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MM 2021 | #1 Gonzaga Bulldogs

Corey Kispert Gonzaga Super Mock Draft

È da 45 anni che non si assiste a un’annata perfetta nella pallacanestro Ncaa (Indiana, 1975-76) e Gonzaga potrebbe riuscire lì dove Kentucky aveva fallito sei anni fa. L’ultima delle imbattute (26-0 in stagione) va al Torneo col chiaro obiettivo di rimanere tale anche dopo il 5 aprile.

I mezzi per riuscirci, ci sono tutti. Gonzaga si presenta alla March Madness come una delle tre squadre della D-I in Top 10 su KenPom per Adj. Efficiency sia offensivo che difensivo (le altre due sono Michigan e Illinois) ma è soprattutto il suo attacco a strabiliare.

Specie quando schiera la Death Lineup (ossia il suo quintetto titolare), la squadra di Mark Few presenta delle individualità di gran talento che si completano meravigliosamente a vicenda, che possono colpire in tanti modi e da tante mattonelle, che aprono spazi e li puniscono con perfetti movimenti lontano dalla palla, che non perdono tempo a trovare la soluzione ideale (#4 per Adjusted Tempo) e che costringono gli avversari a situazioni da pick your poison.

E il veleno scelto di solito è l’area: Gonzaga tira da due punti con un pazzesco 63.9% (dato più alto dell’ultimo quarto di secolo), in gran parte frutto del suo 73.3% al ferro (dato migliore della D-I) che a sua volta contribuisce a fare dell’attacco degli Zags il più amato dai parametri di ShotQuality insieme a quello di Iowa.

C’è chi si esalta a vederla e chi prega per una sua caduta: a Gonzaga il compito di sopportare il peso delle attenzioni – che quest’anno è esorbitante – e ribadire per l’ennesima volta che non domina soltanto perché gioca nella WCC.

Gonzaga poker

Il poker d’assi di Gonzaga: Drew Timme, Joël Ayayi, Jalen Suggs, Corey Kispert

Quintetto

G – Jalen Suggs
14.3 PTS, 4.5 AST, 2.0 STL
G – Andrew Nembhard
9.2 PTS, 4.2 AST, 1.1 STL
G – Joël Ayayi
11.8 PTS, 7.0 REB, 3.0 AST
F – Corey Kispert
19.2 PTS, 4.9 REB, 1.8 AST
F – Drew Timme
18.7 PTS, 7.1 REB, 2.0 AST

Giocatori chiave

Veterano. Cecchino. All-American. Se Gonzaga riesce così bene ad allargare li spazi, lo deve in primis a lui e al suo 44.4% da tre punti (su 6.2 tentativi) che fa venire gli incubi agli avversari. Non c’è distanza o situazione proibitiva per lui dall’arco. Il carisma e l’esperienza ne fanno l’elemento centrale dello spogliatoio, quello a cui Few può aggrapparsi quando ci saranno da affrontare le intemperie della March Madness.

Il talento maggiore del roster, quello dal futuro NBA più promettente. Suggs ha messo piede in Ncaa come se giocasse a quel livello chissà da quando. Se non è una point guard dei sogni, poco ci manca: estremamente dinamico, sfacciato, capace di dominare in campo aperto, di tracciare linee di passaggio proibite ai più e di avventurarsi in area senza che i contatti lo scalfiscano. Giusto il tiro non è (ancora) all’altezza del resto del repertorio (35.4% da tre).

Uomo da baffi, fascette ed esultanze iconici: Timme è un personaggione ma anche e soprattutto un giocatore di gran classe. Lungo dai piedi da ballerino, capace di farsi largo sia spalle che fronte a canestro: il post basso è il suo regno ma sa far male anche partendo da lontano e, in ogni caso, il risultato è spesso quello di caricare gli avversari di falli e di punirli discretamente in lunetta. E poi è una garanzia a rimbalzo sotto entrambi i tabelloni.

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