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Draft 2022: EJ Liddell e Eason, l’usato sicuro

Al di là degli obiettivi delle franchigie al Draft, chi non passa mai di moda è il giocatore esperto del college che mostra di avere le qualità fisiche e tecniche necessarie per sopravvivere in Nba. In questo articolo ve ne presentiamo due: EJ Liddell e Tari Eason.

Tari Eason

Posizione Mock Draft: 16

Nessuno si aspettava ad inizio stagione che Tari Eason potesse giocare una stagione in grado di catapultarlo al Draft. In una squadra senza un leader ci ha pensato l’ex Cincinnati a vestire quei panni. Se, però, a LSU è stato il faro offensivo di uno degli attacchi più brutti della nazione (12° in SEC), alla Nba interessano di più le sue doti difensive. Un pacchetto fatto di velocità, lunghezza (218 cm di wingspan) e intelligenza. Un possibile difensore di alto livello – benché sia molto falloso al momento – da mandare sulle piste delle ali piccole che dominano in NBA, senza tralasciare la lotta sotto canestro dove, tra rimbalzi e stoppate in aiuto, è stato il fulcro di una delle migliori difese della nazione. In attacco non sembra andare oltre la dimensione di tiratore, dove è migliorato parecchio (36% in questa stagione, dopo un esordio a Cincinnati al 24%), ma il suo mix di atletismo e coordinazione potrebbe renderlo una minaccia in campo aperto.

EJ Liddell

Posizione Mock Draft: 24

Chissà se le prestazioni di Grant Williams in questi playoff stanno aiutando le quotazioni al Draft di EJ Liddell. Se dieci anni fa un profilo come il suo sarebbe stato scartato senza troppi rimpianti, ora il leader di Ohio State sembra essere l’erede di quel prototipo di tweener fisico, versatile, intelligente e duro alla PJ Tucker. Uno di quelli che i GM NBA cercano costantemente. Un’ala di 203 cm che ha giocato da centro per molte partite, sviluppando quindi attenzione alla protezione del ferro, specialmente in aiuto (2.6 stoppate di media) e una capacità di resistere ai giocatori più grossi come Kofi Cockburn. Allo stesso tempo è stato capace di neutralizzare le doti offensive di Paolo Banchero nello scontro di metà dicembre. Non sarà più quella minaccia offensiva che riusciva ad essere al college grazie alla sua impressionante fisicità, ma negli anni ha costruito un interessante tiro da tre punti (19.2% al primo anno e 37% all’ultimo) e ha un palleggio-arresto-tiro dal mid-range dal quale si affida molto (la metà dei tiri vengono da lì e li converte con il 48%) che gli potrà permettere di attaccare anche i close-out. Passatore sottovalutato. Vista la zona di Draft in cui potrebbe finire, potrebbe essere un uomo da rotazione fin dal primo minuto in NBA.

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