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Alessandro Lever fra una svolta e l’altra

Alessandro Lever GCU Fordham Paradise Jam
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 13 Dic, 2019

Nico Mannion fra i migliori prospetti da Draft, Davide Moretti leader in una Texas Tech alla riscossa: la lista degli italiani al college decisivi nelle rispettive squadre non finisce qui, però. Alessandro Lever è al suo terzo anno fra le fila di Grand Canyon e, al momento, è primo in squadra per punti segnati (14.3) e secondo sia per rimbalzi catturati (4.8) che per assist serviti (2.0).

Fra gli europei più in vista, il lungo di Bolzano ha impressionato fin qui per l’evoluzione del suo gioco offensivo: ora è molto più leggero, immensamente più pericoloso nell’attaccare frontalmente dal palleggio e, a tutto questo, unisce dei movimenti in post la cui bontà appare in crescita graduale già da un po’ di tempo.

 

Per una svolta compiuta, ce n’è però una da risolvere, quella legata alla sua difesa. GCU ne ha bisogno ora più che mai. Da quando Lever è lì, i Lopes hanno perso ogni singola partita (0-11) nella quale è uscito prematuramente per falli. Il suo contributo in quell’area è fondamentale per una squadra che ha vinto solo 4 delle 12 gare disputate fin qui in un calendario davvero tosto – Illinois, San Diego State, Liberty e Northern Iowa sono rispettivamente alla 38, 32, 72 e 79 del ranking di KenPom.

Di questo e altro – di Nazionale, per esempio – ne abbiamo parlato proprio col diretto interessato.

 

La cosa che si nota subito, sin dalla prima partita, è che hai un gioco offensivo molto diverso ora che hai perso quei dieci chili. Ti riescono delle cose che magari prima neanche provavi più di tanto. La dieta che hai fatto è un qualcosa che avevi in programma da tempo, oppure la decisione è nata da un confronto con lo staff?

Mi sono rotto la mano in estate e mi sono dovuto operare. Allora mi sono detto che sarebbe stato meglio per me dimagrire un attimo e perdere un paio di chili perché, non avendo la possibilità di fare troppa attività fisica, sarei ingrassato. In più, era un mio obiettivo perché ero troppo pesante. Guardando le partite, vedevo che proprio avevo questa camminata blanda in campo. Quest’anno corro un po’ di più. Volevo cambiare come mi sentivo fisicamente.

Poi la cosa va a vantaggio della squadra per più di un motivo. Uno di questi, è che stavolta GCU è stata costruita in maniera diversa, più small, con tante guardie e senza un altro lungo accanto a te. Però, numeri alla mano, non state correndo di più rispetto al passato, anzi (18.1 secondi di durata media dei possessi offensivi contro i 17.1 dell’anno scorso). Come si spiega questa cosa?

Soprattutto dopo il torneo che abbiamo fatto alle Isole Vergini, gli allenatori hanno notato che facciamo fatica a segnare in contropiede. Quindi hanno stabilito una regola: a meno che non ci sia un 1-contro-0 oppure 2-contro-1, il playmaker deve fermare il gioco e andare in attacco con calma. Vogliamo chiamare schemi invece di correre in transizione a caso, diciamo.

Alessandro Lever contro Arkansas-Pine Bluff, gara del suo season-high da 25 punti. (Photo by David Kadlubowski)

La tua seconda stagione era stata piuttosto difficile: come l’avevi vissuta e quali cose ti ha suggerito?

Venivo raddoppiato molto in post e quindi ho iniziato a tirare più triple, adeguandomi a quello che la difesa mi voleva far fare. Diciamo che questa è stata un’altra motivazione per perdere un po’ di peso perché, essendo più leggero, posso attaccare di più dall’arco dei tre punti, cosa che l’anno scorso non facevo per niente. Quindi ho a disposizione un paio di armi in più in attacco, ma anche in difesa ovviamente perché, essendo più leggero, riesco a marcare meglio i piccoli avversari.

Tu sei sempre stato a metà fra il ruolo di 4 e di 5. Adesso che fisicamente sei un altro giocatore, come vedi il tuo futuro? Esclusivamente da 4, oppure come qualcuno che vuole giocare un po’ fra entrambe le posizioni?

