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March Madness 2025, le pagelle della seconda settimana

Sarebbe dovuto essere un astro nascente del football, dove era considerato un freshmen 4 stelle. Nativo di Gainsville, cittadina universitaria dove ha sede l'Università di Florida, visitata per la prima volta proprio grazie al football.

Da Auburn a Chaz Lanier passando per Walter Clayton: tutti i migliori e i peggiori delle Sweet 16 ed Elite Eight che hanno incoronato solo e soltanto le numero 1 di questa March Madness

 

South Region

Squadra migliore: Auburn – Dopo aver sconfitto in sequenza sia Michigan sia Michigan State, la felpa dei Tigers non sarà tra le più vendute nello stato di Detroit. Le vittorie però sono state meritate e hanno confermato la grande stagione di Auburn, che a lungo è sembrata una squadra imbattibile e completa in ogni reparto. Nell’ultimo mese in realtà è emersa qualche falla qua e là: le percentuali da tre sono un po’ scese e la difesa non è sempre stata impenetrabile. Ma resta un attacco tra i migliori del college, che non perde palloni e può contare oltre che su una stella del calibro di Johni Broome anche su uno dei migliori freshman dopo Cooper Flagg, ossia Tahaad Pettiford.

Giocatore migliore: Johni Broome – Come se non bastassero i punti, i rimbalzi, il dominio sotto canestro, la bidimensionalità e la capacità di tirare da tre. A Johni Broome tutto questo non bastava e ha deciso di aggiungere al lungo elenco di doti quello di leggenda. Nella partita contro Michigan State è caduto male e il braccio destro ha fatto un movimento che, visto dalla tv, sembrava prodromo di un infortunio serissimo col gomito ko. Neanche il tempo che i siti sportivi battessero notizie allarmate che il centro di Auburn, dopo essere stato nello spogliatoio, è rientrato in campo accolto da un’ovazione. Tempo un paio di azioni e ha segnato una tripla. Coach Bruce Pearl, uno che la sa lunga ed è decisamente sanguigno, l’ha paragonato al ritorno in campo di Willis Reed con i NY Knicks in gara 5 della finale NBA 1970. Un po’ troppo, ma Broome è forte al punto da scomodare paragoni improbabili.

Johni Broome drops 25 to secure Auburn's place in Final Four

Squadra peggiore: Michigan – L’avevamo indicato come un fattore X, e infatti la pessima prestazione di Tre Donaldson nella gara per l’accesso alle Final Eight è risultata fatale per Michigan. Sarà stata la tensione di giocare contro la sua ex quadra (Auburn), ma oltre a Donaldson (2/9 dal campo) tutti i Wolverines sono sembrati fuori dalla partita (ad eccezione di un super Danny Wolf). Basse percentuali, palle perse improbabili e un tracollo nei 10 minuti finali non da grande squadra. Coach Dusty May ha fatto un grande lavoro ma per spingersi oltre al Torneo servirà qualche ritocco.

Giocatore peggiore: Tre Holloman – Una brutta partita contro Mississippi che per fortuna non è costata cara agli Spartans e poi una partita ancora peggiore, totalmente inguardabile, contro Auburn, questa sì risultata fatale. Nel basket conta mettere la palla nel canestro e per questo nelle ultime due gare Holloman è sembrato più un giocatore di hockey su prato che di pallacanestro: 2/7 nella gara contro Ole Miss e un rotondo 0/10 in quella contro Auburn. Uno spadellamento cosmico risultato ancora peggiore per come maturato in campo. Sintomatica una sequenza contro i Tigers in cui la guardia di Michigan State ha provato tre tiri consecutivi da 3, tutti scentrati. Secondo weeekend del Torneo da dimenticare.

 

West Region

Squadra migliore: Texas Tech – Scelta hipster, forse, ma Texas Tech è andata vicinissima ad arrivare alle Final Four. Sostanzialmente, tra Arkansas e Florida, è stato “un chi di spada ferisce, di spada perisce”: la grande rimonta con una grandine di triple nel finale contro i Razorbacks e una super partita che preannunciava l’upset contro i Gators prima dell’arrivo del supereroe di cui leggerete più sotto. Nel mezzo c’è un attacco straordinario costruito da coach Grant McCasland che sembrerebbe essere il solito sistema offensivo drogato dalle triple ma che, senza l’apporto e la completezza dei due lunghi, JT Toppin (più roller e agile) e Darrion Williams (più post basso e triple), crollerebbe in un istante. Difficile chiedere di più alla difesa sulla sfuriata finale alla Stephen Curry di Clayton. I Red Raiders, portal permettendo, sono qui per restare.

Giocatore migliore: Walter Clayton – Indipendentemente da come vada a finire, Walter Clayton si è riservato un posto nel One Shining Moment di quest’anno. 13 punti e 2 assist negli ultimi cinque minuti per ricucire lo svantaggio in doppia cifra contro Texas Tech, due bombe impressionanti soprattutto quella del primo vantaggio dove ha dato le spalle al canestro prima di girarsi e segnare. Freddo, lucido, mai scomposto e decisivo come solo i grandi leader sanno fare. Contro Maryland non è servito e in generale in tutto il torneo si è messo in moto solo a tratti, quando è servito ai Gators, specialmente nei finali punto a punto. È il miglior realizzatore della Madness fin qui e più di una squadra in Europa dovrebbe cercarlo.

