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#14 Old Dominion, premio alla continuità

La squadra

Coach Jeff Jones sta portando avanti la sua battaglia più importante ma ciò non lo ha indotto a tirarsi indietro dal condurre anche quella di sempre sul parquet. L’allenatore, infatti, è rimasto saldamente alla guida di Old Dominion pur dovendo combattere da mesi contro un cancro: i suoi ragazzi lo hanno ripagato dandogli una gioia enorme, ben visibile nella sua grandezza al termine della finale vinta con Western Kentucky. In sei anni da head coach di ODU, Jones ha portato a casa cinque stagioni con un record vinte-perse positivo di cui quattro con almeno 25 vittorie. Questa però è la prima volta dal 2011 che i Monarchs fanno capolino al Torneo NCAA, oltre ad aver vinto anche il primo titolo di regular season nella Conference USA sin dal loro approdo dalla Colonial nel 2013-14. ODU non partiva coi favori dei pronostici e la conference è stata molto dura da affrontare dall’inizio alla fine. Il merito – davvero enorme – di Jones risiede nell’aver sempre mantenuto standard elevati stagione dopo stagione, a dispetto dei naturali ricambi nel roster. Il maggior tratto distintivo della squadra è nella sua difesa (sempre sotto al punto per possesso di media da cinque annate consecutive). Giovanni De Nicolao di UTSA li ha avuti come avversari e ce li riassume con la parola “tough“, aggiungendo: «Giocano molto assieme e difendono come matti. Hanno la fisicità per giocare contro chiunque. Penso che meritassero un seed più alto».

Coach Jeff Jones

Giocatore chiave

Facciamo un piccolo strappo alla regola e ne eleggiamo due. Ahmad Caver e BJ Stith sono due senior che vedremo in Europa e che rappresentano il traino offensivo di una formazione che, altrimenti, non segnerebbe proprio mai. I due, infatti, sono autori del 50.4% dei punti segnati dai Monarchs.

Caver, giocatore dell’anno nella C-USA, è la point guard che detta i ritmi della squadra: produce molto in attacco (16.5 punti e 5.6 assist di media) ma le sue percentuali di tiro non sono impressionanti, in parte perché è il primo a sobbarcarsi tiri difficili in situazioni d’emergenza (38.1% dal campo, 69.2% ai liberi).

Stith (16.9 punti e 7.4 rimbalzi a partita) è un esterno migliorato molto sul piano fisico nel corso del tempo e che sa segnare in tanti modi senza aver bisogno di troppo spazio, oltretutto mantenendo buone percentuali sia dal campo (37% da tre) che a cronometro fermo (84.5%).

Ahmad Caver e BJ Stith

Prospetti

Caver e Stith sono i due nomi di punta ma sempre De Nicolao ci dice che in realtà è un altro il giocatore che lo ha impressionato di più. Xavier Green (9.7 punti) è una guardia-ala “che nei momenti importanti non sbaglia mai”. Il sophomore è un giocatore atletico, un buon difensore che ha mostrato miglioramenti interessanti al tiro (41.7% da tre), oltre che sul piano della costanza e dell’approccio mentale.

Pronostico

ODU appare più attrezzata ad affrontare una high-major di quanto non possa dire il suo seed numero 14. Purdue non potrà permettersi il minimo calo di tensione.

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