Io non ho preferenze, gioco in entrambe le posizioni indifferentemente. Ora ho un fisico più da 4 rispetto a quello che avevo l’anno scorso, però gioco da 5. Quindi mi adeguo, perché il coach mi vuole dentro. A me piace giocare sia spalle a canestro che fuori da tre punti.

 

Parlando di difesa, la tua uscita per falli contro Liberty è stata pesante, perché fra il tuo quarto fallo e il tuo rientro in campo prima del quinto, la squadra ha preso un parziale di 11-0. Ho notato uno degli assistant coach che ti parlava in panchina al momento della tua uscita per falli: che cosa ti ha detto di preciso?

Mi aveva detto soltanto che avevo fatto il quinto fallo perché avevo le mani davanti al corpo anziché averle laterali, quindi l’arbitro era più propenso a fischiare fallo.

Nei giorni scorsi, hai parlato sul sito di GCU della tua gestione dei falli. Per esempio, dici che devi prendere i contatti più sul petto: per caso stai facendo un lavoro specifico su questo?

No, non ci ho proprio lavorato per ora. Per un periodo dell’anno scorso ci avevo lavorato per un mesetto e poi ho completamente smesso, infatti dovrei riprendere. Anche perché noto che quando vado a contestare il tiro sul lato debole, a volte vado su dritto col petto in fuori, altre volte mi giro di lato. Devo lavorare sia sul prendere sfondamenti che sul contestare il tiro dell’avversario sul lato debole.

Alessandro Lever contro Liberty (Photo by David Kadlubowski)

Non si può guardare GCU adesso, con le sue rotazioni cortissime, senza pensare agli assenti: Jaylen Fisher, Mikey Dixon, Oscar Frayer. Secondo te cosa dobbiamo aspettarci di diverso dalla squadra una volta che saranno tornati loro?

Jaylen Fisher non ritornerà. Si è trasferito qua e poi ha avuto problemi di eleggibilità. Quindi ha deciso di non giocare per GCU, non so cosa stia facendo adesso.

Questa ce la siamo persa, eravamo rimasti che sarebbe tornato anche lui a dicembre.

Per quello che so io, no. Io non vedo Jaylen Fisher da due mesi. Quando ha saputo che non c’era la possibilità di essere eleggibile, penso che sia tornato a casa ad aspettare di diventare professionista il prossimo anno.

Oscar e Mikey invece dovrebbero essere eleggibili fra una settimana. Aiuteranno molto nelle rotazioni. Frayer giocherà da 4, aiuta a rimbalzo e può marcare tutti i ruoli dall’1 al 5 perché è rapido e atletico. Porta molta energia alla squadra e questo ci serve, perché parliamo poco in difesa. Dixon invece ci aiuterà in attacco perché quando ha la palla in mano, segna.

Quando sei arrivato lì a Phoenix, c’erano già un certo tipo di aspettative. L’umore dell’ambiente è cambiato nel corso di questi due anni e mezzo?

Le aspettative sono sempre le stesse. Diciamo che l’ambiente è un attimo cambiato in questa stagione qua perché siamo 4-7 [ora 4-8, ndr]. Avendo perso molte più partite rispetto al passato, con un calendario più difficile rispetto a quello che avevamo avuto negli anni scorsi, le aspettative non cambiano, ma vengono richieste più cose da parte di tutti quanti.

Coach Dan Majerle (Photo by David Kadlubowski)

Visto che è tuo vicino di casa, ti è capitato di veder giocare Nico Mannion dal vivo?

No, non ci sono riuscito. L’ho incontrato l’anno scorso quando era venuto coi suoi genitori a vedere un nostro allenamento. Ho avuto occasione di parlare col papà e con lui, però non sono ancora riuscito ad andare a vedere una sua partita.

Ultimamente in Italia si parla spesso di ricambio generazionale in Nazionale: per caso ti è capitato di parlare di recente con persone della Federazione, magari con Riccardo Fois che è lì a Phoenix?

Ho incontrato Riccardo durante una delle mie partite, poco meno di un mese fa. Ci ho scambiato due o tre parole. Voleva sapere come sto qua, come mi trovo, mi ha detto che ho perso dei chili e che vede che sto meglio fisicamente, però niente di particolare sulla Nazionale.

In linea di massima, saresti a disposizione se ti convocasse la Sperimentale?

Mi piacerebbe tantissimo. È sempre un onore, un piacere. È sempre bello vestire la maglia della Nazionale quindi, se dovesse venire la chiamata, ci andrei.

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