Squadra peggiore: Maryland – Di certo non aiuta giocare con il tuo coach che nei giorni di preparazione alla partita passa più tempo a flirtare con Villanova (infatti Kevin Willard allenerà lì l’anno prossimo) e ad insultare la direzione atletica che effettivamente a parlare della Sweet 16 conquistata. Dopo averla scampata con Colorado State, i Terrapins sono stato spazzati via senza troppi indugi dai Gators: va bene il Crab Five ma una volta visto steccare Selton Miguel (0/7 per lui) e messa la museruola a Ja’Kobi Gillespie, le responsabilità sono finite tutte le spalle di un Derik Queen sembra in formato Nba (27 punti e tanti complimenti da parte dei GM) che non poteva fare tutto da solo. Peccato, avevano una struttura per impensierire quantomeno Florida.

Giocatore peggiore: DJ Wagner – Quando una squadra in doppia cifra di vantaggio a 4 minuti dalla fine perde, solitamente la colpa viene data al proprio play, incapace di aver gestito la partita. Ora non affibbieremo tutte le colpe a Wagner per la serie di triple messe nel finale da Chrisitian Anderson, ma quelle per i due possessi finali di regolamentare e supplementare si. La scelta è stata l’hero ball, il risultato è stato schiantarsi due volte contro Elijah Hawkins, più piccolo e meno atletico di lui. Il più grave dei due è sicuramente quello dell’overtime dove ha pasticciato in palleggio, non ha sfruttato neanche un blocco di un compagno e si è accontentato di un brutto fadeaway. Dopo due anni, non ha mai convinto.

 

East Region

Squadra migliore: Duke – Alla fine Arizona ha dato più fastidio di Alabama, ma non c’è stato un solo minuto di questa March Madness in cui Duke abbia dato la sensazione di poter perdere: può vincere con l’attacco (100 i punti segnati contro i Wildcats) o con la difesa (65 quelli concessi ai Crimson Tide), con un Copper Flagg devastante da 30 punti o impreciso da 6/16. Splendido il lavoro di Jon Scheyer che ha creato una squadra senza punti deboli, vincendo in pieno la scommessa di puntare sui freshman come nella tradizione di Duke ma contro la tendenza attuale del college basket.

Giocatore migliore: Kon Knueppel – Una certezza, in attacco e anche in difesa: 41 punti in due partite, segnando in penetrazione, andando a rimbalzo o colpendo da 3 (4/6). Gli va più che stretta la definizione di tiratore, perché è un giocatore completo e lo ha dimostrato in due partite con pochissimi errori nonostante la tanta tensione. Senza Cooper Flagg Duke non sarebbe qui, ma stessa sorte le sarebbe capitata probabilmente anche senza Kon Knueppel.

Squadra peggiore: Alabama – Il record di 25 triple segnate nella gara di tiro a segno con Byu è stato l’unico momento divertente di un torneo sotto tono che si è chiuso con un bel ventello preso da Duke opponendo il minimo della resistenza. E sì che contro i Cougars si erano riviste le caratteristiche migliori della squadra di Nate Oats e per questo le aspettative erano ben diverse, anche per la tonnellata di esperienza in più a disposizione dei Crimson Tide. E invece dopo 10’ la partita è finita, troppo in fretta per non parlare di delusione.

Giocatori peggiori: Tobe Awaka e Trey Towsend – I due lunghi di Arizona sono stati due fantasmi e hanno messo insieme la miseria di 7 punti e 3 rimbalzi contro Duke, lasciando la netta sensazione che, se avessero aiutato di più le guardie a partire da Caleb Love, forse uno scherzo ai Blue Devils potevano anche riuscire a farlo. Invece la loro prestazione è stata ben sotto la sufficienza e hanno preso schiaffi da 3 freshman, senza minimamente far valere la loro esperienza.

 

 

Midwest Region

Squadra migliore: Houston – Il loro non sarà stato un percorso da asfaltatrici, ma non faticano a imprimere la propria impronta sulla gara e, se messi alle strette, trovano puntualmente la lucidità necessaria per portarla a casa con merito. Tanto di cappello a coach Kelvin Sampson per l’ennesima volta, in questa settimana per aver disegnato la rimessa perfetta per vincerla con Purdue e poi per aver umiliato Tennessee proprio sul piano prediletto da entrambe le squadre, ossia la difesa.

Giocatore migliore: Milos Uzan – Gli esterni di Houston l’hanno risolta, in una misura o in un’altra, uno per volta nelle ultime tre gare. Uzan non è stato più continuo degli altri due in questa March Madness, ma alla fin fine è quello che ha sfoderato la prestazione migliore nell’unica gara in cui il rischio-eliminazione si era fatto più grande. 22 punti con 8/17 al tiro contro i Boilermakers tra coltellate precise da piazzato, capacità di muovere la difesa avversaria e inventare dal palleggio. Fortunato in quel penultimo possesso offensivo, perché il suo era un fallo grosso come una casa. O forse semplicemente furbo, perché sapeva che quei falli lì non te li fischiano spesso quando mancano pochi secondi alla fine di una gara punto a punto.

Squadra peggiore: Kentucky – La bruttezza del loro primo tempo con Tennessee è superata forse solo da quello dei Vols poi con Houston, ma ecco almeno questi una gara l’hanno portata a casa in settimana. Encefalogramma piatto un po’ su tutti i fronti: male in attacco, male in difesa e molli a rimbalzo. Prima che sul piano tecnico o tattico, si sono lasciati surclassare in fatto di energia, proprio nel momento della stagione quando devi dare tutto te stesso senza riserve.

Giocatore peggiore: Chaz Lanier – Spiace tanto metterlo dietro la lavagna dopo la stagione che ha fatto, ma è pur sempre il faro offensivo di una squadra che aveva bisogno disperato dei suoi canestri e lui ha risposto all’appello sì e no a metà. 17 punti sia con Kentucky che con Houston, sì, ma con un pessimo 3/18 in totale dalla linea dei tre punti, un bottino proprio brutto per uno che, fino alla settimana precedente, tirava col 41% in stagione. E che in buona parte è costato la partita coi Cougars.

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