburn si arrende ai 34 punti di Clayton che negli ultimi minuti di gara segna in ogni modo, tra penetrazioni e tiri da 3. In finale Florida si trova contro la miglior difesa della nazione. La guardia dei Gators è l’osservato speciale e i Cougars fanno un buon lavoro. Siamo ormai alle scene conclusive del film. Le carte di Propp suggeriscono di inserire una difficoltà. Eccola. Nei primi 25 minuti di partita la stella della Florida non segna neanche un punto. Sembra si sia spento nel momento più importante della sua carriera. E invece…
Houston si distrae quanto basta. Il ragazzo infila un 2+1, poi un altro 2+1, poi una tripla, l’unica della sua gara. Una tripla segnata con quella nonchalance che ha accompagnato tutti i tiri pesanti di Clayton al Torneo. Poi la chicca finale, lo sprint difensivo a 10 secondi dalla fine per impedire il tiro della potenziale vittoria a Emanuel Sharp. Un’azione da safety. Da salvatore della patria. Il cerchio si chiude. Adesso papà Clayton è pronto a passare in NBA. Ha portato a termine il lavoro. Adesso non è più “uno tra tanti”. The end.

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